martedì, Marzo 19, 2024

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I Modà giocano a “Testa o croce” ma la moneta cade in piedi – RECENSIONE

Recensione del nuovo album della band

Kekko Silvestre e compagni, alias i Modà, tornano a farsi sentire a distanza di due anni dall’ultima comparsa musicale e a quattro dall’ultimo vero e proprio progetto discografico. Lo fanno con Testa o croce, un nuovissimo disco d’inediti scritto e composto sotto il segno della tranquillità e delle storie reali e pubblicato per un’etichetta indipendente a partire dal 4 ottobre 2019.

Chi si aspetta la rivoluzione od un disco che riesca a mostrare perlomeno un’evoluzione nei temi o nei suoni rispetto ai precedenti lavori della band milanese rimarrà deluso. Niente di tutto ciò si avvera ma i Modà scelgono, consapevolmente o no, di fare esattamente i Modà. Lo fanno fin dal singolo che ha fatto da lancio del disco, la romantica Quel sorriso in volto che come da tradizione parte con il pianoforte, cresce pian piano nell’arrangiamento e si concentra nel racconto di una storia d’amore tra un lui ed una lei che s’incontrano, si amano e si stringono per l’eternità.

Le rime sole-cuore-amore si sprecano nel corso dell’album e raccontano di relazioni che si consumano nel corso di vite ovattate e sognanti. Kekko guarda con una positività estrema all’esistenza e compone quello che, forse, è il suo album più sereno e disteso anche nei suoni utilizzati facendo sempre riferimento all’efficacia del suonato. Ci sono, a tal proposito, la “chitarrosa” Testa o croce, che solo nel finale si apre ad un’energia positiva e ad un assolo musicale, o l’orchestrale Puoi leggerlo solo di sera, che recupera ampiamente anche l’utilizzo della sezione d’archi per riflettere sulle “stelle da guardare insieme”.

I Modà fanno i Modà anche quando tirano fuori la passione per spingere sull’acceleratore musicalmente come avviene in Per una notte insieme, dove si va a mettere l’accento sulla follia d’amore per trovare tinte rock ed una batteria martellante che sottolinea “l’assenza di una femmina”, o in Non te la prendere, che invita a far “l’amore ma scordati subito di me”, e in Una vita non mi basta, dove l’arrangiamento spinge molto di più che la voce.

C’è, poi, ovviamente anche la parte più mielosa, dolce e delicata che racconta l’amore con gli occhi incantati e le rime più spiaccicante. Tutto questo si realizza soprattutto nella retrò (solo nel titolo) Love in the ’50, dove l’aggettivo più appropriato per descrivere l’amata è “bellissima“, nella fiabesca La fata, che cita addirittura Winx e Big Jim, o nella conclusiva Guarda le luci di questa città, che dedicandosi a Milano va a raccontare, costituendo un’alternativa efficace, il capoluogo lombardo tra vetrine e luci.

L’episodio più positivo è quello che arriva con Quelli come me che pur non adottando ricette sonore innovative o diverse dallo standard compositivo trova la chiave di lettura giusta per raccontare di sè e della propria vita viaggiando tra tinte pop parlando d’amore ma sporcando il tutto con il giusto rock citando anche “chi se ne fotte”. C’è dentro malinconia, cuore, sentimento, pianti di notte, segreti ma, soprattutto, tanta verità che si fa palese, immediata e senza filtri.

Il viaggio si conclude, poi, con Voglio solo il tuo sorriso, dove torna il romanticismo condito da una lei raccontata in terza persona rispetto ad un lui che le sta di fronte in silenzio solo per la gioia di guardarla ed ammirarla, e Non respiro, dove entra in gioco anche un leggero eco per dare dinamica alla lirica di un amore che arriva dal passato. Chiude il cerchio la bonus track Quel sorriso Giogiò dove la figlia della voce dei Modà si destreggia a cantare il singolo di lancio del progetto: una trovata sicuramente di cuore e di affetto ma che si poteva tranquillamente evitare, soprattutto in uno spazio di ben 4 minuti.

I Modà sono tornati. Sono tornati da ogni punto di vista. Sono tornati esattamente per come se ne erano andati qualche tempo fa. Ed il problema è e rimane proprio lì: la ricetta ormai è vecchia, la musica viaggia ad una velocità pazzesca e quando non hai più cartucce di vera qualità nel fucile è inutile continuare a sparare, almeno l’evoluzione potrebbe salvare l’apparenza tentando nuove strade. Qui, purtroppo, non c’è nè la canzone giusta nè un’evoluzione che possa distrarre l’ascolto. Come dice e scrive Kekko “testa o croce non esiste se decide il cuore” quasi a voler ricordare che le scelte musicali sono qualcosa che arriva da dentro ma bisognerebbe ricordare alla voce dei Modà che, nella musica, conta anche, e soprattutto, la testa: se il cuore batte sempre allo stesso modo, ed è palese che abbia annoiato il pubblico in una certa misura, allora l’intelletto potrebbe suggerire delle opzioni valide.

Migliori tracce | Quelli come me

Voto complessivo | 5.8/10

Tracklist |

  1. Testa o croce  
    [Francesco Silvestre]
  2. Quel sorriso in volto 
    [Francesco Silvestre]
  3. Puoi leggerlo solo di sera
    [Francesco Silvestre]
  4. Quelli come me
    [Francesco Silvestre]
  5. Per una notte insieme 
    [Francesco Silvestre]
  6. Voglio solo il tuo sorriso
    [Francesco Silvestre]
  7. Una vita non mi basta
    [Francesco Silvestre]
  8. Non respiro
    [Francesco Silvestre]
  9. La fata
    [Francesco Silvestre]
  10. Non te la prendere
    [Francesco Silvestre]
  11. Love in the ’50
    [Francesco Silvestre]
  12. Guarda le luci di questa città
    [Francesco Silvestre]
  13. Quel sorriso Giogiò
    [Francesco Silvestre]

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
Ilario Luisetto
Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.