Il resoconto del live di Lamante che, in scena all’Arci Bellezza di Milano, ha inaugurato così il suo anno musicale. La recensione del concerto
È ripartito il 9 gennaio dall’Arci Bellezza di Milano il percorso live di Lamante, all’anagrafe Giorgia Pietribiasi, talentosa cantautrice vicentina, uscita con il suo primo album “In memoria di” a maggio dello scorso anno. Lamante live 2025
La sala è piena, tutti aspettano l’inizio del concerto avvolti da una luce rossa e col bicchiere in mano, ed eccola arrivare: capelli ribelli e camicia di jeans, entra insieme agli altri componenti della band e con loro intona un canto accappella, una canzone nata dalla collaborazione con il performer Jacopo Bennassi che richiama i canti popolari contadini e vuole essere una sorta di inno per gli artisti. Poi via la camicia e gli indugi, si fa sul serio: si inizia a suonare e la voce di Giorgia, scura e tagliente, sembra fondersi col suono degli strumenti.
Canzone dopo canzone Lamante mette in scena quella sua opera prima (riconosciuta dalla critica come uno dei migliori dischi del 2024) che racconta la storia della sua famiglia, il rapporto col sesso, il corpo e certamente l’amore. La sua è una scrittura che sembra nascere dall’esigenza vera di raccontare la sua visione delle cose, che sia dolce o maledettamente sinistra. Dal vivo il concetto si moltiplica e lei si muove e canta come se fosse l’ultima cosa che vorrebbe fare se domani finisse il mondo.
Si va avanti in un’onda emotiva che ci porta su e giù fra momenti intimi ed altri decisamente più concitati “alza la chitarra che questo è il pezzo più importante che ho” dice prima di partire con “Prima di te” che in effetti inizia sussurrando ma finisce in un’esplosione di musica.
Parla poco Lamante, ma quando lo fa è sempre in ricordo della sua famiglia, di fatti ed episodi realmente accaduti come quando sulla coda di “Guerra e pace” declama a gran voce frasi che poi spiega esser tratte da una lettera di sua zia, scomparsa prematuramente dopo aver “fatto la lotta” e essere “scappata ad Amsterdam”.
Ha un legame sincero con la memoria, tanto da non cercare di romanticizzarla e il suo racconto non è rassicurante ma ruvido. Il suo è un linguaggio reale, imperfetto, pieno di “sporcature” che delineano un’attitudine punk di cui però forse è meglio non abusare.
Subito dopo arriva il momento acustico, tre canzoni di cui due inedite “oggi testiamo un po’ di pezzi nuovi” dice infatti, confermando di star già lavorando a materiale nuovo.
Poi si vola verso il finale con “Come volevi essere” anticipata dal ricordo del nonno seduto “a non fare niente” per chiudere con “Non chiamarmi bella” su cui il pubblico si scatena mentre lei urla “l’ennesimo uomo che mangio, ti mangio!” e il sax incalza.
Prima che tutto finisca, però, la cantautrice si prende un momento per ringraziare il pubblico “non mi aspettavo così tante persone” e tutto il team che lavora con lei: dal manager, all’ufficio stampa a chi quel disco l’ha prodotto (Taketo Gohara) fino a chi l’ha pubblicato e distribuito. Fa bene: la buona riuscita di un progetto è sempre frutto dello sforzo professionale di più persone che lavorano per dare visibilità, preparare il terreno, accertarsi che tutti i passi fatti siano adatti alla proposta artistica da valorizzare e in questo troviamo una Lamante fortunata, che grazie a questo lavoro (e certamente anche al suo spessore artistico), ha già calcato numerosi palchi, preso parte a importanti festival e attirato l’attenzione di critica e addetti ai lavori.
Un concerto in full band, che ha visto sul palco insieme a lei altri sette elementi: alla chitarra Elia Guglielmi, al violino Clara Rigoletti, Giovanni Caruso alla tromba, Giorgio Manzardo al sax e per la sezione ritmica Leonardo Zichè alle percussioni, Giulio Tisato al basso e Piero Pederzoli alla batteria.
Non ci resta che continuare a seguire questa giovane cantautrice dall’immaginario fortemente ancorato al passato e dagli occhi che puntano dritti al futuro.
Lamante, la scaletta del concerto all’Arci Bellezza (9 gennaio 2025)
- Inno
- 11
- Rossetto
- Ed è proprio così
- L’ultimo piano
- Prima di te
- Guerra & pace
- Il vuoto (acoustic)
- Ciao cari (acoustic)
- Un’altra (acoustic)
- Più della solitudine
- Come volevi essere
- Ebano
- La nostra prova
- Il mio risveglio
- Non chiamarmi bella