“La guerra è finita” dei Baustelle: te la ricordi questa?

Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare ancora. Oggi parliamo di “La guerra è finita” dei Baustelle
La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 2005 con “La guerra è finita” di Baustelle.
Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.
Ti sblocco un ricordo: “La guerra è finita” di Baustelle
Nel 2005 i Baustelle pubblicano “La malavita”, uno degli album simbolo dell’indie rock italiano degli anni Duemila. A trainarlo è “La guerra è finita”, un singolo crudo, tagliente e profondamente umano, che porta la firma, come sempre, di Francesco Bianconi.
La canzone nasce da una storia vera, personale, come dichiarato dallo stesso autore: «la protagonista era una mia amica». Ma ciò che colpisce non è solo il dolore del racconto, quanto il tono distaccato, quasi documentaristico, con cui viene narrata la vicenda. Bianconi osserva, registra, racconta senza mai giudicare. Un realismo lucido, spietato, eppure capace di compassione.
Nel testo si susseguono immagini di guerra, ma la guerra vera è quella interiore, combattuta dentro e attorno alla protagonista. Non è la guerra dei telegiornali, è quella che si combatte in famiglia, nelle scuole, nei supermercati. E che a volte finisce troppo presto.
“La guerra è finita” è una delle canzoni più intense e riuscite dei Baustelle. Un piccolo requiem laico e generazionale, capace di unire la cronaca sociale alla forma canzone, senza compromessi. Un pezzo che continua a colpire per la sua onestà emotiva, per la precisione narrativa e per la capacità di parlare di disagio senza filtri né retorica. Una testimonianza che, a distanza di anni, resta ancora spaventosamente e tristemente attuale.
Il testo di “La guerra è finita” di Baustelle
Vivere non è possibile
Lasciò un biglietto inutile
Prima di respirare il gas
Prima di collegarsi al caos
Era mia amica, era una stronza
Aveva sedici anni appena
Vagamente psichedelica
La sua t-shirt all’epoca
Prima di perdersi nel punk
Prima di perdersi nel crack
Si mise insieme ad un nazista
Conosciuto in una rissa
E nonostante le bombe vicine e la fame
Malgrado le mine
Sul foglio lasciò parole nere di vita
La guerra è finita
Per sempre è finita
Almeno per me
Emotivamente instabile
Viziata ed insensibile
Il professore la bollò
Ed un caramba la incastrò
Durante un furto all’Esselunga
Pianse e non le piacque affatto
E nonostante le bombe alla televisione
Malgrado le mine
La penna sputò parole nere di vita
La guerra è finita
Per sempre è finita
Almeno per me
E nonostante sua madre impazzita e suo padre
Malgrado Belgrado, America e Bush
Con una Bic profumata
Da attrice bruciata
La guerra è finita
Scrisse così