venerdì, Marzo 29, 2024

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“Negroni (due fiori)”, Hale e il valore silenzioso dei piccoli gesti – RECENSIONE

In radio dall’8 ottobre il nuovo singolo del talentuoso cantautore salernitano, intitolato “Negroni (due fiori)”

Non lasciatevi ingannare dal titolo alcolemico, non si tratta dell’ennesima proposta estiva uscita fuori stagione, bensì di un’interessante canzone d’amore figlia d’altri tempi. Si intitola “Negroni (due fiori)” il brano che segna il ritorno di Pasquale Battista, in arte Hale (qui la nostra recente intervista), talento della scuderia Melody Records che, già da qualche tempo, seguiamo con particolare attenzione.

A circa un anno e mezzo di distanza dalla pubblicazione del suo disco d’esordio Il giardino degli inconcludenti, l’artista campano torna con un pezzo che rappresenta un ulteriore passo in avanti nel suo percorso, nonostante sia riuscito sin da subito a mettere in chiaro la propria identità in maniera credibile e matura. Un brano che coniuga lo spirito innovativo ed anticonformista tipico dell’indie alla tradizionale melodia del pop, il tutto condito da una poetica che evoca le suggestioni del miglior cantautorato all’italiana.

Memoria e proiezione, gli ingredienti base di questo buon cocktail musicale, dall’ispirato retrogusto terapeutico, fatto per essere ascoltato nei momenti di down-emotivo. Troppo spesso sottovalutiamo l’importanza che la tristezza ha nella nostra vita di tutti i giorni, cerchiamo in tutti i modi di rinnegarla ma, così come qualsiasi altro stato d’animo, è qualcosa che non possiamo governare o gestire a nostro piacimento, con cui dobbiamo imparare a scendere a patti e trarne del buono. In tal senso, la musica rappresenta il modo migliore per affogare i propri dispiaceri, “Negroni (due fiori)” diventa il drink ideale per alleviare le pene d’amore. Il testo racconta di un rapporto di coppia tormentato dai silenzi e dalle distanze che, alla lunga, l’abitudine innalza come un’invalicabile muraglia. Ad un certo punto le parole perdono il proprio senso e non resta che affidarci ai piccoli gesti, ad un paio di fiori per chiedere scusa, perché non servono chissà quali discorsi per perdonare e perdonarsi, così la metropolitana diventa il mezzo per tornare sui propri passi e far ritorno da lei.

Una canzone musicalmente ben strutturata, studiata e calibrata in ogni sua singola parte, dalle strofe in crescendo all’inciso arioso e cantabile, fino allo special azzeccato e trascinante. Hale si dimostra nuovamente come uno dei cantastorie più brillanti e prolifici della nuova generazione, la sua capacità di scrittura ha dell’incredibile, soprattutto se la consideriamo in prospettiva futura, avendo lui soltanto ventiquattro anni. Dopo aver mostrato la propria sensibilità sociale in Camilla, il suo personale canto contro il femminicidio, il giovane cantautore torna a familiarizzare con i sentimenti, intesi come veri e propri ingranaggi che smuovono l’universo e mettono in moto rapporti, situazioni e dinamiche interpersonali in continua evoluzione.

Negroni (due fiori) | Video

Negroni (due fiori) | Testo

Bruceresti ancora a Milano in centro
per specchiarti dentro le vetrine
io rimango da solo in cortile
e sembra che ci sei tu

Ti hanno vista ancora al solito posto
a vantarti delle mie ferite
c’erano anche tutte le tue amiche
con la faccia un po’ snob
che se passo mi guardano male
però adesso

Sento cantare canzoni
ho preso un Negroni
due fiori, la metro
e ora vengo da te
perché ho perso
già fin troppe occasioni
per dirti che
se non ti cerco è soltanto
per trovare me
ho due fiori
per chiederti scusa
non so neanche perché

Torneresti sotto il cielo di Roma
per gridargli che non è la fine
conto i giorni rimasti di aprile
meglio riderci su

Faccio a pezzi ancora
un altro discorso
mica è facile saper parlare
se ho finito le cose da dire
e tu non parli più
e non fa niente
anche se parli male

Tanto non mi pento
alla fine non riesco
stasera non esco
e che ancora mi manchi
lo tengo per me
e no che non insisto
io non ci ricasco
che neanche ho più
voglia di sentirmi dire
che non fai per me
ho due fiori per chiedere scusa
non so neanche perché

In questa notte così fredda
anche se è primavera
mi guarda e ride sotto i baffi
questa luna piena
ha fatto un fischio
alle sue stelle in abito da sera
evviva i pazzi che la guardano
con gli occhi persi di chi forse ancora spera

Mi sono perso
in questa piazza piena di persone
qualcuno mi saluta
ed io non mi ricordo il nome
mi dice “dai bevi qualcosa
che ti vedo giù”
non ci pensare più

Però adesso
sento cantare canzoni
ho preso un Negroni
due fiori, la metro
e ora vengo da te
perché ho perso
già fin troppe occasioni
per dirti che
se non ti cerco è soltanto
per trovare me

Ho due fiori
per chiederti scusa
non so neanche perché

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Nico Donvito

Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
Nico Donvito
Nico Donvito
Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.