DOMENICHE DA INVENTARE è il nuovo album di Floridi, in uscita venerdì 24 novembre per ZooDischi e distribuito da ADA Music Italy.
Floridi, attraverso il tepore del suo sound pop essenziale ma avvolgente, esplora con cruda onestà un complesso intreccio di emozioni in nove tracce che fanno male perché vere, ma che allo stesso tempo offrono momenti di riflessione e liberazione.
Il cantautore vive la domenica come un momento di conoscenza della propria persona, una giornata introspettiva che tramuta i spessi muri della sua camera in un rifugio capace di accogliere suoni, sogni e canzoni. La domenica diviene una fuga dagli sguardi e dai silenzi, un’occasione per comunicare a sé stessi con sincerità e ritrovare la serenità attraverso la musica.
“COME FAI”, focus track e cuore dell’album, è un punto di domanda davanti ai contorti meccanismi della vita, tra scelte e circostanze casuali. Floridi mostra la sua vulnerabilità e si pone la domanda su come sia possibile sentirsi appagati in un mondo a prima vista estraneo. Spaesato, in questo contesto alieno, l’artista trova ispirazione e forza nella persona amata.
DOMENICHE DA INVENTARE è una sorta di viaggio attraverso i vari aspetti della vita, con la musica come guida e il desiderio di inventare nuove domeniche, momenti di spensieratezza, anche quando il presente sembra irrisolto e incerto.
L’INTERVISTA A FLORIDI
Oggi, ai microfoni di Recensiamo Musica, il giovane cantautore si è raccontato e ha rivelato i suoi nuovi progetti in prospettiva futura. Di seguito l’intervista integrale, a cura di Lorenzo Pugnaloni:
Salve Floridi, come sta? Parliamo della sua carriera a livello musicale. Com’è iniziata?
«Ciao! La mia carriera solista è cominciata ufficialmente nel 2019 con l’uscita del mio primo singolo “Una notte ubriaca”. Prima, però, ho avuto una band con la quale avevo fatto uscire un EP e un mini-EP (prodotto tra le altre cose da Vince Pastano e Antonello D’Urso)».
Quali sono state le tappe più importanti finora?
«L’uscita del mio primo album da solista “È solo un momento no” è stata sicuramente una prima tappa importante del mio progetto solista. Poi sicuramente aver conosciuto Davide Gobello ed aver cominciato a lavorare con lui al secondo album. E adesso l’uscita di “Domeniche da inventare”».
Il suo ultimo album è “Domeniche da inventare”, da cosa nasce l’ispirazione?
«Nasce dalla voglia di guardarsi dentro. Prendere coscienza delle cose che rendono la nostra vita così complessa ma allo stesso tempo unicamente meravigliosa».
Diverse canzoni compongono la playlist dell’album, quali sono le tematiche principali che vengono affrontate? C’è un messaggio in particolare destinato all’ascoltatore?
«Ci sono varie tematiche, credo di aver affrontato l’amore in tutte le sue sfaccettature. Poi l’amicizia, l’idea di viaggio e anche la retorica della “positività a tutti i costi”. Il messaggio che si cela dietro tutto l’album è quello di approcciarsi alla vita con sincerità e la giusta dose di spensieratezza, perché è l’unico modo per riuscire a migliorarsi e crescere».
Vi è una sorta di viaggio attraverso i vari aspetti della vita, con la musica come guida e il desiderio di inventare nuove domeniche, momenti di spensieratezza. Quanto di tutto ciò ha una traccia reale nella sua quotidianità? Quanto del suo vissuto personale troviamo nelle righe dei testi musicali?
«È assolutamente lo specchio della mia vita e di ciò che faccio per riuscire a stare bene.
Trovo che sia necessario inserire più vissuto possibile all’interno della propria musica per renderla più vera e diretta. Alla fine, anche le storie degli altri quando ci colpiscono e di conseguenza ispirano, passano attraverso un’analisi e una visione personale, ognuno di noi ha il suo modo d’interpretare ed è anche ciò che caratterizza la propria musica».
Nel progetto hanno dato il loro contributo diverse figure, quanto conta avere un team coeso?
«È fondamentale, è una spinta anche a livello creativo; sei stimolato a dare sempre quel qualcosa in più. Sono veramente grato alle persone che stanno lavorando con me».
A cosa aspira in prospettiva futura? C’è un sogno in particolare che custodisce nel cassetto?
«Ho voglia di suonare, portare questo disco più lontano possibile. Vorrei fare un tour nei palazzetti, sarebbe un bel sogno!».
C’è consiglio che darebbe ad una figura emergente come la sua, che ambisce a posizionarsi in questo cambio?
«Di non mollare mai, di non guardarsi troppo intorno, di ascoltare poche ma fidate persone e fare musica con sincerità. Come diceva Philip Roth: “L’ostinazione, non il talento, ha salvato la mia vita”».
Lorenzo Porcini
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