Settembre è alle porte e con sé porterà non poche novità musicali riaprendo la stagione più ricca musicalmente del nostro panorama discografico. Tantissimi sono i progetti attesi ma molti altri sono quelli che abbiamo già alle spalle. Nel caso in cui qualcuno si fosse perso qualche mese di musica ecco un breve ed essenziale elenco dei 50 brani pubblicati in questo 2016 che non si possono assolutamente perdere:
1. AMEN – Francesco Gabbani. Vincitore delle Nuove Proposte nell’ultimo Festival di Sanremo il giovane (ma non di certo giovanissimo e giovanile musicalmente parlando) cantautore cala l’asso proprio durante la kermesse convincendo critica e pubblico grazie ad un testo impegnato ma non per questo melodicamente pesante. Radiofonico, spruzzato d’elettronica (perciò moderno) e non banale testualmente. Accontenta tutti.
4. BLU – Irene Fornaciari. Altro testo dal peso specifico maggiore rispetto alla media a cui siamo abituati è quello scritto da quel Giuseppe Dati che ha scritto capolavori (“Gli uomini non cambiano” di Mia Martini è solo uno dei tanti) e questo non è da meno. Si parla d’attualità con il racconto di un mare (il Mediterraneo) che ha generato vita ma che ai nostri giorni è troppo spesso causa di morte. Lei buona vocalità sensibile in grado di interpretare delle parole non semplici rendendole “soffici”. Attuale ma delicato.
7. COSA NON SI FA – Nick Casciaro. Una voce importante per un brano classico nel suo essere tipicamente pop-rock nella melodia e con a sfondo un amore nel testo. Un ragazzo giovane che merita la sua chance nel panorama discografico grazie ad un voce nera in grado di stupire. Buona voce.
10. CON LE MANI – Lorenzo Fragola. Il miglior capitolo dell’ultimo lavoro del siciliano che si è buttato a bomba nel mondo dell’electropop cercando d’inserirsi con quel suo bagaglio acustico più tipico. Tra i risultati altalenanti qui non può che convincere con un ritornello che entra in testa con facilità. Il jolly da giocarsi.
13. FIDATI DI ME – Timothy Cavicchini. Il coraggio di saper fare da solo un percorso diventato ormai difficile. La sua voce veramente rock con quel graffio deciso è in grado di lasciare un segno e di marchiare qualsiasi parola canti, in questo caso quello di un amore possibile pur apparendo impossibile. Antitesi perfetta.
16. IO DI TE NON HO PAURA – Emma. Vero emblema della crescita della salentina questo brano testimonia l’evoluzione negli arrangiamenti e nei suoni che si fanno sapientemente electropop (vera marcia in più del brano con quel bridge finale) e nel testo che affronta un argomento importante (seppur a tratti in modo velato) come quello della violenza sulle donne. In crescita.
19. L’AMERICA NON C’E’ – Anna Oxa. Segna il “ritorno” di una delle più grandi voci di tutta la storia della musica italiana. Ritorno per ora solo televisivo ma che presto (si spera) diventerà anche discografico. Brano che dimostra (come se ce ne fosse bisogno) che la Oxa è ancora nell’Olimpo della musica stupendo con un brano dal testo sociale fino al midollo, una ricercatezza sonora palpabile che unisce il pop nostrano con tradizioni estere (impossibile non cogliere la ritmica africana) e una voce ancora inimitabile.
22. LASCERO’ – Arisa. Altra ballata melodica e struggente che questa volta si sposta su di un amore finito che dopo il dolore si converte in nuova forza per ripartire altrove. Voce in primo piano che sembra tornare a quelle atmosfere classiche del periodo di “La notte”. Ritorno agli albori.
25. LETTERA A MIO PADRE – Ermal Meta. Che Ermal fosse un grande autore del nostro pop contemporaneo è oramai un dato di fatto da qualche anno a questa parte ma non sempre gli autori sanno essere efficaci interpreti delle proprie rime. Con questo singolo, pubblicato già anni fa ma inserito per la prima volta su disco in “Umano” (album pubblicato dopo la partecipazione a Sanremo Giovani nel 2016), la prova viene superata a pieni voti: sound moderno con i sintetizzatori e le doppie voci e testo che tocca il sublime con un racconto personale e perciò palesemente sentito. Prova di gran classe.
28. NESSUN GRADO DI SEPARAZIONE – Francesca Michielin. Unica vera vincitrice del Festival di Sanremo sia come cantante che come canzone. Il brano è il succo del brano perfetto del 2016 e lei dall’alto della sua giovanissima età (ma anche del suo talento nella scrittura e nella sperimentazione sonora) lo sa arricchire di quella purezza di cui ha bisogno per decollare con una voce senza troppe pretese. Il più attuale.
31. ORA O MAI PIU’ (LE COSE CAMBIANO) – Dolcenera. Vero e proprio esercizio di stile per la tuttofare pugliese che si dimostra sempre più in crescita sul lato musicale sperimentando nuovi mondi senza paura: passa dal soul al gospel bianco in un batter d’occhio sulla base di un testo piuttosto sempliciotto. Musicista vera dotata di una gran voce.
34. QUALI ALIBI – Daniele Silvestri. Silvestri tira fuori probabilmente il suo miglior disco in carriera e con questo pezzo (il primo singolo estratto) dimostra che si può ancora parlare di società e politica nelle canzoni orecchiabili. Chapeau al suo genio autorale che denuncia la situazione politica del nostro Paese e non solo. Denuncia social-politica radiofonica.
37. READY NOW – Elisa. Uno dei brani che rappresenta l’apoteosi della tanto ricercata unione tra pop ed elettronica in questi mesi. Elisa parte quasi con un assolo di voce che cresce via via introducendo un crescendo melodico progressivo che diventa pieno solo a partire dal secondo ritornello dove tutta la potenza è servita e la goduria inizia a farsi sentire. Il più contemporaneo.
40. SOLE PER SEMPRE – Pierdavide Carone. E’ il ritorno di colui che era nato come una grande promessa del cantautorato italiano riuscendo nel contempo ad essere anche popolare (fatto per nulla scontato). Se leggerete il testo come leggete quello di qualsiasi altra canzone d’amore allora eliminate tranquillamente questo pezzo da questa lista ma se vi sforzerete di vedere oltre allora leggerete qualcosa di davvero meritevole (è tutta una metafora sul percorso degli ultimi anni dello stesso Pierdavide che è talmente abile da rendere le sue parole universali). Ingannevolmente pregevole.
43. SPICCARE IL VOLO – Francesco Renga. L’unico brano davvero degno di nota di un disco (“Scriverò il tuo nome”) troppo adolescenziale per uno come Renga. Qui (fortunatamente) il bresciano può sfoderare gran parte (ma non tutta) del suo essere melodicamente sensuale con la voce. Testo che parla di sogni, amori e vita. Da manuale.
46. TI PROTEGGERO’ – Marco Rotelli. Altro giovane molto promettente. Si conferma buon autore anche in questa prova che lo vede anche sperimentare sonorità tendenti al rock partendo da un pop melodico. Il risultato è un brano pop-rock con la batteria in primo piano e un gran bel sentire con una vocalità valida e ben valorizzata. Promettente.
49. UN’ALTRA VITA – Elodie. Quando scrive Fabrizio Moro il risultato non può che essere fantastico e se, come in questo caso, si aggiunge un’interprete che sembra fatta su misura per cantare quelle parole allora la bellezza è innegabile. Elodie ci mette tutta la sua esperienza di vita, il suo timbro nero e quella sofferenza che traspare da ogni sua interpretazione. Struggente perla di vita.
2. AMEN – Noemi. Sarà il titolo che porta bene ma la rossa romana bissa il successo di Gabbani tirando fuori un altro gioiellino. Testo altrettanto importante (di Federica Abbate e Cheope Mogol) e voce che sale fino al paradiso sfoderando le tinte più soul e black di Noemi che sembra esser tornata al periodo d’oro. Un piccolo capolavoro soul.
5. BIG BOY – Sergio Sylvestre. Piuttosto “adelosa” come canzone ha il grande pregio di un interprete abbastanza forte vocalmente da riuscire ad emergere grazie ad un’interpretazione sentita visto che il testo parla esattamente di lui stesso. Buona carta d’identità per il gigante buono che spiazza con la sua voce.
8. COME UN’ORA FA – Giusy Ferreri. Per la serie vocalità particolari la siciliana cade a fagiolo. Un ritmo in continua ascesa fino al ritornello dove entra in campo quel timbro sabbioso tipico dell’interprete di “Non ti scordar mai di me” che ha imparato a mettere sempre il giusto pathos nella sua rilettura dei vari brani. Un ritrovo della retta via.
11. COSA RESTERA’ – Irama. La sua capacità è quella di essere nuovo e vecchio insieme: mette in un solo pezzo pop e rap in una dimensione del tutto inedita nel suo essere melodica e contemporaneamente frenetica. Dolce e delicato nel testo (e per essere scritto da un ragazzo della sua età non è affatto male), vocalmente preparato e faccia giusta per sfondare lo schermo. La vera novità dell’anno.
14. FINALMENTE PIOVE – Valerio Scanu. Ennesima dimostrazione di talento da parte di quel poeta di Fabrizio Moro che confeziona una nuova ballata d’amore innocente senza ricercare un testo accademicamente impegnato ma sposando la semplicità. A questo si aggiunge quel buon interprete di Scanu che giustamente segue la linea indicata dal suo autore non facendo mai più del dovuto con la voce. Una canzone che si basta da sola.
17. LA BORSA DI UNA DONNA – Noemi. Vive in un altro tempo e forse non a caso è stata presentata a Sanremo. Qui Noemi può concretizzare quel compromesso che le sembra diventato tanto caro: fare musica pop ma con un ricercatezza sonora/testuale parecchio al di sopra della media. S’incarna nelle grandi interpreti del passato (Mannoia in primis) proponendo un brano dal continuo crescendo senza un vero ritornello radiofonico. Positivamente retrò.
20. L’AMORE MERITA – Greta, Roberta, Simonetta e Verdiana. Sono la vera sorpresa che nessuno si aspetta: quartetto curioso che unisce anime musicali anche molto lontane per cantare all’unisono la denuncia sociale dell’omofobia. Trascinante, ben scritta e musicalmente non banale con la fusione di così tante sfaccettature. E chi l’ha detto che le donne non sanno formare un gruppo di successo? Largo alle donne.
23. LASCIAMI ADESSO – Marco Carta. Ballata pop a sfondo amoroso in perfetto stile sanremese con una voce graffiata e sabbiosa che racconta un amore sul baratro ed una melodia che fa su e giù come spesso avviene nei brani della coppia autorale Camba-Coro che confezionano un potente bridge prima dell’ultimo ritornello che sul sostegno degli archi fa liberare la potenza vocale del suo interprete. Struggentemente sanremese.
26. MENTRE TI PARLO – Miele. La più “sfortunata” dell’ultima edizione delle Nuove Proposte del Festival di Sanremo entra di diritto tra i brani immancabili di questa prima parte di annata non tanto per la vicenda che l’ha vista coinvolta ma per il brano davvero degno di nota. Anche in questo caso racconto emozionante di una vicenda personale che fa uscire tutta l’emozione che racchiude in un ritornello liberatorio dove l’energia si mischia alla rabbia in un intricato intreccio creato dalla sua struggente interprete. Dentro al pezzo fino alla fine.
29. NO HERO – Elisa. Ennesimo capolavoro della friulana che così torna all’inglese dopo un disco completamente in italiano (“L’anima vola”, 2013). Musicalmente impeccabile partendo da un testo semplice ma incisivo e una melodia orecchiabile fino alla nausea (e tutti quegli oh-oh-oh a cosa mai potrebbero servire altrimenti?) e arrivando ad un arrangiamento contemporaneo (ma non troppo) con qualche eco di elettronica ed una voce che può fare qualunque cosa. Immensamente grande.
32. PER UN POCO DI CASH – Irama. Anche in questo caso si parte da immagini quotidiane per estrarre un concetto universale che in questo brano si concretizza nella convinzione che “non muore un’idea questa notte” facendo palese riferimento agli attentati terroristi di Parigi. Un vero cantautore 2.0.
35. QUELLO CHE NON SAI DI ME – Annalisa. E’ senza ombra di dubbio il miglior brano dell’ultimo disco della rossa savonese che in questo 2016 era desiderosa di fare il grande salto che mancava alla sua carriera buttandosi in quell’electropop che tanto funziona in radio e nelle classifiche peccato che non sia quella la dimensione che più le si addice nonostante lei sia sempre impeccabile. Qui, dove il pop ancora sopravvive, esce tutto il suo talento vocale ed interpretativo in un crescendo dall’ampio respiro che culmina in un ritornello ridondante. Il vero brano sanremese del disco.
38. RESTA CON ME – Giovanni Caccamo e Carmen Consoli. Uno dei brani più delicati, soavi ed incantati di quelli pubblicati fin qui in questa annata musicale. Caccamo ci mette tutto il suo talento autorale (e non è poco), la Consoli ci piazza quella sua voce piena e dal timbro particolare creando una fusione perfetta per colpire nel segno. Un lungo crescendo dall’ampia orchestrazione (in perfetto stile Caccamo) dona una luce particolare al pezzo che acquista di ulteriore magia nel momento in cui la Cantantessa entra in scena. Duetto impeccabile contornato di magia.
41. SOLO DUE SATELLITI – Marco Mengoni. Manca sicuramente quel pepe in più sia vocalmente che musicalmente che ne avrebbero fatto una grande hit ma questo pezzo firmato da Giuliano Sangiorgi funziona alla grande nel suo essere così melodico e dolce nei toni. Forse l’estate non è stata la stagione adatta in cui sentirlo in radio ma fuori dal contesto radiofonico funziona, eccome. Non stagionale.
44. STELLA CADENTE – Modà. Kekko si fa più delicato che mai per una perfetta dedica d’amore che comunque mantiene saldo il marchio Modà in un testo denso delle più tipiche immagini amorose. Colpisce, tuttavia, per la sua capacità di essere delicato ma non troppo mieloso. A tratti commovente.
47. TI SEMBRA NORMALE – Max Gazzè. E’ giustamente una delle hit dell’estate anche se forse un po’ a sorpresa visto che non rientra nei canoni classici dei brani faciloni che caratterizzano le nostre ultime estati. Gazzè si conferma vero asso del cantautorato pop dei nostri anni riuscendo anche in questo caso a creare un tormentone radiofonico senza rinunciare al proprio particolare modo di scrivere. Unico nel suo genere
50. UNO DI QUESTI GIORNI – Nek. Nek si riconferma vero mattatore di quel pop-rock misto a elettronica e non solo che funziona particolarmente in questo periodo. Energia allo stato puro che non può che essere trascinante anche grazie ad una voce che trasmette le medesime sensazioni in un ritornello che fa emergere tutta la potenza di cui dispone. Costruita perfettamente.
3. BELLISSIMO – Antonino Spadaccino. Nell’anno in cui l’amore omosessuale viene portato al centro dell’attenzione anche al Festival di Sanremo (ricordate i nastri arcobaleno?) c’è spazio anche per canzoni che affrontano l’argomento con la naturalezza che richiede. La voce soul di Antonino è l’emblema di questa voglia di cantare con semplicità un brano dal testo talmente semplice che non essere naturale sarebbe impossibile. Il vero valore aggiunto è una voce che quando si entra in certe sfumature melodiche è davvero da fuoriclasse. Sincero.
6. CIELI IMMENSI – Patty Pravo. Quando si viene definiti per 50 anni “divina” un motivo c’è sicuramente. L’eterna ragazza del Piper torna con un progetto d’inediti per celebrare mezzo secolo di carriera nella musica e sceglie di farlo in grande stile tornando in gara a Sanremo (alla faccia dei troppi presunti big che temono quel palco) con un pezzo di un autore moderno come Fortunato Zampaglione (ma che è anche uno tra i due più popolari autori dell’ultima stagione insieme a Federica Abbate)che esalta la sua classe vocale abituale.
9. COMUNQUE ANDARE – Alessandra Amoroso. Gioiellino della ditta Toffoli-Amoroso che scrivono insieme questo brano (con il marchio di Elisa ben visibile) che fa finalmente uscire quel lato più spensierato (e moderno) dell’interprete salentina che rinasce così sotto una nuova luce. Impossibile resistere ad uno dei brani dell’anno, tanto semplice quanto coinvolgente. Sorprendentemente fresca.
12. E’ ANDATA COSI’ – Loredana Bertè. Sembra di tornare indietro nel tempo con questo brano firmato da Ligabue che racconta Loredana come facevano i grandi autori del secolo scorso quando le canzoni nascevano per raccontare qualcuno invece che per riempire un disco di uno piuttosto che di un altro interprete indistintamente. Un incrocio di due rockstar.
15. GUARDANDO IL CIELO – Arisa. E’ la classica (e oramai non più sorprendente purtroppo) “arisata” di sempre che per l’occasione (e per l’ennesimo ritorno a Sanremo) affronta la dimensione spirituale. Malgrado una canzone tutto sommato banale e non così incisiva come le cose migliori cantate dalla potentina e scritte dal suo autore (Giuseppe Anastasi) a far la differenza è la voce che si conferma una delle migliori dei nostri tempi.
18. LA STRADA VERSO CASA – Lele. Altra ballata dai toni pacati che questa volta viene completata anche da una voce altrettanto melodica. Dedica di vita commovente in quella sua delicatezza estrema. Si sente la mano di Elisa nell’arrangiamento che sostiene il tutto permettendo che non crolli come un grande castello di carte.
21. L’AMORE QUI NON PASSA – Negramaro. Vera e propria apoteosi della voce di Giuliano Sangiorgi che sfodera una lenta ballata che parte chitarra e voce raccontando un paesaggio quotidiano con quel consueto realismo della penna del suo autore per arrivare ad un lento crescendo che culmina nel finale. Uno di quei brani che celebrano il genio musicale di quest’artista insostituibile. Sangiorgi show a partire dalla scrittura fino alla voce.
24. L’ESTATE DI JOHN WAYNE – Raphael Gualazzi. Ritorno più contemporaneo che mai per il pianista jazzista che sorprendentemente si fa canticchiabile nel ritornello quando la voce si fa piena al contrario delle strofe cantate in quel suo caratteristico mezzo falsetto per un testo ricco di citazioni illustri. Pop cantautorale.
27. MI ALLONTANERO’ – Deborah Iurato. La sua è una delle voci più potenti di tutto il nostro panorama e in questo pezzo (e nel ritornello in particolar modo) tutto questo è palesato in modo netto. Testualmente non è tutto questa novità (nuovo racconto di un amore che viene e va con addii e ritorni vari) è proprio l’ex vincitrice di Amici a dare una marcia in più al pezzo sfoderando tutta la voce di cui dispone. Canticchiabile solo da ugole dotate.
30. NON SONO POSITIVO ALLA NORMALITA’ – La Rua
Grazie a loro il new folk arriva in Italia (o perlomeno al grande pubblico) e lo fa con la classe di chi la gavetta ne ha fatta a valanghe. A livello di arrangiamento non peccano davvero in nulla unendo suoni comuni a quelli meno comunemente diffusi. Testo su cui s’inalbera un racconto ben preciso e che esce dai canoni abituali della scrittura dei nostri tempi. La novità di genere dell’anno.
33. QUALCHE COSA DI DIVERSO – Patty Pravo
E’ con la magica penna di Zibba che la ragazza del Piper ritrova il suo più puro ed eterno classicismo tirando fuori uno di quei brani che avrebbero potuto essere tranquillamente uno dei brani di più successo di tutta la sua carriera se cantato qualche anno fa. Non per forza retrò (anzi) ma in sé conserva quella magica che sa renderlo positivamente uptempo. Una perla autorale.
36. QUESTO TEMPO – Irene Fornaciari. Altra ballata pop melodica per Irene che con la title track del suo ultimo disco unisce amore a vita quotidiana estraendone una morale preziosa che si manifesta nel ritornello con i versi “bisogna imparare a distinguere il bene dal male, a capire che cosa è importante, che cosa ci serve davvero e che cosa non vale niente”. Un buon pop.
39. RIVOLUZIONE – Renato Zero. Renato riesce ancora una volta nell’impresa di confermarsi grande con un nuovo disco d’inediti che mantiene alta l’asticella esattamente come avviene da anni. Zero ci mette quel suo gran talento di scrittura e poi il resto è storia: musica in suo perfetto stile ed interpretazione che solo lui può dare pur parlando esplicitamente di un’auspicata rivoluzione del sistema. Eterno.
42. SONO ANNI CHE TI ASPETTO – Fabrizio Moro. E’ un ritorno a quel pop easy-commercial da cui il cantautore romano proviene ma che da qualche tempo aveva accantonato (escludendo quei brani scritti per altri interpreti) per ricercare un maggiore spessore artistico. Ora è pronto per tornare sulle scene popolari e questa è la strada giusta: crescendo musicale su una melodia con sintetizzatori, voce graffiata e graffiante e parole come sempre profonde. Il miglior autore dei nostri tempi.
45. SUL CIGLIO SENZA FAR RUMORE – Alessandra Amoroso. E’ uno dei gioiellini dell’autore che ne firma il testo che continua a dimostrare di essere tra i numeri uno dell’autorato nostrano: Roberto Casalino regala ad Alessandra un brano tipicamente pop e struggente (com’è gran parte del repertorio della salentina) ma lo fa cucendole addosso parole sublimi che non fanno che esaltare il tutto in questo crescendo melodico che fa sprigionare la voce. Binomio fantastico per un successo assicurato.
48. UN GIORNO MI DIRAI – Stadio. Canzone vincitrice dell’ultimo Festival di Sanremo probabilmente grazie soprattutto al brano in sé, vera poesia autorale che vede in scena un rapporto tra padre e figlia. Una poesia in musica.
Ilario Luisetto
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