venerdì 22 Novembre 2024

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Leda Battisti racconta le immagini del video di “Parla più piano (brucia la terra)”

A tu per tu con la cantautrice reatina, protagonista della clip del suo singolo-omaggio a Nino Rota

Il 2018 di Leda Battisti si apre con il lancio del video di Parla più piano (brucia la terra)”, la sua personale rivisitazione del tema centrale della colonna sonora de “Il padrino”, una delle pellicole più rappresentative del cinema moderno. Una cover che le permette di rispolverare le sue doti da interprete, dopo averci nuovamente ribadito il suo innato spirito cantautorale con i precedenti singoli “Seconda notte” e “Solo un’estate fa”, oltre che un omaggio nei confronti dell’indimenticato compositore Nino Rota. Abbiamo raggiunto telefonicamente la cantante, per scoprire a cosa si ispirano le immagini di questa interessante clip.

Ciao Leda, ben ritrovata. Quale messaggio hai voluto trasmettere attraverso questo video?

«Con il regista Simon Barletti abbiamo voluto realizzare un video un po’ particolare, perché riecheggia in qualche modo il contrasto che c’è sia nel film e nella canzone stessa, ovviamente, l’omaggio è sempre per Nino Rota e alla sua splendida colonna sonora. C’è stata la volontà di dare una narrazione alle immagini, in modo da supportare il più possibile le parole e la melodia. Le immagini riprendono immancabilmente diverse location della Sicilia, ma anche una chiesa situata nella provincia di Bologna. Ho voluto trasmettere anche un senso culturale con il classico barocco siciliano, dando alle immagini anche un accenno di gotico, due grandi esempi di bellezza del nostro Paese». 

Tra le immagini che scorrono, accompagnate dal ritmo appassionato della canzone, colpiscono alcune foto d’epoca, puoi svelarci l’identità delle persone rappresentate in questi scatti?

«La donna giovanissima è la mia splendida mamma, mentre quel bel tenebroso con gli occhiali è mio padre e la bimba piccolissima nel passeggino sono io. Diciamo che ho voluto dare questo tocco personale che trovo molto bello e che rende questo video ancora più unico, tirando fuori quelle che sono le mie radici, i miei affetti più cari. In una clip storica che spazia tra il sacro e il profano, mi piaceva l’idea di riprodurre immagini d’epoca che mi appartenessero, in più mi sembrava bello celebrare in qualche modo il grande amore che ha sempre unito i miei genitori, proprio come in un film». 

Leda Battisti foto video Parla più piano  Leda Battisti foto video Parla più piano  Leda Battisti foto video Parla più piano

L’ennesimo richiamo cinematografico che va ad anticipare il tuo prossimo progetto discografico, che nella nostra scorsa chiacchierata avevi definito come un “album-film”. Come sta procedendo la lavorazione, cosa puoi anticiparci a riguardo?

«Esatto, nel disco ogni canzone avrà un riferimento preciso ad una pellicola in particolare, questo sarà il filo conduttore che unirà le tracce presenti in scaletta, come è già accaduto con il precedente inedito ‘Solo un’estate fa’ e con questa cover di “Parla più piano”. Posso anticiparti che in primavera/estate uscirà un nuovo singolo che andrà ad anticipare la vera e propria uscita dell’album, un brano che definisco sorprendente per quanto riguarda il mio stile e tutto ciò che ho sperimentato fino ad oggi, un pezzo nuovo che vanta anche una collaborazione internazionale. Per il momento posso solo anticiparti che si tratta di un brano dalle atmosfere completamente diverse, a cui tengo in maniera particolare».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.