A tu per tu con la band emiliana, fuori con il primo disco “Corpi fragili” prodotto da Roberto Drovandi
Si intitola “Corpi fragili“ il lavoro che segna il debutto discografico degli Hotel Monroe, gruppo musicale della scuderia Twins104, prodotto da Roberto Drovandi (qui la nostra recente intervista). Anticipato dai singoli apripista “L’ultima cosa che“ ed “Ho visto l’amore cambiare colore“, il progetto contiene sette inediti più la cover di “Rocking Roling” di Scialpi, rivisitata per l’occasione nello stile rock che caratterizza la band parmense. Approfondiamo la loro conoscenza.
Ciao ragazzi, partiamo dal vostro album di debutto “Corpi fragilii”, che valore ha per voi?
«Un valore inestimabile. Ci ricordiamo bene da dove siamo partiti, il percorso umano e musicale che abbiamo fatto per arrivare a questo disco. Magia pura, energia viva. anche un po’ di imbarazzo se vogliamo… Lo sentiamo talmente tanto sulla pelle che ci sembra di metterci a nudo davanti a chi ascolta».
In che termini ha inciso l’apporto del vostro produttore Roberto Drovandi per la resa finale dell’intero progetto?
«Beh, senza voler essere politicamente corretti… Fondamentale!! Avevamo numerose idee e pre produzioni quando ci siamo conosciuti, era un guazzabuglio musicale. Roberto è riuscito ad estrapolare i singoli e da lì gli altri pezzi che avrebbero formato il disco. Era come se avesse già davanti le canzoni finite, quando ci spiegava le idee che aveva avuto era lampante il fatto che lui le canzoni le aveva già tutte in testa! Poi grazie alla sua esperienza e conoscenza musicale abbiamo portato avanti un programma di preparazione live che ora ci permette di portare il disco in concerto molto molto simile al disco, il taluni casi anche con sonorità migliori se vogliamo».
Cosa avete voluto raccontare a livello di tematiche e che tipo di sonorità avete deciso di abbracciare per esprimervi al meglio?
«Le tematiche derivano semplicemente da ciò che viviamo, vediamo, respiriamo quotidianamente. Senza voler giudicare, dal momento che ci riteniamo uguali al resto dell’umanità, ma con l’intento di far riflettere gli ascoltatori su tante cose che riteniamo importanti e crediamo stiano passando in secondo piano ormai. Le sonorità si differenziano tra brano e brano, restando sempre nel rock italiano, Emiliano se vogliamo, come lo sono i nostri padri ispiratori, ma cercando di aprirci e scoprire sonorità anglosassoni che tanto amiamo».
Qual è il concept del disco e quale filo conduttore lega le tracce presenti?
«Si, possiamo dire che c’è un fil rouge nel disco, anche se non lo definiremmo un concept album…Vogliamo lasciare a chi ascolterà il disco il piacere (speriamo) di scoprire un filo conduttore. Possono essere diversi…».
Tra gli inediti è presente la cover di “Rocking Roling”, portata al successo nel 1983 da Scialpi. Cosa vi ha colpito di questo pezzo e in che modo siete riusciti a vestirlo su misura per voi?
«Oltre al fatto che siamo “concittadini”, il passaggio in cui dice “… Ci hanno detto di, non suonare più. E allora Rocking Rolling…….” è assolutamente rock, e in linea con i nostri pensieri!! Quando ti accorgi che i “burattinai che muovono i fili” vogliono schiacciare le nostre idee, i nostri sogni, ammazzano il nostro futuro…Be…L’unica risposta è urlare” Rocking Rolling!!!!” Non smetteremo mai di suonare, non smetteremo di lottare, sognare e credere nel nostro futuro. Non è solo un “grido di speranza”, ma una Vera Rivoluzione che parte da noi stessi, prima ancora che dalla musica…».
Facciamo un salto indietro nel tempo, come vi siete conosciuti e quando avete deciso di dare vita al vostro progetto musicale?
«Beh, si tratta di un bel salto!!! (ridono, ndr) 15 anni!! Per 4/5 della band ci conosciamo dalla nascita, siamo compaesani cresciuti insieme, tutti sulla stessa via in un paesino che conta poco più di una cinquantina di anime durante l’inverno… Luca,il nostro bassista, è l’ultimo entrato nella band. Ci conoscevamo da anni, soprattutto artisticamente…Gli avevamo già fatto la corte in passato…Poi è arrivato il momento del matrimonio, ora si merita la cittadinanza onoraria del nostro paesino!!».
Quali ascolti hanno accompagnato e influenzato il vostro percorso?
«Gli ascolti sono talmente tanto eterogenei che servirebbe un elenco pari al numero dei senatori…Lunghissimo ed inutile quindi. Sicuramente però possiamo dire che facendo musica, tra i nostri idoli ci sono coloro che hanno scritto la storia della musica Rock, psichedelica negli ultimi 60 anni. Potremmo lanciare un gioco, scriveteci sui social, e cercate di indovinare i nostri singoli gusti musicali! Qualcuno in comune lo troverete, ma anche tanti diversi!!».
Con quale spirito vi affacciate al mercato e come valutate l’attuale settore discografico?
«Ci affacciamo ad un mercato bloccato sotto molti aspetti, ma anche “aperto” a nuove sfide vista la velocità con il quale evolve… Siamo degli artigiani, dei lavoratori come tanti…Lavoriamo, proviamo a farlo bene, studiando e approfondendo…Crediamo fortemente nella nostra musica e nel nostro messaggio quindi…Stiamo arrivando!!!».
Quanto influisce la scena musicale della vostra terra, l’Emilia, nella vostre produzioni?
«Tanto, perché la musica emiliana è nel nostro sangue. Si va dai grandi cantautori, ai rocker dei record, a band che hanno vinto Sanremo!!! In Emilia la musica ci scorre nelle vene insieme a Lambrusco, Parmigiano Reggiano e Prosciutto!! Vogliamo diventare degni eredi di tutti i musicisti emiliani che hanno segnato la storia della musica italiana».
Quali sono i vostri obiettivi e/o sogni nel cassetto?
«Suonare in tutta Italia, diffondere il nostro sound e trasmettere attraverso la musica emozioni positive all’umanità!».
Per concludere, dove e a chi desiderate arrivare con la vostra musica?
«Vogliamo arrivare in alto, ma non lo facciamo per “diventare famosi”. Il nostro obiettivo è fare musica, musica Importante e perchè no, anche utile! La storia insegna che il Rock ha fermato conflitti, a segnato passaggi storici nella conquista di certi diritti…Con il Rock si può cambiare il mondo, è la storia che lo insegna!! Il desiderio è arrivare a più gente possibile, non facciamo differenze, ci mancherebbe altro che anche noi musicisti ci mettessimo a fare differenze… Dai sarebbe bellissimo un giorno vincere Sanremo, Roberto ci può sicuramente essere di grande aiuto anche in questo! (ridono, ndr)».
Nico Donvito
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