Intervista al gruppo che presenta il nuovo singolo
La Scapigliatura torna sulle scene musicali con L’insostenibile leggerezza dell’indie, una canzone che si manifesta nella doppia valenza di spunto di riflessione sull’attualità delle nostre vite e delle nostre società ma anche di leggera e scanzonata rivelazione musicale del sottobosco indipendente. Ecco, dunque, che cosa ci hanno raccontato a proposito di questo loro ritorno:
Ciao ragazzi, benvenuti. Inaugurerei la nostra chiacchierata partendo dal vostro nuovo singolo intitolato “L’insostenibile leggerezza dell’indie”, chiedendovi semplicemente che cosa racconta
«E’ un pezzo molto ambivalente nel senso che s’ispira al romanzo di Kundera e perciò vuole essere una riflessione a proposito della leggerezza all’interno della cultura occidentale e, in particolare, di come nella società contemporanea tutto ciò diventi, in qualche modo, insostenibile. A volte, nel nostro mondo e nella nostra società occidentale, ci si sente schiacciati non tanto dal peso delle cose ma dalla leggerezza di queste cose che, per assurdo, non hanno più alcun peso».
E tutto questo come si rapporta alla musica?
«Noi ci troviamo a confrontarci con una scena musicale che ci rappresenta in alcuni termini ed in altri meno e questa canzone vuole essere anche l’espediente per trovarci a flirtare con questo filone generazione della musica indie. Vuole essere, da questo punto di vista, un modo per giocare tra le nostre due parti: quella leggera, più indie, e quella più profonda e riflessiva».
Qual è, dunque, il vostro pensiero sull’attuale scenario discografico?
«Da questo punto di vista è vero che siamo in un’epoca frenetica, veloce e rapida dove certe logiche tendono a schiacciarti perché se non si raggiunge il successo in termini capillari e pieni le strade ti si chiudono velocemente. E lo stesso succede anche se non si mantiene quel successo. E’ veramente una situazione difficile per tutti quelli che provano a fare cultura. Però bisogna anche dire che la costruzione di un’identità coerente e solida anche quando tutto sembra andargli contro è, in realtà, il principio su cui costruire tutte le prospettive, anche artistiche».
Certo e, dunque, che fine fa il pop di fronte a queste frenetiche esigenze?
«La sfida è ancora tutta da giocare ma consisterà nel riuscire a mantenere tutto ciò che rimane indipendente e che non viene risucchiato dal mondo pop come sta accadendo in grande parte a quello che fino a ieri era il sottobosco indie. Il nostro obiettivo è riuscire a coltivare quella terra più libera e selvaggia della musica che è bene che resista accanto al pop».
Ilario Luisetto
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