venerdì 22 Novembre 2024

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Il manuale dei musicisti emergenti: partiamo dalle canzoni

Il manuale dei musicisti emergenti

Cap. 1: Partiamo dalle canzoni

Chi ama la musica, si sa, rincorre i propri sogni senza tregua e l’unico obiettivo diventa quello di trasformare quelli che molti chiamano “hobby” in un lavoro che ci possa permettere di vivere d’arte. Per quanto in Italia, soprattutto a dire il vero, la musica venga vista più come una passione del sabato pomeriggio piuttosto che come occupazione, il campo artistico musicale offre svariate posizioni lavorative che possono spaziare dall’ambito puramente artistico a mestieri più “tecnici”.

In questa rubrica, voglio soffermarmi sulla figura del musicista emergente. Nella mia seppur breve esperienza, prima da musicista e poi da autore, produttore e docente, ho fatto i miei sbagli e ho tratto degli insegnamenti da ciascuno di essi. Se avessi conosciuto prima determinati concetti, avrei evitato molti errori. Questa rubrica nasce dalla volontà di informare e sensibilizzare cantanti, musicisti e band emergenti su determinati temi che ognuno di queste figure dovrebbe ben conoscere.

Iniziamo dalla base. Iniziamo dalle canzoni. Per essere più specifici, concentriamoci sull’ambito forse più importante di una canzone: il testo, le parole, il racconto. Il termine “racconto” non è casuale e, nell’articolo, spiegherò il perché.

Il musicista emergente conosce la vera palestra di vita: il pub. Suonare in un pub, in un ristorante o in una pizzeria, a meno che tu non faccia cover caratterizzate dal famoso trittico 70/80/90, è un’impresa davvero ardua. Perché, se il pubblico sta mangiando, dovrebbe dedicare attenzione ad un cantautore ed alle sue canzoni? Perché dovrebbe scegliere te che suoni e non un hamburger accompagnato da vari discorsi fra amici? Lo so, sono domande antipatiche ma chi canta davanti ad un pubblico dovrebbe sempre porsi questi interrogativi insieme ad un altro, probabilmente il più importante: le mie canzoni riescono a creare un contatto emotivo tra me che le canto e delle persone che le ascoltano?

Esistono tanti fattori che influenzano una performance: la bellezza o la particolarità di un timbro vocale, l’intonazione di chi canta, il sound dei brani, la qualità di ascolto del live ma la cosa fondamentale è e rimarrà sempre la capacità di colpire emotivamente chi ti sta ascoltando con i tuoi brani.

Prima regola del club degli emergenti: le canzoni devono essere scritte per gli ascoltatori e non per sé stessi.

Lo so, è un’affermazione pesante e qualcuno potrebbe rispondermi “allora dobbiamo piegarci alle regole di mercato e seguire le tendenze del momento?”. No, non sto parlando di genere, di moda o di “canzone che funziona” (cosa ben diversa da “bella canzone” la maggior parte delle volte). Sto parlando di scrivere pensando all’obiettivo di “agganciare” emotivamente l’ascoltatore.

Adesso, cerchiamo di capire come farlo. Facciamo la dovuta premessa, anche se so che mi tirerò addosso le ire di molti “insegnanti”: il songwriting non si insegna. Scrivere canzoni è qualcosa che o si ha o non si ha e questa è la dura realtà da dover accettare. Tuttavia, un docente di songwriting può e deve dare dei consigli e delle linee guida per far sì che lo studente possa progredire nella scrittura dei suoi brani prestando attenzione a dei dettagli ai quali prima, magari, non dava troppo peso.

Ci sono dei consigli da dare ma, sia ben chiaro, nella scrittura di un brano e nella musica in genere, non esiste un libro sacro di riferimento. I miei sono dei suggerimenti per provare a migliorare. Abbiamo parlato prima di “racconto” e di coinvolgimento emotivo da parte dell’ascoltatore. Il primo passo per legare sentimentalmente chi ci ascolta con una nostra canzone consiste nel considerare tre concetti basilari:

  • Non è importante di cosa parliamo bensì come ne parliamo.
  • Prima di scrivere, dobbiamo sapere che tipo di emozione vogliamo causare con il nostro brano.
  • Dobbiamo essere autentici e credibili.

Fatte queste premesse, il prossimo step è quello di considerare, nel momento di scrittura, sei elementi di connessione emotiva:

  • Gusto
  • Tatto
  • Vista
  • Suono
  • Odore
  • Movimento (azioni intorno al soggetto principale del brano)

Questi fattori creano un’esperienza vera propria nella quale l’ascoltatore può immergersi e quasi diventare esso stesso parte del nostro racconto ed è proprio questo che dobbiamo regalare a chi ci ascolta: un’esperienza, un qualcosa in cui ci si può rivedere, un dettaglio che può essere comune a tutti. Fatti questa domanda: nei tuoi brani, sono presenti questi sei elementi? Se ne manca anche solo uno, fidati, c’è qualcosa che non va.

L’ultimo fattore è il periodo di tempo nel quale collochiamo il nostro racconto. Il tempo è fondamentale nel racconto dei dettagli in quanto uno spazio temporale più stretto ci darà la possibilità di descrivere ogni sfaccettatura in maniera più specifica e convincente mentre uno spazio temporale più dilatato ci porterà a parlare in maniera più generica e meno convincente dei dettagli rendendo il nostro brano meno convincente. Detto ciò, è evidente che ci sono una serie di variabili in una canzone, come la linea melodica e/o l’arrangiamento, ma essere attenti nella scrittura del testo, senza considerare rime e musicalità che richiederebbero un articolo a parte, ci fa essere già a metà dell’opera.

Questa prima “puntata” del nostro manuale dei musicisti emergenti finisce qui. Ci vediamo lunedì prossimo dove parleremo di cosa fare dopo aver scritto il nostro brano: parleremo di diritto d’autore e diritto editoriale cercando di spiegare in maniera semplice quello che è complesso solo all’apparenza.