A tu per tu con Le-One, rapper campano che lo scorso venerdì 11 ottobre ha pubblicato il brano “Nun è Over”
La nostra intervista a Gaetano Di Maio, in arte Le-One, fuori con il nuovo singolo “Nun è over” (Epic/Sony Music Italy). Il brano è impreziosito dalla collaborazione con Christian Liguori e Babywyne.
Il pezzo inizia con un beat travolgente, caratterizzato da una cadenza incisiva. Il testo è graffiante e diretto, come una vera e propria esplosione di energia, in grado di mescolare la potenza della parola dialettale con il ritmo di una base incalzante. Un brano combattivo e orgoglioso, composto da barre che suonano come sfide, pronte a smascherare chiunque si nasconda dietro falsità o atteggiamenti costruiti. Testo e musica creano insieme un’atmosfera che cattura e scuote, mantenendo alta l’attenzione dell’ascoltatore.
“Nun è over” giunge a pochi mesi dall’uscita di “amo amo amo”, pubblicato a luglio. Con questo nuovo singolo Le-one torna con un sound più crudo e street, forte del successo di “Addo staje”, attualmente Disco d’Oro, e della hit “Tutt’ok” con Christian Liguori ed El Chapo Junior. L’artista continua a farsi voce della nuova generazione. Su TikTok, lo spoiler del pezzo ha già superato le 30k creations.
Partiamo naturalmente da “Nun è over”, cosa rappresenta per te questo brano e quale messaggio ti piacerebbe lanciare?
«Con questo brano voglio dimostrare che sto uscendo dalla mia comfort zone, per la quale i miei ascoltatori mi conoscono. Sono abituato a parlare di amore e ad avere testi più “tranquilli”, ma con “Nun è over” voglio far capire che posso essere versatile».
Come è nata la duplice collaborazione con Christian Liguori e Babywyne e com’è stato lavorare insieme?
«Io sono del parere che una collaborazione nasce quasi sempre all’improvviso, lavorando e stando insieme in studio. Anche in questo caso è partito tutto in questo modo».
Hai dichiarato che questo brano ha un sound più crudo e street. Come descriveresti l’evoluzione del tuo stile dal tuo debutto fino a oggi?
«Per me è importante sottolineare la mia evoluzione, io la definisco come una “piccola vittoria”. Ho fatto quello che mi piace e la gente lo ha apprezzato. “Addo staje” è piaciuta molto alle persone, ma comunque io sto continuando ad evolvermi e “Nun è over” è un brano che piace molto a me, e di conseguenza il pubblico lo percepisce e lo apprezza nello stesso modo».
Hai un bel seguito su TikTok, quanto pensi che i social media influenzino oggi la musica e il modo in cui gli artisti si connettono con il loro pubblico?
«I social media al giorno d’oggi sono fondamentali per qualunque artista, nelle classiche ci sono brani che se non fossero “esplosi” grazie a TikTok probabilmente non avremmo neanche avuto modo di apprezzarli e conoscerli. Prima ci voleva una spinta maggiore per potersi far strada, ora con i social, la costanza e un po’ di fortuna, ci sono più chance di poter raggiungere i propri obiettivi».
Oltre alla musica, hai un background in graffiti e skateboard. In che modo queste esperienze hanno contribuito alla tua crescita personale e artistica?
«Il mio background è il classico di chi fa hip hop, sono partito dai graffiti, fino ad andare in skate e a vestirmi in un certo modo. Inizialmente non ho pensato di fare musica, è lei che ha scelto me».
Per concludere, “Nun è over” è caratterizzato da un testo graffiante e diretto. Quali elementi e quali caratteristiche ti rendono orgoglioso di questo brano?
«Io nella mia vita sono una persona diretta, non mi piacciono i giri di parole. In questo pezzo le parlo direttamente a chi mi ascolta e a questo nemico immaginario, che noi rapper abbiamo tutti. Sono orgoglioso del fatto che altre persone possano rispecchiarsi in ciò che dico, sfogandosi attraverso la mia musica».
Nico Donvito
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