La FIMI pubblica i dati del mercato discografico dei primi 6 mesi dell’anno
Che il segmento digitale del mercato discografico italiano fosse nettamente in crescita rispetto al continuo calo del reparto fisico era, oramai, una verità data per assodata e consolidata. Che lo fosse con le dimensioni rivelate dalla FIMI negli ultimi giorni, forse, non ce lo si aspettava.
Nei primi 6 mesi del 2019 il digitale (grazie soprattutto ai servizi di streaming che capitalizzano il 63% delle entrate) è arrivato a rappresentare i 73% dei guadagni dell’industria musicale relegando il mercato fisico ad un quarto della torta.
Crescono i ricavi (che toccano la cifra degli 86 milioni di euro) e lo fanno soprattutto grazie all’incremento degli abbonamenti ai servizi a pagamento di streaming digitale che registrano un +32% dei guadagni rispetto al 2018.
Il mercato fisico crolla al 27% del mercato (nel 2018 era il 39%) ed è il vinile, per assurdo, ad arginare un declino che altrimenti sarebbe ben peggiore. Il supporto storico del vinile continua la sua crescita e registra un +5% arrivando a rappresentare, da solo, il 31% di tutto il mercato fisico.