E’ uscito lo scorso 17 maggio e già dal titolo l’album rende l’idea di quale sia la sua mission. Sacrane con FREE inizia un viaggio completamente al buio verso la libertà Ogni brano dell’album rappresenta una celebrazione della libertà: di scegliere di continuare ad amare liberamente anche quando si viene feriti, di “spogliarsi” e di piangere, di correre e urlare, di ballare.
FREE è letteralmente un viaggio, se all’inizio ci si trova sperduti in una caverna completamente buia, senza avere idea di come e quando si potrà uscire all’esterno e vedere di nuovo la luce, arrivati fine del progetto ci si rende conto di essere più consapevoli di quello che si deve affrontare, molto più forti di prima.
Un album che racchiude in sè diversi temi tutti riconducibili al sentirsi liberi. Abbiamo raggiunto Sacrane per conoscere più a fondo il sentiment che lo ha spinto ad uscire musicalmente cantando la libertà in tutte le sue forme, di seguito le nostre domande e le sue risposte :
Parlando di FREE il tuo primo album, hai parlato di percorso verso la libertà: ci racconti come è nata l’idea dell’album e quale è la sua mission, cosa vorresti che arrivasse?
In realtà, all’inizio del processo non esisteva un’idea precisa, e le canzoni che compongono questo progetto sono nate tutte con una loro separata identità, e soprattutto in momenti molto diversi: durante la produzione, infatti, ho cercato di godermi il più possibile la vita di ognuna, cercando di non pensare al fatto che avrei dovuto infine trovare quell’elemento che le accomunasse tutte, dovendole andare quindi a riunire in un’opera unica, cosa che mi spaventava molto fare perché pensavo che sarebbe stato impossibile a causa della loro apparente diversità.
Durante l’arrangiamento di “Die For You”, mi sono reso conto di quanto la sua storia si accostasse bene a livello di coerenza di suoni e testi a quanto avevamo fatto con “Fallin’” e “Demonio”, facendo sembrare di star raccontando l’evoluzione di un unico racconto, ed effettivamente le tre canzoni che aprono il disco sono legate dallo stesso viaggio di dolore, liberazione e rinascita.
All’improvviso, tutto è diventato più chiaro e siamo riusciti a districare il filo conduttore di tutte le tracce: ogni brano doveva affrontare infatti un modo diverso di aspirare alla libertà, e quello che vorrei trasmettesse e rimanesse dopo l’ascolto è di non farsi dominare dalla paura di affrontare finanche i nostri peggiori nemici, rappresentati a volte da noi stessi, per riuscire a conquistarla.
Parli di giudizio come unico vero nemico da estirpare, ti senti ancora giudicato o ti senti libero?
Ci sono alcuni aspetti del giudizio che al giorno d’oggi non mi toccano personalmente, ma è molto difficile sradicarlo dalla nostra vita, e a volte sono necessari tanti anni di lavoro e terapia per potersi definire liberi al 100%. Quello che sicuramente mi ha aiutato a fare questo processo, riflettendosi ovviamente nella realizzazione di questo album, è stato saper riconoscere il giudizio negli occhi degli altri, riuscendo a distaccarmi in tempo da situazioni indesiderate e risparmiando un bel po’ di energie. Ma ti posso rispondere che, ad oggi, mi sento di essere una persona libera, non sentendo la necessità di nascondere e privarmi di nulla.
Le tracce dell’album sono tutte in inglese, come mai una scelta del genere e se c’è una traccia alla quale ti senti particolarmente legato e perché?
Nel mio caso, non è stata una scelta ragionata o studiata quanto un modo naturale e spontaneo di riassumere ed esprimere pensieri. La mia mente è ormai abituata e allenata, grazie ad un’importante esperienza di modalità di fruizione, a tradurre e così formulare in inglese quando si parla di scrivere il testo di una canzone. “Demonio” è stata una delle prime canzoni che ho scritto per questo album, ed è stato del tutto inaspettato perché da questo brano è nato tutto il viaggio. Ne sono molto orgoglioso perché mi ha realmente permesso di scavare a fondo e riuscire ad individuare ed analizzare tutte quelle parti delle mie ansie e paure più profonde che mi facevano vergognare e sentire quasi in difetto rispetto al mondo che mi circondava. Una volta aperto quel cassetto, niente mi ha più fermato: ho sentito che era il momento giusto.
La libertà dell’individuo è un po’ il filo conduttore dell’album e il progetto esce in occasione della giornata contro l’omobitransfobia. Parlando di diritti, pensi che la strada sia ancora lunga o percepisci un cambiamento?
È un discorso particolare e complicato perché, nel momento in cui si percepisce un’effettiva evoluzione all’interno della nostra società, immediatamente ci si ricorda di quanto ancora ci sia da fare e da rincorrere. A volte mi chiedo: quanto ancora deve fare paura la libertà? Se ci pensiamo, la pace e la libertà di esistere sono concetti molto semplici, eppure sembra che le persone vengano ormai addestrate e abituate ad andare in contrasto con le altre, ed è una cosa che trovo veramente estenuante. Quand’è che ci stancheremo di farci la guerra?
Hai detto che è finito il tempo di restarsene in silenzio sul tema dei diritti, anche i lavori futuri faranno luce sulla libertà e parità di genere?
Non ho ancora scritto molto dei miei futuri progetti, ma posso dirti che mi impegnerò affinchè vengano percepiti e riconosciuti come universali, sicuramente senza alcun freno o restrizione.
C’è stato qualcuno che ha voluto distoglierti dal mettere in musica determinati temi e ha provato a omologarti con la musica mordi e fuggi?
Una sola persona ha tentato di trasformarmi in qualcosa che non ero, e ringrazio in quel momento di essere stato lucido al punto di dire “no”. Sono molto grato di lavorare con delle persone che alimentano questa mia natura profonda e che per prime si sentono di essere più ispirate nel momento in cui scegliamo di scavare sempre più a fondo.
Porterai in giro la tua musica? Ci saranno delle date?
In futuro sicuramente, spero che quel giorno non sia ancora tanto lontano.
Sogno nel cassetto?
Sono scaramantico, ma solo perché sogno in grande. Penso che l’identità della mia musica, e soprattutto l’ascolto di questo disco, faccia un po’ intuire quello che sogno veramente, per me e per il mio pubblico! Vorrei potesse non rimanere solamente un sogno.
Giuseppe Scuccimarri
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