venerdì, Aprile 26, 2024

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La FIMI rivoluziona le certificazioni ed uccide il pop italiano in classifica

Mutati i parametri per ricevere una certificazione ufficiale

Con un comunicato la F.I.M.I. (Federazione Industria Musicale Italiana) ha da qualche giorno fatto sapere che a partire dal 1 gennaio 2020 le modalità di certificazione dei singoli digitali cambieranno nuovamente (qui la nota ufficiale).

La prima vera novità riguarda, però, le Compilation che dalla settimana numero 1 del nuovo anno non godranno più di una propria classifica personalizzata ma saranno incluse all’interno della chart degli Album: un provvedimento assolutamente sensato vista la grande riduzione del mercato fisico e, ancor di più, di questo tipi di supporti che, di per sè, non richiedono un’apposita chart.

Novità decisamente più importante, però, sul piano dei Singoli che vedranno alzarsi le soglie di certificazione per l’attribuzione ufficiale dei riconoscimenti: il disco d’oro passerà dalle 25.000 copie attuali ad un valore di 35.000 copie mentre, invece, il disco di platino dalle 50.000 copie alle 70.000 copie.

Una vera e propria rivoluzione che torna ad innalzare i livelli di certificazione ad una cifra che, in Italia, non si aveva mai raggiunto nel corso degli ultimi vent’anni. Anzi, più che una rivoluzione il tutto appare una pazzia: il mercato si sta via via assottigliando sempre più (perlomeno quello fisico) e l’unico intervento che la F.I.M.I. programma è quello di innalzare il numero di copie necessarie per veder decretare ufficialmente un successo commerciale. Pura follia!

Il tutto, ovviamente, si spiega con la continua crescita del segmento dello streaming digitale che negli ultimi mesi ha notevolmente contribuito ad aumentare in modo sensibile le possibilità dei brani (spesso anche non singoli radiofonici) di ricevere una o più certificazione di vendita. Il problema, però, allora si sarebbe dovuto risolvere andando ad intervenire in quello specifico segmento di mercato e, dunque, rimodulando quella quota di conversione (che attualmente determina che 130 ascolti su di una piattaforma di streaming corrispondano ad 1 copia venduta) che, fin dalla sua entrata in vigore ai fini delle classifiche di vendita, si era previsto di andare progressivamente a modificare con la crescita dei servizi digitali. E, invece, no. Così non sarà.

A fare le spese di tutto ciò, è chiaro fin d’ora, sarà il pop tradizionale e quella musica di nicchia che di certo non spopola su Spotify e nelle altre piattaforme digitali per età anagrafica dei suoi fruitori e per un modo di consumo della musica diverso da quello dell’usa e getta che, invece, più appartiene ad una musica d’accompagnamento e di nuova tendenza. Al rap la nuova soglia di certificazione non porterà a grandi cambiamenti: invece di ricevere un triplo disco di platino per qualsiasi singolo, magari, ci si fermerà al doppio ma poco cambia. Per gli artisti pop, invece, l’ormai complicato da raggiungere disco d’oro sarà un puro miraggio. Rimodulando, invece, i parametri di conversione si avrebbe effettivamente aiutato il mercato in modo democratico: la cifra del numero di copie vendute necessarie per ricevere una certificazione sarebbe rimasta immutata a fronte di un riposizionamento dell’importanza dei servizi di streaming ai fini delle classifiche.

Se oggi Tiziano Ferro ha raggiunto con fatica il disco d’oro con i suoi ultimi due singoli è certo che dal 2020 farà assai più fatica per fare altrettanto. Fin d’ora ci prendiamo personalmente l’impegno di monitorare la situazione generale e di esporre i risultati da qui a sei mesi. Ed ora qui abbiamo fatto un esempio qualsiasi parlando di Tiziano Ferro… figuriamoci tutti gli altri! Ed è proprio agli altri che ci rivolgiamo: artisti fatevi sentire, protestate pubblicamente, esponente il vostro pensiero in maniera coraggiosa e non soltanto nei backstage delle interviste. Fatelo, ne va del vostro successo!

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
Ilario Luisetto
Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.