“L’allucinazione” di Marina Rei: te la ricordi questa?

Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare ancora. Oggi parliamo di “L’allucinazione” di Marina Rei
La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 1999 con “L’allucinazione” di Marina Rei.
Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.
Ti sblocco un ricordo: “L’allucinazione” di Marina Rei
Siamo nel 1999: riedizione sanremese dell’album “Anime belle”. Marina Rei è reduce dal suo terzo Festival con “Un inverno da baciare”, poche settimane dopo esce “L’allucinazione“, pezzo estivo che verrà presentato anche al Festivalbar.
Il testo è una continua metamorfosi, ogni verso è un’identità nuova: “sono una spina nel tuo fianco”, “sono un cavallo bianco”, “sono il nettare sulla ferita”. È una donna che si fa immagine e simbolo, corpo e ferita, carezza e mancanza. L’effetto è straniante ma potente: ascoltandola, si ha la sensazione di essere trascinati in un vortice sensuale e instabile, in cui non si sa più dove finisce il ricordo e dove comincia l’ossessione.
“L’allucinazione” è tra i tanti brani sottovalutati della carriera di Marina Rei. È una canzone che non ha paura di esplorare le ombre dell’amore, che non cerca la consolazione ma la verità emotiva. Ed è proprio questa sua caratteristica che, a distanza di anni, resta nitida e viva.
Il testo di “L’allucinazione” di Marina Rei
Sono una vecchia amica
Sono una lingua conosciuta
Sono un fuoco tra le dita
Sono qui venuta accompagnata
Sono nelle mani, sono nella faccia
Sono un anello che stringe le tue braccia
Sono un fiume in piena, sono una catena
Sono una cicatrice sulla schiena
Sono un’illusione, l’allucinazione
L’attimo di rivederti con un buco al cuore
Sono una follia, una fotografia
Sono l’abitudine che scivola via
Sono un cavallo bianco
Sono una spina nel tuo fianco
Sono il nettare sulla ferita
Sono qui per essere baciata
Sono nelle mani, sono nella faccia
Sono un anello che stringe le tue braccia
Sono un fiume in piena, sono una catena
Sono una cicatrice sulla schiena
Sono un’illusione, l’allucinazione
L’attimo di rivederti con un buco al cuore
Sono una follia, una fotografia
Sono l’abitudine che scivola via
Sono un’illusione, l’allucinazione
L’attimo di rivederti con un buco al cuore
Sono una follia, una fotografia
Sono l’abitudine che scivola via