“Il grido del silenzio” di Alessandro Errico: te la ricordi questa?

Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare ancora. Oggi parliamo di “Il grido del silenzio” di Alessandro Errico
La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 1996 con “Il grido del silenzio” di Alessandro Errico .
Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.
Ti sblocco un ricordo: “Il grido del silenzio” di Alessandro Errico
Torniamo indietro al 1996, a quando Alessandro Errico prende parte alla sezione Nuove Proposte del Festival di Sanremo con “Il grido del silenzio”, la canzone su cui ci soffermiamo oggi.
Questo pezzo rimane uno degli esempi più struggenti e viscerali di una tipica ballata italiana degli anni ’90, capace di toccare corde profonde con parole cariche di pathos e immagini emotivamente forti.
Il titolo stesso è già un ossimoro che racconta tutto: “Il grido del silenzio” è l’urlo muto dell’assenza, quel dolore che non ha voce ma che si sente in ogni angolo dell’anima.
Alessandro Errico lo traduce in musica, restituendone un’interpretazione potente e autentica, mai sopra le righe, ma sempre pronta a farsi strumento di un’emozione pura che si nasconde anche nel silenzio.
Il testo di “Il grido del silenzio” di Alessandro Errico
Ma come faccio a respirare io
in questo angolo dell’universo
se ovunque mi trascino vedo luce
fino a sentirmi trapassare il cuore
Dovrò fuggire per fermare il sale
che adesso scorre a grumi nelle vene
perché i tuoi occhi a me mi fanno male
come un disperato senza voce
Io non so più
neanche se respirare
non so più
neanche se respirare
Lei ha negli occhi il cielo
un paradiso amaro
frammenti d’infinito
che si perdono dentro me
innamorato io non sono stato mai
Ma quante lacrime verserò?
E quante notti in bianco
davanti a un cielo stanco
il grido del silenzio
che annaffia fogli di malinconia
per diventare cielo e diventare luna ed
inventarmi accanto a te
Io ti sento in ogni battito
ti sento fino ad annullare me
un’esplosione dove i sogni gridano
il mio destino senza te
in questo angolo dell’universo
io non saprei nemmeno darti un senso
se quando poi ti incontro io mi nasconderei
Nel sogno si annida la mia libertà
e lì sarai sempre mia fino all’eternità
E quante notti in bianco
davanti a un cielo stanco
il grido del silenzio
che annaffia fogli di malinconia
per diventare mare e diventare amore ed
inventarmi accanto a te
Sono polvere che danza in un raggio di luce
una foglia che vibra su un ramo
Io non ho geometrie e vorrei volare via
sì vorrei volare via con te
L’amore annulla il tempo
Solo un secondo è già un’eternità
Mentre respiro vivi dentro me
Io ti do vita con le lacrime
Ma dove sei?
Dove sei