Il cinghiale bianco ed X-Factor
Questa rubrica si chiama “Il cinghiale bianco” e nasce dall’esigenza di scoprire la verità, accendere la luce e portare un po’ di conoscenza, ovviamente nella musica e con la musica. Questo essere anomalo e ingombrante si addentra in luoghi sconosciuti per comprenderli, così da poter, all’apparenza, essere felice.
Un paio di giorni fa, ad esempio, il cinghiale bianco ha mangiato la marmellata. Siamo davanti alla TV e su Sky, in diretta, assistiamo alla seminfinale di X-Factor: è ormai la sesta puntata e tra i gruppi di Manuel Agnelli quest’anno troviamo l’ultimo rimasto in gara, i Litte Pieces of Marmelade, una band marchigiana. Ma.
In undici edizioni del format su Sky sono stati svariati gli anni in cui abbiamo urlato al “miracolo” musicale, a partire dalla prima edizione in cui una giovanissima Francesca Michelin, a soli sedici anni, conquistava giuria e pubblico cantando alle audizioni i Led Zeppelin. E’ Rock, è figo. La giovane bassanese abbandonerà presto la “trasgressione” e diventerà una perfetta icona pop dentro il contenitore del mainstream. Niente marmellata ma ci piace. Anno dopo anno, di tentativi ne abbiamo visti, risultati invece non molti, fino ad arrivare ai Maneskin, il grande ed ultimo (fino ad ora) fenomeno musicale venuto fuori da X-Fatctor. Un mix di sensualità stimolante per i teenagers e non solo, ambiguità sessuale e simpatia tutta romana mista a canzoni truccate di rock e testi poco più che pop. In quel caso, l’allora giudice Manuel Agnelli faceva delle arringhe ben precise e mirate al grido di “è tornato il rock in Italia”. Niente di difficile da digerire: i ragazzi sono fighi, la loro musica è vestita bene, loro un po’ meno ma hanno stile: ci piacciono insomma.
Arriva il 2020 e X-Factor annuncia la rivoluzione: nel cast di concorrenti troviamo, infatti, cantanti pop, rapper, cantautori, band pop/rock (vanno citati i Melancholia per l’ altissimo livello musicale) un cantante di reggaeton e fenomeni da baraccone tra metateatro e Gaber. Poi spuntano i Little Pieces of Marmelade, anche se a piccoli pezzi, difficili da mandare giù.
Quello che ha fatto Manuel Agnelli con questi ragazzi è stato “schiaffeggiare” il pubblico di crossover, punk e rock. Il cinghiale bianco ha potuto apprezzare round diversi della stessa canzone, con lo stesso approccio vocale, urli e schiamazzi in performances degne del compianto Heineken Jammin Festival. Tutto lecito, bisogna diversificare il cast, nessuna rivoluzione, solo andare a pescare dentro cose nuove per ovvie ragioni, altrimenti ci saremmo trovati copie trite e ritrite di altri concorrenti. Tutto lecito, appunto, se fossero stati eliminati tra la terza e la quinta puntata, invece la marmellata l’abbiamo assaggiata e ne siamo rimasti rapiti, così, uno dopo l’ altro sono caduti tutti i dogmi classici del format di Sky e con esso i concorrenti che sin dall’inizio avremmo reputato potenziali vincitori. Insomma, i Little Pieces of Marmelade sono in finale senza alcun buon pronostico perché, si sa, questo genere non piace ai più. Unico scoglio da superare: se non ci piacciono è un problema nostro, e grande. Vengo e mi spiego: non tutto ciò che è bello oggettivamente deve piacerci; si, ho detto “bello oggettivamente” perché non se ne può più di credere che tutto è giusto se piace.
Il cinghiale bianco adesso vi invita all’ ascolto del “Preludio e fuga a 4 voci in do maggiore BWV 846” tratto dal “clavicembalo ben temperato” di Johann Sebastian Bach, (da qui il link nell’ esecuzione di Martha Goldstein) era il 1722 e Bach componeva dodici preludi e fughe per strumento a tastiera in tutte le dodici tonalità, nei modi maggiori e minori, in tutte le possibilità armoniche musicali insomma. L’opera fu iniziata nel 1722, ventidue anni dopo seguì il secondo libro, mentre la prima stampa ufficiale avvenne soltanto nel 1801, altrochè “faccio Sanremo e due mesi dopo pubblico il disco”. Pensiamo a quanto fosse tutto più lento, più ponderato. Bach decise di spiegare in musica cosa fosse il sistema temperato equabile, scrivendo 24 coppie di brani e per ciascuno un preludio e una fuga (per indenderci i due singoli di un album) nella stessa tonalità per poi procedere di relative minori e di semitono in semitono. Follia? No, studio, disciplina, dedizione e applicazione di tutto questo alla creatività: l’arte signori, questa sconosciuta. Ora la domanda sorge spontanea: perché stavamo parlando dei Little Pieces of Marmelade e siamo finiti a Bach? Per andare avanti nella lettura è necessario ascoltare almeno dieci secondi dal link sopra. Lo avete fatto? Bene, possiamo andare avanti.
Dicevamo che il cinghiale bianco ha mangiato la marmellata, ma torniamo a due giorni fa e ad X-Factor: due manches, la prima è quella dei duetti, in cui la band suona con Alberto Ferrari dei Verdena il brano “Muori Delay”. “Solita solfa, questa sera escono loro” ha pensato il cinghiale bianco e gran parte del pubblico. Seconda manche, i L.P.O.M. si giocano l’ accesso alla finale con “Give me all your Love” degli Alabama Shakes, che Wikipedia ci dice essere un gruppo statunitense formatosi nel 2009, genere: Rock, Gospel, Black Music.
Questa esibizione, alle porte ormai di una eliminazione annunciata con tanto di ringraziamenti alla band da parte del loro giudice Agnelli, ha fatto cadere giù il quadro di T.D. Lemon Novecento con un grosso “Tran!” perché per la prima volta abbiamo sentito l’emozione che vuole il pubblico dei talent: c’era una vocalità del batterista/cantante tutta nuova, un falsetto intonato e ottimamente gestito, con intervalli tra la sesta e l’ottava per poi ritornare al “graffio” della voce piena, un strumento “accordato” totalmente al servizio dell’emozione, via all’autotune e ai fronzoli urban e rap. Il cinghiale ha mangiato la marmellata perché in quel momento ha capito che l’errore delle coscienze oggi non è non apprezzare, ma non saper giudicare perché troppo legati al dogma del “non mi piace allora è brutto”. L’ esperienza dall’ascolto di Bach ci insegna che bisogna essere bravi per saper essere giudicati, poi ci vorrà che il pubblico sia paziente e aspetti prima di scagliare la prima pietra, poi, come sempre, un pizzico di fortuna. I Little Pieces of Marmelade sono in finale e due giorni fa il cinghiale bianco, dopo 6 settimane, ha capito che la marmellata può non piacere, ma se fatta bene va assaggiata.
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