La band toscana ha partecipato quest’anno per la prima volta al Festival di Sanremo con il brano L’amore è una dittatura

Se si andasse a scavare nell’oscuro mondo dell’underground italiano quante band si troverebbero? E quante tra queste sarebbero meritevoli di grandi palcoscenici? Poche? Qualcuna? Troppe? Rispondere a questa domanda non pare facile, mentre più facile è celebrare i The Zen Circus come esempio perfetto di coerenza musicale sia dal punto di vista prettamente sonoro e dei prodotti proposti, sia da quello extramusicale con una carriera ventennale fatta di tantissimi palchi e concerti in giro per l’Italia e per il mondo.

Per molti al Festival il gruppo capitanato da Andrea Appino rappresentava la vera quota indie di quest’anno, voluti da Claudio Baglioni in gara con il brano L’amore è una dittatura, scritto e composto dagli stessi componenti della band, che in concomitanza con la partecipazione alla kermesse canora ha pubblicato anche una raccolta dal titolo Vivi si muore (1999-2019), composta dai pezzi storici della discografia impreziositi da due inediti (il brano portato al Festival e La festa).

Il pezzo impacchettato per il Festival può essere visto come un vero e proprio attestato di coerenza per la band che sceglie di portare sul palco tutta la propria essenza, senza minimamente preoccuparsi di cambiare o di adattarsi al contesto, puntando per l’occasione su un brano tutt’altro che da primo ascolto, pieno di parole e senza ritornello.

Appino and Co. portano sul palco il loro rock senza snaturarsi, puntando su un testo efficace e su un tappeto musicale che arriva dritto per dritto senza scorciatoie. L’amore è una dittatura è una dichiarazione, una lunga riflessione che mischia temi politici, amorosi e sociali in 3 minuti e 50 di musica, una fotografia istantanea di un momento storico spalmata sulle sonorità classiche della band. Sonorità che rimangono crude e quindi, ovviamente, parecchio distanti dalla classica comfort zone sanremese, le tante parole del testo poi, rendono il tutto assolutamente non immediato. Apprezzabile però la volontà del gruppo di non snaturarsi né omologarsi, puntando coraggiosamente su una canzone che ne sintetizza perfettamente il lungo percorso artistico, confermandone allo stesso tempo la coerenza.

Acquista qui il brano |

[amazon_link asins=’B07NBPJ16X’ template=’ProductCarousel’ store=’recensiamomus-21′ marketplace=’IT’ link_id=’dd65fb5f-3904-46e1-b9bf-b2fc1bb90131′]

The following two tabs change content below.

Francesco Cavalli

Vent'anni e una vita divisa da sempre in due passioni: calcio e musica. Studia per diventare giornalista. Apprezza la musica in tutte le sue forme ascoltando tutto ciò che passa dal suo mp3 24 ore su 24. Il suo passatempo preferito è annotare, scrivere e commentare tutta la musica che ascolta.

By Francesco Cavalli

Vent'anni e una vita divisa da sempre in due passioni: calcio e musica. Studia per diventare giornalista. Apprezza la musica in tutte le sue forme ascoltando tutto ciò che passa dal suo mp3 24 ore su 24. Il suo passatempo preferito è annotare, scrivere e commentare tutta la musica che ascolta.

One thought on ““L’amore è una dittatura” è la dimostrazione della coerenza dei The Zen Circus – RECENSIONE”
  1. […] I The Zen Circus sono un gruppo musicale formato nel 1994 a Pisa dal frontman Andre Appino, nella lunga carriera all’attivo compaiono 11 album, un EP, una raccolta e un’infinità di concerti in giro per l’Italia e non solo. Nel 2019 il gruppo ha partecipato a Sanremo con il brano ‘L’amore è una dittatura’ (di cui qui la nostra recensione). […]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.