Recensione del nuovo album del nuovo corso della band
Che non fosse facile ripartire era chiaro a tutti dopo il parziale cambiamento di formazione con l’inserimento di Leiner Riflessi nel gruppo che negli ultimi due anni aveva scalato ogni classifica eppure i nuovi Dear Jack sembrano aver superato la prova con mezzo respiro, il loro nuovissimo album uscito a febbraio 2016 contemporaneamente alla partecipazione al Festival di Sanremo 2016.
13 tracce in cui c’è davvero tutto: passato, presente e anche futuro. Si passa dalle cover rivitalizzate e modernizzate di Oro (successone di Mango) e Un bacio a mezzanotte (del remoto Quartetto cetra) ai nuovi inediti non dimenticando nemmeno il passato della band che viene ricordato inserendo tre brani del precedente album reinterpretati dalla nuova voce. Ascoltando le nuove versioni di Uno sbaglio insieme, Ora o mai più e Le strade del mio tempo è impossibile non fare riferimento a quell’interpretazione irruenta e d’impatto dell’ex vocalist Alessio Bernabei ma Leiner, dalla sua, porta un maggior equilibrio vocale e quella ventata d’elettronica che mancava.
Guardando agli inediti, Mezzo respiro, il brano sanremese, spicca su tutti per orecchiabilità e contemporaneità: una ballata pop a cui alle vecchie chitarre elettriche si accostano le acustiche molto più presenti che in passato per raccontare la fine di un amore che vuole, però, essere archiviato con serenità “perché odiarci non serve più”. Su questa scia si colloca Non è solo un piccolo particolare dove la voce continua ad essere delicata, l’arrangiamento decisamente pop-rock e il testo incentrato sull’amore questa volta distratto. Il lato più interessante viene dagli altri sei inediti in cui s’inserisce quell’elemento elettronico e quei suoni che strizzano l’occhio al dance con dei ritornelli sempre estremamente orecchiabili e radiofonici. Si parla di sogni in La storia infinita, dello scorrere del tempo in Guerra personale, di rinascita in Io e te e anche di desiderio fisico in Ossessione tutte con il minimo comune denominatore dell’uso dell’elettronica negli arrangiamenti. Gli esiti più estremi di questa svolta e ricerca stilistica sono quelli che si concretizzano in Amore e veleno, una scanzonata ballata nelle strofe che si trasformano in un ritornello trascinante in inglese, e in The best time dove tutto si sposta nella sfera dell’internazionalità con un testo completamente in inglese.
Un disco che ha lo scopo di presentare questa nuova anima artistica di questi 5 ragazzi più uniti che mai dalla musica. Un disco più maturo del loro passato per quanto riguarda la ricerca di sonorità più contemporanee ed interessanti. Da qui devono ripartire per ricostruirsi un’identità precisa e definita a cui fare riferimento. La prima per loro è buona!
Migliori tracce: Mezzo respiro
Voto complessivo: 7.5/10
Qui trovate anche la nostra video-recensione dell’album
Ilario Luisetto
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