venerdì 27 Settembre 2024

ULTIMI ARTICOLI

SUGGERITI

“La ghigliottina”, il manifesto poeticamente corretto di Brunori Sas – RECENSIONE

“La ghigliottina” è un brano che riflette sull’attualità, la società osservata sotto la lente affilata di Brunori Sas, tra contraddizioni e disillusioni, in un brano che invita alla riflessione

Si intitola “La ghigliottina” il singolo che ha segnato l’atteso ritorno di Brunori Sas, uscito lo scorso 18 settembre. Si tratta di un brano che non lascia spazio a fraintendimenti, uno spaccato affilato e disilluso della nostra contemporaneità.

Con il suo consueto stile narrativo, Dario Brunori affronta temi scottanti come il politicamente corretto, la fluidità sessuale, la vita di città e l’illusione dell’amore, dipingendo un affresco che si muove tra ironia tagliente e cruda realtà.

Il brano nasce da una fusione di due pezzi precedenti, sapientemente collegati grazie all’intervento del produttore Riccardo Sinigallia. Il risultato è un flusso di immagini, frasi e riflessioni che non si fermato alla critica sociale, ma sfociano sul tema dell’assenza dell’amore in una società complessa come quella di oggi.

Brunori Sas affronta il tema del politicamente corretto con versi pungenti e spiazzanti: “Che la donna adesso è più donna, non è più la donna di chicchessia, e anche dire che lei è la tua donna, non va mica bene, mica è roba tua”. Qui l’artista evidenzia il cambiamento dei ruoli e delle dinamiche di genere, in una società sempre più attenta a evitare ogni forma di possesso e oppressione.

Brunori Sas si fa cronista e osservatore critico di un’epoca in cui il linguaggio deve essere attentamente pesato per evitare condanne sociali. Eppure, proprio questa pressione diventa una “ghigliottina” simbolica, pronta a colpire chiunque si esponga troppo. La frustrazione di chi cerca di navigare tra i ricatti morali e le colpe ancestrali emerge nitidamente in un passaggio chiave del brano: “Ti vedo un po’ stanco, maschio etero bianco, tra ricatti morali, colpe ancestrali, monete di scambio”.

La sua è una provocazione che va oltre il romanticismo tradizionale, toccando anche la superficialità dei tempi moderni, dove le parole e le emozioni sembrano perdere valore, sommerse da consumismo e spettacolarizzazione.

Musicalmente, “La ghigliottina” rispecchia la tensione narrativa del testo, con l’accompagnamento di chitarre essenziali e un crescendo di riflessioni e di note che si snoda in un ritmo prima confidenziale e poi serrato. Il sodalizio tra Brunori Sas e Riccardo Sinigallia, già sperimentato in “La vita com’è”, si dimostra ancora una volta vincente. Sinigallia riesce a dare al brano una struttura fluida ma mai scontata, permettendo al testo di emergere in tutta la sua potenza.

Tra le parole e le note de “La ghigliottina”, Brunori offre una riflessione profonda e tagliente sulla società contemporanea, un ritratto crudo delle nostre ipocrisie e delle nostre contraddizioni. Il politicamente corretto, l’amore, il ritorno alla natura: tutto viene messo in discussione e analizzato attraverso la lente affilata della penna del cantautore calabrese. In un momento storico in cui il conformismo sembra regnare sovrano, Dario ci invita a riflettere su ciò che davvero conta, in un mondo dove i sentimenti, tanto celebrati, sembrano non avere più un posto reale.

The following two tabs change content below.

Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.