giovedì 10 Ottobre 2024

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J-Ax e Fedez melodically correct, “Sconosciuti da una vita” fa subito serata-karaoke

In radio dal 27 ottobre il nuovo singolo del duo di rappres che anticipa il repack del loro fortunato “Comunisti col rolex”, prevista per fine novembre

J-Ax e Fedez - Sconosciuti da una vitaSe di questi tempi non fai una ristampa di un tuo album puoi considerarti socialmente un emarginato, così anche Fedez e J-Ax non potevano esimersi da questa sapiente ma irragionevole pratica di marketing (qui tutti i dettagli in merito). D’altronde i due sono sempre molto attenti all’attuale mercato discografico e alla sua conseguente e spietata omologazione, essendo proprietari anch’essi di un’etichetta combattono il sistema dall’interno, o almeno si fa per dire. In “Sconosciuti da una vita” assistiamo al trionfo della melodia, quasi come se il pezzo fosse stato scritto per partecipare al Festival di Sanremo, con un ritornello cucito su misura per funzionare nelle passerelle radiofoniche di questo autunno/inverno 2017.

Un brano che divide non soltanto il pubblico in generale, ma anche ogni singolo ascoltatore (compreso il sottoscritto) che si ritrova a fare i conti con il ricorrente shakespiriano quesito “essere o non essere” di moda. A metà tra una furbata commerciale e un’idea geniale, il pezzo ha tutte le carte in regola per funzionare, l’inciso alla Cochi e Renato è cantabile e fa subito serata-karaoke, anche se la retorica delle analogie di Fedez comincia un pochino a stancare, prima o poi le pagine del suo diario dove annota ogni tipo di luogo comune dovranno pure finire… o almeno si spera.

Sconosciuti da una vita | Audio

Sconosciuti da una vita | Testo

Io lo so che cosa pensa tutta questa gente
questo è vuoto dentro
ma è pieno di se
tutto il giorno non fa niente
sta a letto con l’influencer
ti chiedo una foto si ma non è per me
poi ti insulto tanto per farci su due chiacchiere
citazioni su Baudelaire anche se non so chi è
sono poco docile docile
non ho il sangue nobile
so che chi ti disprezza compra i followers
comunque vada cara tu sei la mia Intifada
comunista con il Rolex di Rifondazione Prada
con te peso le parole in un messaggio
ho messo qualche spazio in più
che faccio? lascio

Ti conosco da sempre
ma non ti ho mai capita
è meglio così
sconosciuti da una vita
e ogni giorno è per sempre
ogni giorno è finita
ma è bello così
sconosciuti da una vita

Ricordo le canzoni mai gli anniversari
ho un lavoro straordinario
ma che impone straordinari
troppa gente pensa che sia sempre in ferie
si fa viaggi strani
io più conosco esseri umani
più amo gli animali
vogliono solo fare foto
siamo dei trofei nei display
la musica leggera pesa come un pachiderma
vogliono i supereroi i soldi di Bruce Waine
quindi io faccio l’eremita nel batcaverna
amare uno che vive in un mondo fantasisti nei libri di Tolkien
è una strada dissestata da sbalzi d’umore
a volte t’accarezzo come Elsa di Frozen
non vorrei però ti ghiaccio il cuore

Ti conosco da sempre
ma non ti ho mai capita
è meglio così
sconosciuti da una vita
e ogni giorno è per sempre
ogni giorno è finita
ma è bello così
sconosciuti da una vita

poi sono astelli in aria che diventano macerie
perché darsi tutto spesso anche darsi sui nervi
quante volte ci siamo gridati in faccia cattiverie
ma alla fine era tutto per finta come il wresling
io non so cantare
non trovo la nota giusta
ma trovo la giusta nota vocale da mandare a te
e so che ci conosciamo da poco ma

Ti conosco da sempre
ma non ti ho mai capita
Meglio così
Sconosciuti da una vita
e ogni giorno è per sempre
ogni giorno è finita
ma è bello così
sconosciuti da una vita

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.