“Il sopravvento” di Michele Zarrillo: te la ricordi questa?

Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare ancora. Oggi parliamo di “Il sopravvento” di Michele Zarrillo
La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 1994 con “Il sopravvento” di Michele Zarrillo.
Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.
Ti sblocco un ricordo: “Il sopravvento” di Michele Zarrillo
Questo brano, composto a quattro mani da Michele Zarrillo e da Vincenzo Incenzo, è inserito nel disco “Come uomo tra gli uomini” del 1994, lo stesso di “Cinque giorni” e “Il canto del mare” per intenderci. Si tratta di una lucida e struggente riflessione su un mondo che cambia, spesso in peggio, e su una generazione che si trova a fare i conti con un’eredità sempre più pesante.
Ascoltata trent’anni fa, questa canzone appariva come una confessione accorata di chi cercava di comprendere il peso delle generazioni precedenti, di chi si sentiva accusato di non aver conosciuto la sofferenza dei padri e dei nonni, che lasciavano in eredità un mondo che credevano migliore. Riascoltata oggi, la canzone assume un tono ancora più amaro: perché i ruoli si sono invertiti e siamo noi quelli che dovrebbero lasciare qualcosa di buono alle generazioni future, con l’amara constatazione è che “vincendo tutto abbiamo perso”.
La modernità e il progresso hanno portato conquiste, certo, ma a quale prezzo? A distanza di trent’anni, “Il sopravvento” resta un brano di straordinaria attualità. Ascoltarlo oggi significa specchiarsi in un testo che continua a parlare delle nostre contraddizioni, delle nostre paure e delle nostre incertezze, mettendoci di fronte a domande scomode, ma più che mai necessarie.
Il testo di “Il sopravvento” di Michele Zarrillo
Sai, questa vita è impossibile
Non lo vedi anche tu?
Quante lacrime scendono
Non ho che te
Per potermi difendere
Anche se ormai
Vincendo tutto abbiamo perso
Siamo cresciuti e tutto stava già cambiando
Io e te accusati di non aver mai sofferto
Tutti i discorsi dei più grandi sulla guerra
Sui loro sacrifici
Tutto già fatto per noi ingrati e fortunati
E il loro esempio sempre qui davanti ai denti
I vecchi se ne sono andati via credendo
Di lasciarci un paradiso
Questo mondo sta prendendo il sopravvento
Ed io qui neanche più che mi difendo
Non è gente che ho apprezzato
Non è quello che ho voluto
Ma io ci vivevo perché tutto è dato così
Ed io qui neanche più che mi difendo
Questo mondo sta prendendo il sopravvento
Non lasciare queste mani, non lo so se c’è un domani
Noi senza l’amore, non siamo nessuno di noi
E adesso basta con il figlio fortunato
Quello che ho avuto è solo quello che ho trovato
E non è oro tutto quello che riluce
Eccetto a chi lo dice
Questo mondo sta prendendo il sopravvento
Ed io qui neanche più che mi difendo
Non lasciare queste mani, non lo so se c’è un domani
Noi senza l’amore, non siamo nessuno di noi, di noi
Ed io qui neanche più che mi difendo
Questo mondo sta prendendo il sopravvento
Non lasciare queste mani, non lo so se c’è un domani
Noi senza l’amore, non siamo nessuno di noi, di noi
Questo mondo sta prendendo il sopravvento
Ed io qui neanche più che mi difendo
Non è gente che ho apprezzato
Non è quello che ho voluto
Ma io ci vivevo perché tutto è dato così, così
Ed io qui neanche più che mi difendo
Questo mondo sta prendendo il sopravvento
Non lasciare queste mani, non lo so se c’è un domani
Noi senza l’amore, non siamo nessuno di noi, di noi
Ed io qui neanche più che mi difendo
Questo mondo sta prendendo il sopravvento
Non lasciare queste mani, non lo so se c’è un domani
Ed io qui neanche più che mi difendo
Questo mondo sta prendendo il sopravvento
Non lasciare queste mani, non lo so se c’è un domani
Ed io qui neanche più che mi difendo
Questo mondo sta prendendo il sopravvento
Non lasciare queste mani, non lo so se c’è un domani
Compositori: Michele Zarrillo / Vincenzo Incenzo
Testo di Il sopravvento © Curci Edizioni S R L, Stukas Edizioni Musicali Srl, Reti Televisive Italiane S.p.a. Ed In Fo