venerdì 22 Novembre 2024

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Il Mago: “Nella mia musica racconto storie vissute realmente” – INTERVISTA

A tu per tu con il giovane cantautore pugliese, in uscita con il nuovo singolo “Viva dicembre”

Si intitola “Per sempre” l’album d’esordio di Giuseppe Lassandro, meglio conosciuto con lo pseudonimo de Il Mago, artista pugliese classe ’96 che il prossimo 20 aprire suonerà al Teatro Forma di Bari, un concerto nel quale presenterà dal vivo i suoi brani inediti. “Viva dicembre” è il brano scelto per accompagnare il suo debutto discografico, un brano pop che parla d’amore, impreziosito dal videoclip con protagonisti il noto youtuber Alberico De Giglio e la giovane attrice Alice De Matteis. Dopo aver riscosso un buon successo a livello locale con il tormentone estivo “Sempre festa” nel 2016 e reduce dall’ospitata dello scorso anno al concerto di Gigi D’Alessio della sua città, abbiamo incontrato il giovane cantautore per approfondire la sua conoscenza.

Ciao Giuseppe, partiamo da “Viva dicembre”, cosa hai voluto raccontare attraverso questo singolo?

«Ho voluto raccontare una storia d’amore vissuta in un lontano dicembre. Piena di ostacoli ma allo stesso tempo viva più che mai».

Un brano che racconta una storia d’amore piena di ostacoli, ma al tempo stesso un invito all’altra metà a lasciarsi andare, a tornare a sognare, a guardare le stelle. Pensi che in questo preciso momento storico sia tutto più difficile? La tecnologia ci ha più avvicinati o allontanati?

«Sì, lo credo. Credo che ormai non si riesca più a guardarsi negli occhi per più di cinque minuti senza staccarli per guardare le notifiche sullo smartphone. Penso che sia tutto più facile ora che con i social puoi contattare chi vuoi quando vuoi. Puoi scegliere il tuo prototipo di partner così come scegli un prodotto al supermercato. Si fa tutto con i like e i direct, le stelle non le guarda più nessuno».

Che tipo di sonorità hai scelto per esprimere al meglio il senso del testo?

«Io cerco sempre di utilizzare strumenti reali, o perlomeno di rendere le sonorità il più vicino possibile a quelle del pop italiano dagli anni ‘80 ad oggi, ma con una rivisitazione moderna. Qua c’è un tocco anche di indie, ma senza esagerare».

Cosa avete voluto trasmettere attraverso le immagini del videoclip ufficiale?

«La scelta del video è fatta apposta per distaccare il racconto della canzone creandone due paralleli. Il brano racconta la famosa storia d’amore, mentre il video mostra l’ingenuità di due innamorati che si godono ogni frammento della loro relazione, sembrando esageratamente sdolcinati. Infatti alla fine si rivela tutto un sogno».

Facciamo un breve salto indietro nel tempo, quando hai scoperto la tua passione per la musica?

«Anni fa, grazie a mio nonno che suonava il pianoforte. Da lì ho imparato da solo a suonarlo, insieme alla chitarra. Poi un po’ più grande ho sentito la necessità di esprimermi attraverso i testi, e così ho scritto le prime canzoni».

Quali ascolti ti hanno formato e ispirato?

«La musica italiana d’autore, o comunque pop, dagli anni ’80 ad oggi. Da Vasco a Jovanotti. Da Tiziano Ferro a Cesare Cremonini. Cerco di unire un po’ di tutto ciò che ascolto quotidianamente creando un qualcosa che sento mio».

C’è un momento o un episodio che reputi fondamentale per la tua carriera?

«Sicuramente la volta in cui sono stato ospite al concerto di Gigi D’Alessio. Lui è un grande per me, un musicista e autore che prendo molto come esempio. Quel giorno la sua scelta di condividere un momento sul palco con me mi ha regalato il coraggio di continuare a farcela senza mai mollare. Un po’ come dice la sua canzone».

Da cosa trai principalmente ispirazione per scrivere le tue canzoni? Qual è la tua personale formula?

«Racconto storie vissute realmente. La notte specialmente, mi siedo al pianoforte, indosso le cuffie (altrimenti i vicini mi ammazzano) e mi lascio trasportare scrivendo ciò che mi ha segnato di più, dall’amore ai problemi. Un tema molto importante è quello della famiglia. Sento molto la mancanza di una famiglia unita, non sono né il primo ne l’ultimo, lo so, ma mi ha segnato parecchio durante la mia crescita».

Ti senti rappresentato dall’attuale mercato e da ciò che si sente oggi in giro?

«Quasi sempre no. In realtà mi sento rappresentato da una piccola fetta attuale, ovvero tutto ciò che dà peso alla musica e al testo. Ultimo, ad esempio, per me è attualmente il numero uno. È incredibile».

“Viva dicembre” fa parte del tuo disco d’esordio, intitolato “Per sempre”, che valore ha per te e chi ha collaborato in questo progetto?

«”Viva Dicembre” è un brano che amo suonare e cantare. Mi ci rivedo in ogni scena del brano, perciò ha molto valore per me. Al disco ci ho lavorato con Lorenzo Lorusso, fonico, arrangiatore e videomaker. Poi mi hanno dato una mano i miei amici, Alessio Mininni per le grafiche, Giuseppe Antonelli per le foto, e Luca D’Alessio e Francesco Pellegrino per i due brani in duetto».

Buoni propositi e sogni nel cassetto?

«Oltre al concerto il 20 aprile al teatro forma, sogno che ho nel cassetto da una vita, e finalmente reale, vorrei tanto poter iniziare un tour nelle città italiane. Sogno nel cassetto ? Troppo grande per me, ma un giorno vorrei poter sistemare tutta la mia famiglia grazie alla mia musica. E poi riempire uno stadio. Sogno da quando sono nato un momento simile e so che è solo un sogno. Però io faccio quello che posso».

Per concludere, quale messaggio vorresti trasmettere al pubblico, oggi, attraverso la tua musica?

«Vivete. Vivete perché il tempo non ve lo restituisce indietro nessuno. Non vivere la vita che vogliono farvi vivere, ma fate voi le vostre scelte. Fate quello che volete, ma fatelo bene. Amate, gridate, cercate la passione in ogni cosa che fate. E siate felici».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.