sabato 23 Novembre 2024

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L’atteso ritorno di Ligabue a Campovolo: “Abbiamo vinto noi!” – Recensione concerto

Recensione del concerto-evento per i 30 anni di carriera

Abbiamo vinto noi” recita il nuovo singolo di Luciano Ligabue (“Non cambierei questa vita con nessun’altra“) e dopo due anni di attesa possiamo proprio dire che è vero. Ha vinto Luciano Ligabue, ha vinto il suo pubblico, ha vinto la musica, abbiamo vinto tutti.

Per i fan del rocker di Correggio, il 4 giugno 2022 sembrava una data così lontana e invece, come tutte le cose belle, si è fatta attendere ma è arrivata. E il 4 giugno 2022 alle ore 21, puntuale, è salito sul palco Claudio Maioli, lo storico manager del “Liga”, issando la bandiera di “Trent’anni in un (nuovo) giorno” insieme a quella della Pace e inaugurando così la nuova RCF Arena.

A Campovolo ci sono storie che arrivano da tutta Italia, storie che si intrecciano e che portano in un posto ben preciso, quel posto dove più di centomila voci si uniscono e diventano una sola. L’attesa è finita, Luciano sale sul palco e sembra che sette anni dall’ultimo concerto in quell’aeroporto non siano passati mai. La stanchezza delle ore di attesa sotto al sole non si sente più perché la fatica passa quando arriva la musica e i 103.000 iniziano a saltare e cantare a più non posso, come una liberazione, come se finalmente riprendessimo una storia da dove ci eravamo lasciati.

Sul palco Luciano porta tutte le band che lo hanno accompagnato in questi anni e porta diversi ospiti e amici che in un modo o nell’altro sono legati alla sua carriera.

Il primo ospite è Loredana Bertè con la quale duetta sulle note di “Ho smesso di tacere”, canzone che tratta di violenza sulle donne, proprio scritta da Luciano. Con Francesco De Gregori si passa ad una toccante versione di “Buonanotte all’Italia”, con Mauro Pagani e un inedito “Capitan” Fede Poggipollini invece Campovolo si unisce in “Il mio nome è mai più” e canta un ritornello che “deve arrivare in tutta Europa”. Ligabue ed Eugenio Finardi ci regalano “La musica ribelle”, per poi lasciare spazio al duetto con Gazzelle che fa versare tutte le lacrime del mondo da Reggio Emilia fino a Reggio Calabria perché “L’amore conta”, così, non l’avevo mai sentita. Le lacrime, però, non finiscono mai, perché quando esce Elisa e si sentono le prime note di “A modo tuo”, si riaprono i rubinetti. Quel palco diventa pura magia. C’è chi manda note vocali, chi videochiama, chi si copre il viso, chi cerca qualcuno o qualcosa in mezzo al cielo emiliano e chi si abbraccia più forte che può.

È una festa, una celebrazione, una vittoria. Trentuno canzoni e tre ore di pura musica in cui non si pensa ad altro, si ripercorre la storia di Luciano nel susseguirsi di pezzi storici e di pezzi più recenti. Quelli che infiammano le folle e quelli che ti fanno piangere, quei pezzi che non ti fanno stare ferma perché non si può stare fermi su pezzi come “I ragazzi sono in giro” o “Marlon Brando è sempre lui” e quelli che puntualmente ti scaricano addosso l’adrenalina giusta per poter dire “Questa è la mia vita”.

Luciano chiude in bellezza con la versione live di “Urlando contro il cielo” e lì, dopo ore ed ore, l’ultimo briciolo di stanchezza se ne va via anche se è quasi mezzanotte e le bottigliette d’acqua sono tutte vuote. È un po’ come sputare via il veleno e lo sputiamo tutto con uno spettacolo di fuochi d’artificio che ci lascia a bocca aperta.

Facendo i conti, però, manca una canzone che tra me e me dico “non può non fare” ed ecco che il Liga dà la buonanotte al suo pubblico con chitarra e voce perché la vita poi è un grande giro e allora torniamo dal punto in cui tutto è partito, dai “Sogni di RnR”.

È proprio dai sogni che parte tutto e sono certa che per tutte quelle persone che ieri sera erano lì con me, quei sogni siano un po’ più di rock’n’roll.

Quando si spengono le luci sul palco e si accendono quelle verso le uscite, mi volto indietro e penso alla canzone con la quale ha aperto il concerto. No, Luciano, neanche noi non cambieremmo la nostra vita con nessun’altra, soprattutto se nella nostra vita ci sono spettacoli così.