martedì 8 Ottobre 2024

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Klari: “Attraverso la musica vorrei trasmettere i miei valori” – INTERVISTA

A tu per tu con la giovane artista classe 2001, fuori con il dinamico e ironico singolo “Non vuole te

Reduce dall’esperienza della fase iniziale della 18esima edizione di “Amici”, abbiamo il piacere di incontrare Claudia Chiarenza, in arte Klari, disponibile in rotazione radiofonica e sui digital store con il singolo “Non vuole te”. Un brano carico di energia e ritmo, a servizio di un testo arguto e senza troppi peli sulla lingua, scritto a quattro mani con Valerio Carboni.

Ciao Claudia, partiamo dal tuo nuovo singolo “Non vuole te”, che sapore ha per te?

«È uno dei pezzi più dinamici che ho scritto e mi rappresenta molto a livello di sonorità e carica. Non vedevo l’ora di farlo uscire visto che ho anche lavorato alla produzione».

Cosa hai voluto raccontare tra le righe del testo e quali sonorità hai voluto abbracciare?

«È un testo ironico che non tratta la classica tematica estiva della spiaggia e del mare. È una sorta di “frecciatina” rivolta a tutte le ragazze che tentano di sedurre ragazzi già fidanzati. Già dal ritornello però si capisce che questi tentavi sono vani e ad avere la meglio è la fidanzata del ragazzo in questione. Le sonorità sono un misto tra presente e passato, con l’elettronica e la cassa in 4/4». 

Quali innovazioni contiene rispetto al tuo precedente brano d’esordio “La scia”?

«È completamente diversa la tematica e anche il messaggio che i due brani vogliono lasciare. “Non vuole te” è più ironico e con un ritornello martellante difficile da dimenticare. Sono stati scritti infatti a circa due anni di distanza».

Cosa avete voluto trasmettere attraverso le immagini del videoclip ufficiale?

«Il videoclip di “Non vuole te” è una delle cose a cui tengo di più perché non è il classico video all’italiana e ho potuto inserire la danza che è una parte importante di me. Ho cercato di trasformare in immagini quello che racconta il testo della canzone evidenziando attraverso i mille colori la carica del brano».

Facciamo un salto indietro nel tempo, quando e come ti sei avvicinata alla musica?

«Mi sono avvicinata di più alla musica verso i sei anni quando ho ascoltato “Poker Face” di Lady Gaga. Infatti lei è rimasta la mia cantante preferita ed è proprio da quella canzone che mi sono appassionata ai concerti e allo studio del canto».

Quali ascolti hanno influenzato e accompagnato il tuo percorso?

«Lady Gaga in primis, poi Rihanna, Beyonce, Katy Perry e in generale il pop americano. Del repertorio italiano seguo tantissimo Ermal Meta, Elisa, Federica Abate».

A distanza di tempo, cosa ti ha lasciato l’esperienza di “Amici”?

«È stata un’esperienza molto importante e dura. Mi ha lasciato la consapevolezza di volere fare assolutamente questo lavoro, della difficoltà che esiste per realizzare i propri sogni e soprattutto il ricordo delle giornate passate dentro la scuola a lavorare duramente e con ottimi professionisti».

Come valuti il tuo rapporto con i social network?

«Sono nata nel 2001 quindi si può dire che uso quasi da sempre i social. Tra l’altro ho una forte passione per la tecnologia che influisce molto. In generale penso che siano un mezzo molto importante di diffusione di idee e che diano la possibilità a molti ragazzi di esprimere la propria arte o i propri progetti. Diventano negativi quando creano dipendenza o quando chi li utilizza non riesce più a distinguere ciò che è reale da ciò che è virtuale».

Pensi che il web abbia portato più vantaggi o svantaggi all’industria musicale?

«È una domanda difficile. Con il web è più facile emergere ma poi diventa difficile poter vivere soltanto con la musica visto che il guadagno ormai arriva per la maggior parte dai live e non dalle vendite che sono state sostituite dagli streaming».

Ti senti rappresentata dall’attuale scenario discografico?

«In parte sì, in parte no. La musica che va per la maggiore e la trap, e io non faccio trap. Ma le sonorità che uso e le tematiche sono attuali, quindi è un po’ un misto».

Per concludere, dove desideri arrivare con la tua musica?

«Con la mia musica vorrei arrivare a più persone possibili per trasmettere i miei valori e quello in cui credo per poter essere d’aiuto a chi come me cerca sollievo nelle canzoni».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.