Il Tre: “Quando sei sincero, la gente lo sente” – INTERVISTA

Il Tre

A tu per tu con Il Tre, che si racconta in occasione dell’uscita del nuovo album “Anima nera”. La nostra intervista al giovane artista romano

“Anima nera” è il nuovo progetto discografico di Guido Luigi Senia, in arte Il Tre, un album profondo, personale e senza maschere. In questa intervista, il rapper romano racconta come ha trasformato il proprio mondo interiore in musica, tra introspezione, consapevolezza e voglia di evolversi.

In queste 11 tracce, Il Tre si misura con sé stesso e con il proprio lato più oscuro, trasformando la
vulnerabilità in musica e la fragilità in un punto di partenza per rinascere. Ogni brano rappresenta la
tappa di un viaggio senza filtri che restituisce la fotografia sincera di un ragazzo che cresce insieme
alla sua musica.

Da venerdì 28 novembre partirà dall’Estragon di Bologna il suo Live Tour 2025, che farà
tappa a Firenze (domenica 30 novembre 2025 al Teatro Cartiere Carrara), Padova (martedì 2
dicembre 2025 al Gran Teatro Geox), Torino (mercoledì 3 dicembre 2025 al Teatro Concordia) e
Molfetta (BA) (venerdì 05 dicembre 2025 all’Eremo Club). La tournée si concluderà a Milano
(martedì 16 dicembre 2025 al Fabrique) e Roma (giovedì 18 dicembre 2025 al Palazzo dello Sport),
con due concerti che chiuderanno un anno di grande evoluzione personale e musicale.

Il Tre racconta il nuovo disco “Anima nera”, l’intervista

Già il titolo ci fa capire parte della narrazione, ma quanto hai dovuto scavare, in profondità e a mani nude, per riuscire a raccontare questo lato più intimo di te?

«Beh, sai, fare un disco è una cosa molto intima, almeno per me. Mi sono dovuto guardare dentro e analizzare tutte le mie problematiche, i problemi irrisolti. È stato un processo lungo, durato due o tre anni, ma alla fine sono contento perché sono riuscito a mettere certi aspetti di me sotto forma di canzone. Non è facile, ma ce l’ho fatta».

Essendo questo un album molto personale, da quali spunti e riflessioni sei partito all’inizio e a quali conclusioni sei arrivato alla fine?

«All’inizio non avevo piena consapevolezza di chi fossi. Poi, man mano, sono arrivato a un punto in cui non mi sono più nascosto. Ho cercato di essere me stesso al 100%».

L’ascolto si apre con “Noveunouno”, un brano che parla del giudizio e della pressione. Ti senti ancora sotto esame dopo tanto affetto e successo?

«Quando fai questo lavoro ti senti sempre sotto esame, è qualcosa che non passa mai. Penso che anche i più grandi artisti del mondo, essendo sempre sotto i riflettori, si sentano un po’ giudicati. Ma è anche giusto così. Nel brano racconto proprio questo, ed è una cosa con cui ho imparato a convivere».

Il disco alterna momenti più delicati come “Francesca”, “Inchiostro blu” e “T’immagino” a episodi più crudi come “#31#”. In questa unione tra rap e cantautorato, come hai trovato l’equilibrio tra i due mondi?

«Non c’è mai stata una formula. Ho sempre seguito ciò che mi piaceva fare. Nella mia musica c’è da sempre un ibrido tra rap, pop e melodia. Non ho fatto fatica a bilanciarli, e sono felice perché il progetto mi rappresenta al 100%, sia nella parte più rap che in quella più introspettiva».

Credi nel valore dell’immedesimazione nella musica, nella capacità di trasformare qualcosa di personale in universale?

«Sì, assolutamente. Quando racconti tanto di te, è molto probabile che chi ti ascolta trovi dentro di te qualcosa di sé. Io stesso, come ascoltatore, mi sono spesso immedesimato in certe canzoni e so bene quanto possa farti sentire vicino a un pensiero o a un’emozione che qualcun altro ha messo in musica».

La tua è una musica giovane che parla, non solo ma soprattutto, ai giovani. Che responsabilità senti verso chi si rivede nei tuoi testi?

«Non sento una responsabilità “pesante” verso gli altri, la sento più verso me stesso. La mia responsabilità è raccontare qualcosa di vero. Di conseguenza, quella sincerità arriva anche a chi ascolta. È un gesto onesto, prima verso di me e poi verso il pubblico».

Quali skill pensi di aver acquisito lavorando a questo album rispetto ai tuoi esordi?

«Ho lavorato tanto sui testi. Sono in costante crescita, ho 28 anni e sento che c’è ancora molto margine per migliorare. Sto imparando ogni giorno, e non vedo l’ora che tutto questo percorso si concretizzi con l’uscita del disco e con l’ascolto di chi mi segue».

Il 28 novembre partirà il tuo nuovo Live Tour 2025. Quale brano non vedi l’ora di portare dal vivo per toccare con mano la reazione del pubblico?

«Sicuramente “Noveunouno”, ma anche “Anima nera” e “#31#”. Sono pezzi che hanno un’energia particolare e che, dal vivo, secondo me, si tradurranno in qualcosa di ancora più forte. Sul palco saranno ancora più sentiti di quanto non lo siano già su disco».

Ripensando a tutto ciò che ci hai raccontato, qual è l’insegnamento più importante che senti di aver imparato dalla musica fino a oggi?

«La musica mi ha insegnato a essere sincero sul foglio. Quando racconti le tue fragilità e le tue paure in modo vero, la gente se ne accorge. Ed è quella sincerità che alla fine ti ripaga più di qualsiasi altra cosa».

Scritto da Nico Donvito
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