A tu per tu con i due artisti napoletani, insieme nel nuovo brano intitolato “L’uocchie tuoje”
Tempo di nuova musica per Jovine e Tartaglia, che hanno reso disponibile il singolo “L’uocchie tuoje” (etichetta Campi Flegrei / distribuzione Planet Records). Un brano, prodotto da D4F0ur e scritto a quattro mani dai due artisti partenopei, che sugellano così il loro legame umano e artistico. Approfondiamo la loro conoscenza
Ciao ragazzi, bentrovati. Partiamo da “L’uocchie tuoje”, cosa rappresenta per ciascuno di voi questo nuovo singolo?
Valerio Jovine: «Per me rappresenta il ritorno alla musica che amo e a cui ho dedicato più di 10 anni della mia carriera. Questo ritorno al reggae l’ho voluto sancire proprio con questa collaborazione che poi va oltre, perché è collaborazione, amicizia, voglia di fare cose insieme».
Andrea Tartaglia: «Rappresenta la consacrazione di un legame umano e artistico, come diceva Valerio, che ormai coltiviamo da anni sia sul palco che fuori. E rappresenta anche la speranza di trovare sempre più persone che negli occhi hanno un mondo diverso, perché come si vede e come racconta il tempo, tutti abbiamo bisogno di persone sincere che abbiano voglia di nutrire questo mondo con nuove visioni e non continuare a essere ancorati alla visione che purtroppo ci ha portato a quello che siamo ora e queste persone noi le vediamo ai nostri concerti, per la strada e non potevamo che coronare la necessità di vedere un mondo diverso con questa canzone».
Com’è nata l’idea di realizzare insieme questo pezzo?
Valerio Jovine: «Nasce dalle molteplici collaborazioni che abbiamo avuto nel tempo, a partire dal progetto Terroni Uniti e da tantissime serate fatte insieme. Ci siamo detti: “Ma non abbiamo mai scritto un pezzo insieme”, per cui quest’inverno ci siamo armati di buona volontà e soprattutto di un pianoforte e una chitarra per comporre questo pezzo, che poi è stato portato a termine con il nostro team di produzione D4F0ur».
Andrea Tartaglia: «La voglia di scrivere insieme c’era da tempo, però non volevamo scriverla a tavolino, metterci a cercare un’idea. Abbiamo aspettato, anche senza volere, che l’idea venisse da noi. Così è stato. E ci siamo messi a quattro mani a tessere le note di questa canzone che poi sono state arricchite ulteriormente da D4F0ur, il collettivo di cui, tra l’altro, fa parte Valerio, insieme a Massimo Jovine, Giuseppe Spinelli e Antonio Esposito».
Come siete riusciti ad unire e a far confluire i vostri rispettivi mondi?
Valerio Jovine: «Non è stato complicato unire i nostri mondi, perché comunque Tartaglia viene da una musica più etnica, folk e la mia cifra è reggae, ma anche il reggae appartiene all’etnico. Poi Tartaglia ha sempre amato questo genere, per cui è entrato nel mio mondo con grande serenità».
Andrea Tartaglia: «Non era difficile far confluire i nostri mondi in questo brano per svariati motivi Il primo credo che sia l’affinità che abbiamo umana, oltre che musicale. Quindi non è stato difficile far andare le nostre penne nella stessa direzione. Poi, musicalmente, sono sempre stato influenzato dal reggae nelle mie produzioni passate, anche se l’ho toccato non approfondito, ma fa parte della mia cultura e della mia formazione. E poi sono sempre stato fan di Valerio, anche prima che ci conoscessimo e sono contentissimo di far parte del ritorno al reggae di un artista che, a mio avviso, è il più forte in questo genere in Italia».
Quali elementi e quali caratteristiche vi rendono orgogliosi del risultato finale de “L’uocchie tuoje”?
Valerio Jovine: «La cosa che mi rende maggiormente orgoglioso, ma credo che accada a ogni artista per ogni canzone, è il fatto che “L’uocchie tuoje” è arrivata alla gente e ce ne accorgiamo nei live, vedendo l’amore e la voglia che ha il pubblico di cantarla. Impegnandosi su una song con amore il risultato non può essere diverso. A questa cosa ci tenevamo sia dal punto di vista umano ma anche della considerazione, che abbiamo l’uno dell’altro, artistica, per cui ci abbiamo messo il cuore e la risposta è stata amore da parte della gente. Siamo orgogliosi e saremo sempre orgogliosi di cantarla live».
Andrea Tartaglia: «Una delle cose che mi rende più orgoglioso è il fatto che il nostro pubblico ha accettato con felicità l’arrivo di “L’uocchie tuoje”, perché siamo due persone che cercano di essere più sincere possibile e scrivere la propria musica con l’anima. Quando il tuo pubblico accoglie le tue idee con tutta questa gioia, significa che si è sulla stessa frequenza. E sentiamo di aver dato voce alle persone che sono come noi e sono semplicemente quelle che cercano un mondo diverso».
Nico Donvito
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