venerdì 22 Novembre 2024

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Il Cinghiale Bianco racconta Pippo Caruso: un pezzo di Sanremo

Ricordo di Pippo Caruso, protagonista indiscusso nella musica del Festival di Sanremo

Oggi il Cinghiale Bianco vuole ricordare il più grande direttore d’orchestra che ha segnato la storia del Festival di Sanremo. Lui è Pippo Caruso, un sodalizio con Pippo Baudo iniziato nel 1970, una carriera tra TV e cinema, scomparso nel 2018, per sempre ricordato come colui che ha inventato il famosissimo jingle musicale “Perché Sanremo è Sanremo“.

Nato a Belpasso in provincia di Catania, ha lasciato “la montagna”, l’Etna, per inseguire la propria strada. Baudo voleva fare il pianista mentre lui il conduttore. Tra i banchi del liceo nacque un’amicizia poi diventata un sodalizio. I suoi genitori non avevano le possibilità economiche per comprargli un pianoforte, quindi si accontentò di una chitarra anche se l’orchestra era il suo sogno. Il mondo dei suoni in ensemble gli rapì il cuore quando a undici anni diresse per la prima volta la sinfonia della Norma con la banda del paese. Tutti sapevano che sarebbe diventato un direttore d’orchestra. Aveva undici anni quel giorno in cui coi calzettoni corti diresse quella banda e tra loro anche il suo futuro braccio destro nella trascrizione, una premonizione inconsapevole di un destino che sarebbe stato quello e soltanto quello.

Sarà che il tempo passa e la gente dimentica. Indimenticabili però devono restare certe maestranze che in silenzio e con discrezione hanno cambiato la musica nella televisione italiana. Pippo Caruso doveva fare il professore di lettere, figlio di contabile e sarta, italo- americana. Ma la musica era una tentazione troppo grande. Mandolino e chitarra, erano strumenti necessari da suonare per il barbiere della città, perché non erano le riviste scandalistiche a intrattenere i clienti allora, ma la musica live, suonata dallo stesso barbiere. Così il piccolo Caruso mosse i suoi primi passi, per poi studiare, perfezionarsi all’estero ed infine diventare la metà in musica di Pippo Baudo (qui il link al nostro ultimo articolo: Louis Armstrong, Pippo Baudo e la querelle a Sanremo 1968: la vera storia della vicenda).

Pippo Caruso

Tornato in Italia Pippo Caruso fece un provino a Milano. Pensate che il provino consisteva nel dirigere la stessa orchestra della Rai. Da quel giorno si spalancarono le porte della televisione. Erano gli anno ’70 e il direttore d’orchestra si dilettava anche in famosi siparietti televisivi con lo stesso Baudo, fra tutti ricordiamo quello con Michael Duglas, durante un “Canzonissima”.

Poi Sanremo. Il sigillo ad una carriera che per sempre segnerà le gesta musicali di Pippo Caruso. Il punto di arrivo per qualsiasi direttore d’ orchestra. Lui diresse l’orchestra del Festival, il primo a coinvolgere l’orchestra sinfonica di Sanremo. Quindi attenzione: se oggi c’è la grande orchestra lo dobbiamo a lui. Ha diretto su quel palco Michael Bolton e Celine Dion, giusto per citarne due fra i tanti. Memorabili gli intro musicali in apertura, da far invidia all’America della notte degli Oscar quanto a eleganza, perfezione musicale e sfarzo di italianità.

Oltre alla musica la passione per le rose che Pippo accuratamente coltivava nella sua casa in campagna. Le rose come la musica, il profumo come la direzione d’ orchestra a riempire la eco di uno spazio aperto. Una vita spesa ad aspettare di conoscere gli ospiti, programmare le sequenze delle canzoni, gli arrangiamenti, le prove e l’universo che gira attorno a questa macchina. Tutto questo era il legame tra Pippo Caruso e Sanremo, che ha vissuto con lui il passaggio del festival da ascoltare a quello anche da guardare. E’ per questo che uno dei suoi principi era “mi piacerebbe scrivere musica non solo per le orecchie della gente, ma per la bocca della gente“.

Bruno Lauzi, Bardotti, Giorgio Calabrese furono solo alcuni dei suoi collaboratori.  La vecchia guardia della grande musica italiana diventò la sua squadra vincente. “Perché Sanremo è Sanremo” resterà per sempre nei cuori di tutti gli italiani. Ricordo di anni e storia della cultura di un paese segnato, come sempre, dalla musica dei grandi professionisti che l’ hanno saputa fare.