Joan Thiele, la recensione di “Eco”

Tra i protagonisti di Sanremo 2025 c’è anche Joan Thiele: ecco la nostra recensione di “Eco”, brano che segna la sua prima partecipazione in gara al Festival

Debutta a Sanremo Joan Thiele, lo fa con un pezzo che si intitola “Eco”, scritto e composto con Federica Abbate, Mace ed Emanuele Triglia.

Dopo aver anticipato il nostro giudizio con le consuete pagelle realizzate dopo l’ascolto in anteprima riservato alla stampa, approfondiamo il senso e il suono della canzone.

Joan Thiele, la recensione di “Eco”

Al suo esordio al Festival di Sanremo, Joan Thiele non solo si fa notare, ma dimostra di avere un’identità artistica solida e ben definita. La canzone, in bilico tra un gusto raffinato e un’esposizione più popolare, richiama immediatamente universi sonori che mescolano il fascino di un’epoca passata con una visione decisamente contemporanea.

Se dovessimo fare dei paragoni, il mondo sonoro di Joan sembra evocare l’atmosfera di band come i Garbage o i Shivaree, nel periodo a cavallo tra il secolo passato e quello attuale. “Eco” si inserisce perfettamente in questo filone musicale, seppur con ricerca e rinnovamento e con la voce della giovane cantautrice che dona al brano freschezza e riconoscibilità.

Il tema della canzone è altrettanto affascinante e profondo, riguarda l’importanza di difendere sempre le proprie idee per superare paure e incertezze. Il pezzo si rivolge a chi ha il coraggio di essere se stesso, senza timore di esprimere ciò che pensa e ciò che sente, convinto che la propria voce, come un’eco, potrà arrivare lontano, anche quando qualcuno intorno sembra volerla soffocare.

Dal punto di vista musicale, “Eco” cattura l’ascoltatore con la sua struttura elegante e avvolgente. La vocalità di Joan Thiele è senza dubbio ipnotica. La sua potenza è sostenuta da un arrangiamento altrettanto avvolgente, che sembra uscito direttamente dalla colonna sonora di un film di 007, con un’atmosfera sospesa tra il mistero e l’eleganza.