“Il muro” di Anna Oxa: te la ricordi questa?
Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare ancora. Oggi parliamo di “Il muro” di Anna Oxa
La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 2003 con “Il muro” di Anna Oxa.
Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.
Ti sblocco un ricordo: “Il muro” di Anna Oxa
Tra le canzoni più intense e simboliche del repertorio recente di Anna Oxa, “Il muro” (secondo singolo estratto dall’album “Ho un sogno”, pubblicato nel 2003) si presenta come un viaggio introspettivo nel significato profondo delle barriere che ci costruiamo, dentro e fuori di noi. In un brano che unisce riflessione filosofica, forza vocale e struttura narrativa, l’artista si interroga, sfida e si supera, trasformando la canzone in un vero manifesto di liberazione personale.
Il titolo stesso è già una dichiarazione: “Il muro” è simbolo, ostacolo, protezione e prigione. L’artista esplora tutte le sue sfaccettature, partendo da una constatazione chiave: “Il muro quello che abbiamo dentro / è uguale a quello che c’è fuori”. Con questa frase, la cantante smaschera la radice del problema: non esistono muri esterni che non abbiano un corrispettivo interno, nella paura, nella rigidità, nella difficoltà di cambiare. Ecco che il muro diventa l’emblema di ogni limite, di ogni verità precostituita che impedisce il cambiamento.
Il testo è denso di immagini evocative: il muro “di gomma”, il “muro del pianto”, “quello davanti a scuola”, “quello di ferro e cemento” che poi “diventa macerie”. Ogni muro rappresenta una diversa tappa della vita: dall’infanzia all’età adulta, dalle barriere emotive a quelle sociali e culturali. E in ognuna, si nasconde una possibilità di comprensione e superamento.
“Il muro” non è solo una canzone: è un atto di coraggio, un’autobiografia emotiva e un invito collettivo ad abbattere le barriere che ci impediscono di essere autentici. Anna Oxa esegue un brano lucido e viscerale, dove l’arte incontra la psicologia, e dove la musica si fa veicolo di trasformazione.
Il testo di “Il muro” di Anna Oxa
E poi chi l’ha detto che è contraddizione
avere un’idea poi dopo cambiarla
In fondo la vita è trasformazione
Lo vedi anche il bruco diventa farfalla
A volte succede col punto di vista
Ci basta un niente perché si arrovesci
Così da padrone ritorni apprendista
Cominci da capo e allora capisci cheil muro quello che abbiamo dentro
È uguale a quello che c’è fuori
Io credo nel suo superamento
Se è vero che siamo noi i mattoni
E poi quello che serve è destrutturazione
Una specie di viaggio che porta all’interno
A conoscere meglio le nostre paure
Che sembrano marmo e sussurrano…eh…iye
Il muro di gomma il muro del pianto
Un bimbo davanti che gioca al portiere
Il muro che prima è di ferro e cemento
Il muro che dopo diventa macerie
Il muro che cresce e pian piano ti chiude
Un po’ per la guerra un po’ per la pace
Il muro ne ha viste di cotte e di crude
Al muro gli manca soltanto la voce
Il muro quello davanti a scuola
Mattine a far castelli in aria
Ed io che mi sentivo sola e odiavo rileggere la storia
Ed è vero che siamo un po’ tutti studentiEd abbiamo bisogno tutti di ripetizioni
Anche se oggi la regola è bruciare i tempi
E non si ha proprio voglia di inchini e di…eh…iye
Ed ora comincio con le mani avanti
Non servono appigli ma molto coraggio
Il muro ferisce ma non voglio guanti
Restare ai suoi piedi mi sentirei peggio
Invece io voglio ad ogni costo scalarlo
Lasciarmi alle spalle paure e incertezze
E uccidere adesso e per sempre quel tarlo
Che rode il carattere e da debolezza
E il muro è qui in alto In piedi sul muro
Mi sento diversa mi sento più vera
Se guardo lontano ci vedo più chiaro
E poi come dire mi sento più intera sul muro
il muro…