giovedì 21 Novembre 2024

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Greta: “Wonderful? Un traguardo dopo una serie di piccole tappe” – INTERVISTA

A tu per tu con la cantautrice romana classe 2001, in uscita con il terzo estratto dal suo EP d’esordio

Greta Tempo di nuova musica per Greta Elizabeth Mariani, in arte semplicemente Greta, giovanissima artista che torna in radio dal 29 giugno “Song N.5”, singolo tratto dal suo primo progetto discografico pubblicato lo scorso lo scorso marzo. Conosciamola meglio insieme.

Ciao Greta, partiamo dal tuo EP d’esordio “Wonderful”, com’è nato e cosa rappresenta per te?

«L’EP “Wonderful” è nato per caso a fine ottobre 2017, le tracce al suo interno infatti dovevano essere altre. Sono molto produttiva, in circa due settimane infatti ho composto i quattro brani che poi avrebbero composto l’EP. “Wonderful” è stato prodotto interamente in meno di un mese, a novembre dello stesso anno, nello studio londinese “Hilltop Recording Studio” di David Ezra. Per me questo EP rappresenta una crescita, dal punto di vista artistico e personale, un punto fermo, un grande traguardo dopo una serie di piccole tappe».

Quale veste ha donato all’intero lavoro la produzione affidata a David Ezra?

«Collaboro con David da circa tre anni, “Wonderful” è il primo progetto che gli ho affidato completamente, inizialmente infatti David mixava solo le mie tracce. Lui ha completamente trasformato le tracce, essendosi dedicato all’intera produzione di questo EP, dandogli una veste decisamente pop, facile da ascoltare e diretta. Sicuramente David ha incrementato l’internazionalità dell’intero progetto».

Song N. 5” è il tuo nuovo singolo, da quale idea sei partita per la stesura di questo pezzo?

«Ho scritto Song N.5 con l’idea di voler realizzare un brano che segnasse la fine dell’estate e quindi di tutte quelle piccole cose che questa stagione porta con se. E’ un brano molto estivo ma con una nota malinconica. Il titolo del singolo è casuale, in quanto non ha legami particolari con il testo o richiami specifici di parti di esso; è semplicemente il nome con cui ho salvato la canzone sulle note vocali del telefono, quando era ancora solo un insieme melodico di “uhm”».

Cosa avete voluto raccontare attraverso il videoclip diretto dal regista Lorenzo Catapano?  

«Il video del singolo “Song N. 5” è stato girato interamente in Sicilia nell’agosto del 2017. Anche esso, come il titolo appunto, non è stato pensato inizialmente per “Song N. 5”, brano nato mesi dopo. E’ stato girato in modo molto naturale, come se fossero tutti piccoli video-ricordi di un’estate felice, infatti la freschezza del brano e la componente estiva delle immagini si abbinano alla perfezione, centrando lo spirito del progetto. Due/tre mesi fa Lorenzo ed io abbiamo deciso di riprendere in mano il materiale registrato ad agosto per montarlo e farlo diventare finalmente un progetto concreto. Song No.5” ci è sembrata la traccia dell’EP più adatta per un lancio estivo. Lorenzo, con cui avevo già collaborato per le riprese e il montaggio del video della traccia che dà nome all’EP “Wonderful”, qui si è invece solo occupato del montaggio. Il video in se ritrae tipici momenti felici di un’estate passata con gli amici in una terra magnifica, la Sicilia appunto. E’ un video semplice e sincero, trasmetter felicità, serenità e voglia di mare, di estate».

Facciamo un breve salto indietro nel tempo, quando e come ti sei avvicinata al mondo della musica?

«La musica è sempre stata nella mia vita, quindi mi verrebbe quasi da leggere la domanda al contrario “Coma la musica si è avvicinata a me…” (ride, ndr). Tornando a fare i seri, vivo in una famiglia di artisti. Mio padre, Roberto Mariani, negli anni ’90 ha prodotto vari dischi, l’ultimo anche con il CPI, poi si è dedicato a musiche per film. Negli anni quindi mi sono sempre trovata a stretto contatto con questo mondo, mi ricordo di quando suonavo la batteria sulle ginocchia di mio papà o quando i miei mi portavano nel passeggino a concerti di amici quali Niccolò Fabi o Max Gazzè o artisti internazionali come i Genesis, Dave Matthew’s Band. Canto da sempre e mi accompagno con la chitarra da circa 5 anni, ma “suono” un po’ tutto, persino l’arpa celtica di mia sorella minore (ride, ndr)».

Quali ascolti hanno ispirato e accompagnato la tua crescita?

«Gli artisti che porto nel cuore e che mi hanno sempre accompagnata e formata negli anni sono Joss Stone, George Ezra, Aretha Franklin, Sigur Ros, Bijork, James Bay, Alt J, X Ambassadors, Amy Winehouse… ma avrei una lista infinita!».

Musicalmente parlando, ti collochi in un genere particolare?

«Come artista sono nata scrivendo con canzoni principalmente folk, genere che ora non mi rispecchia molto. L’EP “Wonderful” è decisamente il progetto più pop di tutta la mia produzione musicale. Non mi colloco quindi in un genere in particolare, sono in continuo mutamento. Quindi direi pop, soul, forse anche un po’ alternative».

Come valuti l’attuale panorama discografico e con quale spirito ti affacci al mercato?

Greta«Vedo l’attuale panorama discografico italiano come in continuo sviluppo, tendenzialmente più chiuso di un eventuale panorama discografico statunitense, inglese o canadese per esempio. Purtroppo è ancora difficile in Italia accettare il fatto che un artista italiano possa cantare in inglese, senza sfiorare la sua lingua madre. Prima o poi la discografia ti porta a cantare in italiano, considerandoti più ‘vendibile’ e ‘accessibile’ per il mercato italiano. Questo è il mio timore più grande, perché essendo bilingue e provenendo da una famiglia non totalmente italiana so per certo che continuerò a cantare in inglese o non totalmente in italiano. Cerco sempre di essere positiva e avere una mentalità molto aperta, quindi sul mercato italiano mi affaccio con molta speranza, speranza che qualcosa cambi. Non nascondo che potrebbe arrivare anche qualcosina in italiano in futuro!».

Quali sono i tuoi prossimi progetti in cantiere e/o sogni nel cassetto?

«Amo stare a contatto con il pubblico quindi come progetto futuro/sogno nel cassetto ho quello di suonare il più possibile, di stare sul palco e di rivivere le stesse emozioni di quando ho girato l’Italia con Marina Rei e successivamente con i Tiromancino!».

Alla luce di tutto quello che ci siamo detti, per concludere, quale messaggio vorresti trasmettere al pubblico, oggi, attraverso la tua musica?

«Al pubblico vorrei trasmettere tanta positività, ogni canzone trasmette un’emozione diversa questo è chiaro ma al pubblico vorrei trasmettere tanta voglia di non mollare mai, tanta voglia di fare, di essere sempre attivi e non fermarsi mai per un “no”. Vorrei portare in Italia ciò che ho vissuto fino ad ora vivendo tra gli States e Roma, vorrei portare e trasmettere quindi internazionalità e freschezza».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.