Album Amarcord: i dischi più belli da riascoltare
Dopo aver ricordato “California“ di Gianna Nannini, “Non siamo mica gli americani“ di Vasco Rossi, “Bandabertè“ di Loredana Bertè, “Fotoricordo“ di Enzo Jannacci e “Banana republic“ di Lucio Dalla e Francesco De Gregori, c’è un altro disco cult che proprio quest’anno festeggia quarant’anni dalla sua prima pubblicazione, vale a dire “La mia banda suona il rock”, il quinto album in studio di Ivano Fossati, rilasciato nel settembre del ’79.
Prodotto da Giacomo Tosti per RCA, si tratta del primo reale successo del cantautore genovese, reduce da lavori che non avevano ottenuto un particolare riscontro commerciale, seppur apprezzati dalla critica. Fossati conferma di non essere solo un valido compositore, bensì un performer a 360 gradi seppur, fino a quel momento, i suoi brani più importanti erano stati interpretati da altri, in particolare le donne, tra cui spiccano i nomi di Anna Oxa (“Un’emozione da poco”), Mia Martini (“La costruzione di un amore”), Mina (“Non può morire un’idea”), Patty Pravo (“Pensiero stupendo”), Marcella Bella (“Mi vuoi”) e Loredana Bertè (“Dedicato”).
In conclusione, questo è il disco che segna l’affermazione di Ivano Fossati, ma non di certo quello più a fuoco, vista l’evidente e massiccia dose di sperimentazione di suoni e la ricerca di nuove soluzioni a livello testuale. Un album moderno, che risente positivamente dell’apporto di musicisti statunitensi del calibro di George Terry, Scott Kirkpatrick e Paul Harris. A distanza di quattro decenni resta un disco piacevole, onesto e meritevole di molteplici ascolti.
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La mia banda suona il rock | Tracklist e stelline
- La mia banda suona il rock
(Ivano Fossati) - Di tanto amore
(Ivano Fossati) - Limonata e zanzare
(Ivano Fossati) - Vola
(Ivano Fossati) - Passa il corvo