Oltre ai concerti davvero la musica italiana sta andando avanti durante questa quarantena forzata?
L’abbiamo detto in tutti i modi e le dirette Instagram di decine e decine di artisti che quotidianamente raggiungono i propri fan delle proprie case, per scambiare quattro chiacchiere o per suonare insieme qualche brano del proprio repertorio, ce lo dimostrano quotidianamente: la musica non si ferma. Nemmeno di fronte all’emergenza sanitaria globale del Coronavirus.
Non si ferma o, meglio, non si vorrebbe fermare perchè, in realtà, il settore musicale è uno dei più colpiti dal punto di vista economico da questa situazione di gravissima portata per il settore industriale ed artistico italiano ma, presto, anche internazionale. I dati elaborati da Assomusica, su delle stime fornite da TicketOne, parlano di un danno economico pari già a 10.,5 milioni di euro per i soli eventi live di musica. Se a questi si aggiungono gli oltre 20 milioni di euro che avrebbero dovuto ricadere sulle città che avrebbero dovuto ospitare gli eventi annullati o posticipati la cifra diventa ancora più impressionante. E non è detto che l’emergenza, e di conseguenza la perdita, si possa fermare qui.
Ma se il piano dei concerti dal vivo è indubbiamente diventato, negli ultimi anni, la principale fonte di sostentamento per l’industria musicale del nostro Paese anche la semplice pubblicazione di album o singolo digitali pare aver subito un netto ridimensionamento a causa dell’attuale contingenza nazionale. Viene, però, da chiedersi il perchè di questa scelta. Ed è bene sottolineare che proprio di scelta si tratta visto e considerato che, contrariamente ai concerti, nulla vieta agli artisti di pubblicare un brano su delle piattaforme digitali o in radio (che di certo non sono portatrici di contagio).
Eppure in questi giorni abbiamo assistito ad una serie di spostamenti di album e singoli che, forse, avremmo preferito ascoltare subito, proprio in questi giorni in cui tutti siamo costretti a rimanere a casa per facilitare le operazioni sanitarie e fermare quanto prima il contagio di questo terribile virus. E’ difficile non risultare superficiali nei confronti di un dato come questo ma, forse, anche questa volta l’arte ha perso un’opportunità per dimostrarsi tale preferendo mettere al primo posto gli interessi commerciali che vogliono che questo sia il momento meno adatto per pubblicare un nuovo progetto musicale di qualunque tipo esso sia: praticamente nessuna possibilità di promozione radio-televisiva, impossibilità di realizzare gli instore tour e una netta distrazione del pubblico medio rispetto ad una qualsiasi notizia non attinente alla situazione generale rischierebbero di compromettere le sorti commerciali del progetto. Di controcanto, però, occorrerebbe sottolineare anche come una buona canzone o un buon disco, in questi giorni, potrebbero tenere compagnia a tanti. E chi se ne frega se si venderà qualche copia in meno: non è proprio quella a salvare lo stipendio del reparto musicale italiano oggi come oggi.
Ilario Luisetto
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