Intervista ai Legno, che ci presentano il loro nuovo singolo “Str*nzo“
Il loro è uno dei progetti indipendenti che, negli ultimi anni, si sono segnalati con maggior forza agli onori delle cronache anche grazie agli importanti risultati ottenuti: 40 milioni di stream, tre album all’attivo dal loro esordio (2018), tour di successo in tutta Italia e diversi singoli di successo tra cui “Affogare” (disco d’oro) e “Instagrammare (feat. Rovere)” (video più trasmesso su MTV Music nel mese di luglio del 2020).
Parliamo dei Legno, ora su tutte le piattaforme digitali e in rotazione radiofonica con il loro nuovo singolo “Str*nzo” (etichetta Apollo Records e distribuzione Ada Music Italy) e noi li abbiamo raggiunti per farci raccontare qualcosa del nuovo brano ma anche del loro percorso e dei loro progetti futuri.
Ciao ragazzi, benvenuti sulle nostre pagine. “Str*nzo” è il vostro nuovo singolo ed è una lettera di saluti nei confronti di un passato che non tornerà più. La consapevolezza di aver dato tutto in una relazione appena finita fa stare meglio o peggio?
Sicuramente meglio. È fondamentale riuscire a voltare pagina, la consapevolezza sfocia nell’accettazione. Una storia finita a volte è un peso enorme da superare, “Str*nzo” è un modo per andare avanti magari ricordando il tutto anche con un pizzico di felicità.
Cosa avete scoperto che rimane alla fine di una storia d’amore, oltre ai “rimpianti” da buttare giù “sopra a un altro giro di do”?
Sicuramente che il dolore è fondamentale per capire cosa è andato storto e come si può superare una forte difficoltà.
I vostri testi sono sempre ricchi di citazioni e, in questo caso, abbiamo la vita che è “come una canzone triste dei Doors”. Come nasce questa metafora e che ruolo hanno, in generale, le canzoni tristi nella vostra vita?
Sono importanti poiché ci fanno capire che non siamo mai soli, abbiamo bisogno di ascoltare i pezzi tristi perché ci danno la forza per andare avanti e sicuramente ci mettono di fronte alla cruda verità che alla fine qualcosa finisce senza un perchè, ma non necessariamente dobbiamo scoprirlo, basta affrontarlo e superarlo. In questo le canzoni tristi aiutano.
Per il videoclip avete scelto il primo piano fisso su un attore che recita il testo del brano. È un modo per dare ancora maggior peso a un racconto molto sentito?
Sì, avevamo bisogno di mostrare il testo e farlo diventare vivo.
Nelle vostre prime canzoni vi mostravate molto più ironici e sbarazzini, mentre oggi cercate una maggior intimità. Da dove arriva questo cambiamento?
Siamo cresciuti e avevamo bisogno di mostrare un lato meno ironico e più profondo, crediamo che per mostrare ogni parte di noi dobbiamo passare da tutti gli stati d’animo, quello felice e quello triste appunto.
“Str*nzo” segue l’uscita di “Luminosissimi” e “Spettacolare”, tre singoli pubblicati nel giro di pochi mesi. C’è già anche un nuovo album in lavorazione?
Sì, stiamo preparando un nuovo album e siamo felicissimi, ma non possiamo anticipare granché.
Siete reduci da una tournée nei maggiori club italiani (Roma, Milano, Torino, Firenze e Bologna). Cosa vi ha lasciato e quanto è importante la dimensione live nel vostro percorso?
I live sono tutto, senza quelli non esisterebbe la musica, noi scriviamo e facciamo dischi principalmente per suonare in giro per l’Italia, per noi è pura vita.
Il vostro è un progetto orgogliosamente indipendente e, a mio avviso, l’indipendenza è ciò che oggi consente una maggior libertà all’artista ma anche la definizione di una precisa identità in un mercato che, invece, va sempre più verso l’omologazione. Vi chiedo quindi se siete d’accordo con questo concetto e quanto sono importanti libertà e identità nel vostro progetto.
Sono fondamentali, riuscire ad essere noi stessi non è facile e forse a noi ha aiutato la maschera, parliamo d’amore e di vita sociale e non abbiamo filtri nei testi, il mercato si muove verso direzioni ben precise oggi e noi siamo soltanto uno dei tanti spettatori che vedranno cosa accadrà al mondo musicale nel corso del tempo, non ci piace molto giudicare ma approfondiremo quando le acque saranno più calme.
Avete collaborato con molti artisti in questi anni. Citiamo, ad esempio, Rettore, Bianca Atzei, Lo Stato Sociale e Wrongonyou. Cosa vi hanno lasciato tutti questi artisti?
Sicuramente tanta amicizia e le cose belle che abbiamo condiviso insieme.
Guardandovi indietro, qual è il miglior momento che avete vissuto dalla nascita del vostro progetto? E cosa desiderate, invece, per il futuro?
Sicuramente i tour, le date in giro per l’Italia e la conoscenza di tante persone che abbiamo incontrato durante il nostro percorso. Ci piacerebbe continuare a farlo per sempre.
Nick Tara
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