A tu per tu con il misterioso duo indie, in uscita con il nuovo singolo “instagramMare” con i Rovere
Un pezzo estivo che più estivo non si può per i Legno, al secolo Legno Felice e Legno Triste, interessante realtà della nuova scena indie che, già da qualche tempo, impazza tra le playlist facendo incetta di stream. “instagramMare” è il titolo dell’inedito realizzato assieme ai Rovere (qui la nostra recente intervista), disponibile sulle piattaforme digitali dal 5 giugno e in radio dal 19 giugno.
Ciao ragazzi, benvenuti. Partiamo dal vostro nuovo singolo “instagramMare”, com’è nata e come si è sviluppata l’idea di questa canzone?
«“instagramMare” è nata come tutte le nostre canzoni, quando ci ritroviamo a scrivere un pezzo non pensiamo ad un determinato periodo di uscita. In quel momento ci è venuto naturale realizzare un brano che strizzava l’occhio un po’ all’estate. Successivamente abbiamo pensato di coinvolgere i Rovere, un featuring “telefonato” per via dei nostri rispettivi nomi, ma che nasce da una forte stima reciproca».
Potremmo definirlo un bel tormentone indie-style, dalle forti sonorità anni ’80 e ’90. Come siete arrivati a questo tipo di sound?
«Entrambi amiamo un po’ tutto quel mondo, questo tipo di mood, non a caso citiamo i Righeira e Max Pezzali, oltre ad omaggiare nel ritornello la celebre “In alto mare” di Loredana Bertè. Siamo cresciuti con queste sonorità, col tempo ne siamo rimasti fedeli».
Questa sarà un’estate sicuramente diversa, cosa vi ha spinto a far uscire un brano estivo proprio in questo momento storico?
«L’estate per noi è uno stato d’animo. Di solito facciamo canzoni un po’ più malinconiche, in questo momento abbiamo voluto fare l’esatto opposto, cantare la felicità, perché anche in un periodo difficile si può vedere il colore, bisogna cercare di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno».
Il vostro duo debutta a giugno 2018, quindi, avete appena compiuto due anni. In un’epoca dove conta tantissimo l’immagine, a cosa si deve la scelta di non apparire e di celare la propria identità?
«Non è tanto un discorso di celarsi dietro un qualcosa per non mostrare la nostra identità, è più un messaggio, le scatole sono un oggetti nei quali solitamente conserviamo i nostri ricordi. Da queste scatole prendiamo semplicemente i nostri ricordi e li trasformiamo in canzoni, far parlare le emozioni. La società di oggi, alla fine, è basata sull’apparenza, il nostro intento è quello di cercare di far arrivare la nostra musica, puntando tutto sulla sostanza».
Per concludere, a chi si rivolge oggi la vostra musica e a chi vi piacerebbe arrivare in futuro?
«La nostra musica si rivolge un po’ a tutti, non abbiamo mai scelto un pubblico ben preciso, in tour abbiamo avuto modo di vedere persone di età diversa. La missione è quella di far sentire le nostre canzoni a chiunque, senza stare a chiedersi troppo per chi o per come, la musica è per tutti».
Nico Donvito
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