L’omaggio di un Premio Oscar ad una cantante insuperabile
Da Gabriel’s oboe all’Estasi dell’oro, dal Triello de “Il buono, il brutto e il cattivo” al Tema di Deborah. Per non continuare ad oltranza, basta nominare Ennio Morricone per evocare il suo immaginario sonoro, un pantheon di composizioni nelle orecchie e nei cuori del grande pubblico. Il Maestro romano non componeva solo musica di accompagnamento alle immagini, ma riusciva a captare il significato delle stesse traducendole in quella che è a tutti gli effetti l’anima del film, secondo l’adagio del “concettualizzare i sentimenti e sentimentalizzare i concetti”. Il compianto compositore è stato ricordato ieri sera, nel corso della cerimonia di premiazione dei David di Donatello 2021. Dal teatro dell’opera di Roma è andato in onda un medley di alcuni successi interpretati dall’Orchestra Roma Sinfonietta, diretta dal figlio Andrea, co-autore della colonna sonora di “Nuovo Cinema Paradiso“.
Contrariamente a quanto si possa pensare, la sua maestria non fu subito riconosciuta a livello internazionale. La prima candidatura all’Oscar arrivò solo nel 1979 con “I giorni del cielo” e non alzerà la statuetta fino al 2007, quando fu “risarcito” con un Oscar onorario, successo bissato nel 2016 col tema portante di The Hateful Eight. Nel 1987 la grande delusione, più volte rimarcata da Morricone nel corso delle interviste: la sua “Mission“, probabilmente il suo capolavoro, fu superata da Herbie Hancock con “Round midnight“, peraltro rielaborazione di un brano non originale, e dunque secondo regolamento non ammissibile. Come a Sanremo così ad Hollywood… Nel 2007, sulla scia della statuetta onoraria, fu tributato di un album collettivo, “We All Love Ennio Morricone”, realizzato da artisti di fama internazionale come Celine Dion, Bruxelles Springsteen, Andrea Bocelli, Roger Waters e… proprio Herbie Hancock! Nella sua carriera tuttavia, il maestro non è stato solo tributato, ma ha anche avuto modo di tributare egli stesso un prezioso omaggio.
Il vastissimo repertorio cinematografico del Maestro è solo parte della sua produzione, che si allarga alla musica sinfonica, all’opera e a partiture per strumenti solisti, fino a composizioni ed arrangiamenti che hanno lasciato un segno anche nella storia della musica leggera (Se telefonando, Sapore di sale, Il mondo, Se perdo anche te…). Proprio nell’ambito della musica leggera, Morricone nutriva particolare predilezione per un’artista.
È il 1972. Milva, ha pubblicato da poco “La filanda e altre storie“, un album contenente alcuni dei più importanti successi del repertorio popolaresco e tradizionale della Pantera di Goro. Su tutte “La filanda“, che diventerà uno dei singoli più venduti dell’anno, e “Bella ciao”, inno di resistenza che l’artista riprende nella versione delle mondine. Ennio Morricone è affascinato dal suo timbro vibrato e grave, iconico, e probabilmente si rivede nella capacità dell’interprete di saper elevare in arte forme musicali tanto popolari quanto colte.
Tanto basta per tributarla con un album di brani tratti dal repertorio del maestro. Egli trasforma, per la prima volta, alcuni dei suoi più celebri temi in brani cantabili. C’è bisogno di testi, e allora coinvolge una squadra di alto livello, tra cui lo scrittore Alberto Bevilacqua, vincitore del Premio Strega 1968 e autore de “La califfa“, nonché sceneggiatore dell’omonimo film musicato da Morricone, Giuseppe Patroni Griffi, intellettuale e regista di “Metti, una sera a cena“, che trasforma in parole i celebri vocalizzi della versione originale del tema del suo film, e Maria Travia, la signora Morricone. Il musicista cura personalmente il progetto supervisionando ogni dettaglio, arrangiando i brani e producendo egli stesso l’intero album. Il titolo, “Dedicato a Milva da Ennio Morricone“, è un manifesto di intenti.
La “rossa” avrà modo di collaborare con altri grandi compositori come Luciano Berio, pioniere della musica elettronica ed esponente della musica d’avanguardia, Mikis Theodorakis, inventore del Sirtaki ed esponente della resistenza greca durante la dittatura dei colonnelli e il celeberrimo musicista argentino Astoria Piazzolla, che la riterrà la sua interprete preferita. Nelle parole che Ennio Morricone fa scrivere sulla copertina dell’album però c’è una stima diversa, non solo tecnica, ma umana: dietro all’omaggio non c’è solo il maestro, ma anche il semplice estimatore che ascolta incantato il talento della sua cantante preferita.
«Con questo titolo da me deciso ho voluto onorare le qualità di Milva come cantante e come interprete. Chi segue il mio lavoro non superficialmente sa quanto io creda alla voce umana come al più significante suono tra tutti i suoni. La voce di Milva, con la sua popolaresca tensione, con la sua raffinata interpretazione, con il suo calore dolce e forte, rappresenta per me uno dei momenti più alti del mio ideale di cantante (non solo di canzoni). La dedica ha quindi il senso di un semplice omaggio di uno dei tanti ascoltatori che la ammirano e che, guarda caso, stavolta, ha composto, strumentato e diretto i temi dei films dai quali sono state tratte le canzoni di questo disco».
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