A tu per tu con il sassofonista di origine francese Jimmy Sax, a ridosso dell’uscita del nuovo album di inediti “Million Miles”
Si intitola “Million Miles“ il nuovo album di Jimmy Sax, disponibile per Wonder Manage srl / Warner Music. Anticipato dal singolo “Cesar“, questo progetto è composto da 10 brani inediti a cui si aggiunge “Una Mattina“, cover del celebre brano del compositore e pianista Ludovico Einaudi. Di seguito la nostra intervista.
Partiamo da “Million Miles”, come si è sviluppato il processo creativo dell’album e in quanto tempo è nato?
«La scrittura, composizione e produzione di un album è sempre un processo lungo e intenso. Sono molto fiero del risultato quando riascolto “Million Miles”, è un album che ha segnato l’insieme di diverse idee, è come un puzzle in cui ci sono brani più “tradizionali” ed altri più sperimentali ma ritengo che tutti possano essere iconici del mio gusto, della mia energia e del mio sentire in questo momento della carriera. Questo album sottolinea un po’ il percorso di questi ultimi anni, ma più che ricalcare la strada già percorsa per me indica già una direzione. In questo nuovo album c’è, ad esempio, anche l’accenno ad un’anima rock che in fondo ho; ci sono composizioni che riflettono la gioia di essere diventato due volte padre. Ci sono temi legati a persone scomparse a me care. C’è la persistente gratitudine e gioia di vivere che si riflette in alcune melodie».
C’è un filo conduttore che collega le tracce di questo progetto?
«È senza dubbio un progetto che racconta un aspetto inedito di me, il filo rouge è l’evoluzione di ciascuno. Un cammino sospeso tra la quotidianità e momenti di intensa profondità, in cui l’amore per le persone che amiamo, non solo per chi ci è vicino, assume un ruolo centrale».
A livello di sound, in questo album c’è sicuramente un’evoluzione, ti muovi tra sonorità funky ed elettroniche. Che tipo di lavoro c’è stato dietro la costruzione sonora dello stile di “Million Miles”?
«Aver fortemente voluto collaborare con diversi produttori mi ha permesso di riscoprire il piacere di sviluppare sfumature differenti, creando un suono che, in certi casi, ha anche un’anima rock. C’è un intenso lavoro di contaminazione e ricerca, che in studio diventa essenziale».
Nel disco spicca la cover del brano “Una mattina” del compositore e pianista italiano Ludovico Einaudi. Cosa ti ha spinto a scegliere di rileggerlo personalmente?
«È il brano che mi ha avvicinato al mio team qualche anno fa. Il maestro Einaudi è un faro per molti, sia francesi che italiani, e io sono un suo grande ammiratore. La versione che propongo, arricchita dal tocco magico dell’orchestra diretta da Sorrentino, ha qualcosa di straordinario, e credo che questo si percepisca anche dal video».
Poi c’è il singolo “Cesar“, una dedica a tuo figlio. Una canzone è per sempre, hai pensato al fatto che quando sarà grande potrà riascoltarla e che lo accompagnerà per tutta la vita?
«Esattamente, è un vero e proprio atto d’amore, un dono, una legacy. Nient’altro. Sono felice che sia uno dei brani preferiti dal pubblico durante i live, senza dimenticare che anche “Romeo”, il brano che prende il nome del mio secondo ‘figlio’, è il pezzo che ci chiedono più spesso di ripetere ai concerti».
Per concludere, cos’ha il sax che tutti gli altri strumenti non hanno? Cosa ti ha spinto a scegliere il sassofono come compagno di vita?
«Un amore innato, nato quando ero ragazzo. Prima di tutto, il suono: caldo, sensuale. Poi lo strumento stesso, che è una scultura, un’opera d’arte. Infine, la capacità con cui riesco a accompagnare e armonizzarmi con le canzoni, così come con altri strumenti, è impareggiabile».
Nico Donvito
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