Il Pagante: “Siamo cresciuti con la nostra musica” – INTERVISTA

A tu per tu con Il Pagante per parlare del nuovo album infitolato “FOMO”, disponibile dallo scorso 13 giugno. La nostra intervista al duo milanese
A tre anni dall’ultimo progetto, ritroviamo in questa intervista Il Pagante torna con “FOMO“, il quarto album in studio e il primo realizzato ufficialmente nella formazione a due, composta da Roberta Branchini (Brancar) ed Edoardo Cremona (Eddy Veerus).
Il collettivo multiplatino, nato a Milano e sulla cresta dell’onda da oltre quindici anni, riparte da un concept attuale e universale: la Fear Of Missing Out, quella sensazione sottile e persistente di essere tagliati fuori, di non far parte di qualcosa, anche quando non si sa bene cosa.
Con uno stile inconfondibile fatto di sarcasmo, consapevolezza e attenzione al costume contemporaneo, Il Pagante riflette sulle contraddizioni di una generazione cresciuta nel culto della presenza, tra eventi, party, notifiche e algoritmi.
Li abbiamo incontrati per parlare del nuovo progetto, del loro rapporto con i social e dell’evoluzione di un progetto che da fenomeno virale è diventato una delle voci più riconoscibili del pop italiano contemporaneo.
Il Pagante presenta il nuovo disco “FOMO”, l’intervista
Il concept dell’album ruota intorno alla Fear Of Missing Out, un tema molto attuale. Ci sono stati dei particolari casi di cronaca o dei racconti che vi hanno ispirato?
«Il nostro album ruota intorno al tema della FOMO e questo deriva anche dall’immagine che ognuno di noi ha avuto modo di vedere in determinate situazioni. Ce ne rendiamo conto ogni volta che vediamo i grossi eventi di musica elettronica moderna, dove c’è proprio questo desiderio fortissimo di essere lì a tutti i costi. E poi, quando vedi i video il giorno dopo, non capisci se la gente sia lì per divertirsi o solo per immortalare il momento. E poi, comunque, essendo cresciuti in una città come Milano, dove per ogni cosa, come l’apertura di un locale, la Fashion Week, il Salone del Mobile, si avverte fortissimo questo senso del “dover esserci”»
Da duo, come è cambiato il vostro modo di lavorare e creare rispetto agli album precedenti?
«Da quando siamo in due, la struttura del progetto non è cambiata. Eravamo già nel gruppo, ci dividevamo le mansioni prima e continuiamo a farlo ora. Parlando a livello di scrittura delle canzoni, forse è diventato anche più semplice. Visto che le canzoni oggi sono molto brevi, quando eravamo in tre era complicato trovare spazio per tutti. Ora che siamo in due, tutto risulta più fluido».
Milano è sempre al centro del vostro racconto. Che ruolo ha la città nella vostra musica, e per quali aspetti reputate sia il palcoscenico perfetto per raccontare la FOMO?
«Milano è sempre protagonista nei nostri dischi, e in questo in particolare è molto presente. È la città perfetta per raccontare la FOMO, perché è piena di eventi, di cose da fare. Ogni giorno succede qualcosa: concerti, aperture, mostre, party. Non si capisce mai dove andare, ma si ha sempre il desiderio di esserci. E quando resti fuori da un evento, ti sembra quasi di star perdendo qualcosa di fondamentale».
I social media hanno influenzato sicuramente questo fenomeno, qual è il vostro rapporto con i social, sia come artisti che come utenti?
«I social network oggi hanno un peso enorme in quello che facciamo. Sono il modo più diretto per percepire quello che succede intorno a noi. Prima dei social dovevi essere presente fisicamente, vivere le cose. Oggi basta Instagram o TikTok per sapere tutto. Chi soffre di FOMO, secondo noi, un po’ è anche vittima del “troppo” che i social offrono ogni giorno.»
Capitolo Sanremo, siete tra i pochi artisti che non hanno ancora preso parte alla kermesse. Eppure il vostro nome circola ogni anno con insistenza, anche per l’ultima edizione. Si è parlato di una collaborazione con Gabry Ponte, e qualcuno ha persino vociferato un vostro provino di “Tutta l’Italia”. Cosa c’è di vero?
«Con Gabry ci conosciamo da tanti anni, ci siamo sempre detti di fare qualcosa insieme e di recente ci siamo anche trovati in studio per ascoltare un po’ di produzioni, cercando di capire se c’era modo di collaborare davvero. Ma al momento non è ancora uscito nulla, quindi tocca aspettare. Magari ancora per qualche tempo».
Per concludere, in questi quindici anni di carriera, come valutate l’evoluzione de Il Pagante e quali sfide vi aspettano in futuro?
«In questi anni, Il Pagante è maturato molto. Il nostro nuovo album “FOMO” ne è la dimostrazione. Siamo cresciuti con i nostri fan, siamo cresciuti con la nostra musica, ed è bello vedere come siamo cambiati nel tempo. Spero che continueremo così anche negli anni a venire».