“L’autoradio” di Miguel Bosè: te la ricordi questa?

Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare ancora. Oggi parliamo di “L’autoradio” di Miguel Bosè
La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 1996 con “L’autoradio” di Miguel Bosè.
Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.
Ti sblocco un ricordo: “L’autoradio” di Miguel Bosè
Pubblicata nell’estate del 1996 come singolo di lancio dell’album “Labirinto”, “L’autoradio” è una delle canzoni più note tra quelle interpretate in italiano da Miguel Bosé, assieme alla celeberrima “Se tu non torni”.
Il brano si apre con la descrizione di una domenica estiva, situandoci subito in una cornice quotidiana e disadorna: non c’è mare, non ci sono vacanze da sogno, solo un’auto, un’aranciata e due persone in viaggio. Ma è proprio in questa normalità che Bosé costruisce una narrazione delicata, dove ogni piccolo gesto (un bicchiere d’acqua, una confidenza, una battuta sul sole che arriva) si carica di significato emotivo.
Il filo conduttore è l’autoradio, che “canta, non mi lasciare”. Ripetuta come un mantra, questa frase è simbolo del sottofondo continuo che accompagna la relazione: la radio è compagnia, è conforto, ma è anche la voce che riempie i silenzi che non si sanno colmare a parole.
Il testo di “L’autoradio” di Miguel Bosè
Domenica d’agosto, non so cosa dire
Tu siediti vicina, e poi vedremo che fare
L’autoradio canta, non mi lasciare
L’autoradio canta, non mi lasciare
E se ti viene sete, ho portato da bere
Adesso che ci penso, ho voglia di parlare
L’autoradio canta, non mi lasciare
L’autoradio canta, non mi lasciare che
E sembrano minuti, ma sono ore
E fatti un po’ più in là che è già arrivato il sole
L’autoradio canta, non mi lasciare
L’autoradio canta, non mi lasciare che
Di vita ce n’è una sola e
La voglio dedicare a te
Che di sorrisi non mi fai restare senza mai
E la vita è bella così com’è
La voglio regalare a te
Che non mi fai pesare il peso dei tuoi guai
E so che ne hai, e so che ne hai
E la città scompare, con il suo casino
Ci basta un’aranciata, ci basta un panino
L’autoradio canta, non mi lasciare
L’autoradio canta, non mi lasciare
E mentre tu mi dici della tua vita
Di tuo padre che in fondo non ti ha mai capita
L’autoradio canta, non la fermare
L’autoradio canta, lasciala andare che
Di vita ce n’è una sola e
La voglio dedicare a te
Che di sorrisi non mi fai restare senza mai
E la vita è bella così com’è
La voglio regalare a te
Che non mi fai pesare il peso dei tuoi guai
E so che ne hai, e so che ne hai
Domenica d’agosto, sta per finire
Vedrai che l’anno prossimo ti porto al mare
Non mi lasciare che
Di vita ce n’è una sola e
La voglio dedicare a te
Che non mi fai pesare il peso dei tuoi guai
E so che ne hai, e so che ne hai
E so che ne hai, e so che ne hai