venerdì 22 Novembre 2024

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La rabbia creativa di Anastasio in “Rosso di rabbia” – RECENSIONE

Recensione del brano del cantautore e rapper in gara al Festival di Sanremo 2020

“Panico, panico, sto dando di matto, qualcuno mi fermi”, il fulcro del brano Rosso di rabbia di Anastasio, in gara a Sanremo 2020, partito tra i favoriti e alla fine fermatosi al tredicesimo posto della classifica generale. Poco male, l’obbiettivo per il giovane artista campano non era mai stato quello di ambire ad un posto di alta classifica, piuttosto invece quello di regalare una grande ed importante vetrina per il suo nuovo progetto discografico Atto zero, uscito proprio in concomitanza con la sua partecipazione al Festival.

Quello che Anastasio vuole fare con questo singolo (e con lo stesso album) è dimostrare all’Italia intera chi è e cosa vuole comunicare, in maniera più libera possibile. Rosso di rabbia infatti parte tutto da considerazioni personali dell’artista, che dimostra con questo brano di sapersi guardare dentro con il giusto senso critico, la rabbia in questo caso non è un sentimento da rinnegare, ma un punto dal quale partire per costruire l’arte.

La rabbia, insomma, è il punto di partenza per analizzare la realtà, il mondo e le sue circostanze, spesso, come sottolineato dallo stesso artista, pieno di ipocrisia e contraddizioni, che ovviamente non risparmiano nemmeno il mondo della musica e, più un generale, il mondo dello spettacolo che lo stesso Anastasio ha imparato a conoscere anche grazie alla sua esperienza (di successo) ad X-Factor.

“C’ho 21 anni posso ancora permettermi di incazzarmi”, tuona il giovane, arrabbiarsi per le ingiustizie dev’essere un diritto di tutti, per combattere le proprie battaglie personali, giuste o sbagliate che siano. Anastasio per il suo Festival sceglie così un brano duro, che punta sull’accoppiamento parole-musica, quest’ultima volutamente martellante e riconoscibile, con un ritornello che ricorda parecchio (nell’interpretazione) Salmo in versione hardcore (non a caso il singolo è stato prodotto da Denny The Cool e Stabber).

Poteva scegliere qualcosa di più soft o facilmente assimilabile dal pubblico mainstream, invece il rapper/cantautore napoletano si mette in gioco puntando su un prodotto che arriva dritto per dritto senza badare troppo al contesto, mantenendo però ben in vista tutto il suo talento lirico.

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