A tu per tu con il cantautore pugliese, in uscita con il suo nuovo singolo intitolato “Comete“
Tempo di nuova musica per Leonardo Lamacchia, cantautore classe ’94 al suo ritorno discografico con “Comete”, singolo che inaugura questa nuova fase del suo percorso dopo l’esperienza di “Amici”. Il brano, composto a quattro mani con Roberto Guglielmi, è disponibile in radio e sulle piattaforme digitali a partire dallo scorso 26 aprile.
Ciao Leonardo, benvenuto. Partiamo da “Comete”, che ha sapore ha per te questo pezzo?
«Credo che abbia per me il sapore un po’ del ritrovamento in generale, del ritrovare se stessi all’interno di un equilibrio di coppia. Volevo raccontare proprio questo, perché comunque in una convivenza è complicato ottenere un equilibrio tra le abitudini delle due persone coinvolte. In amore non lo considero affatto negativo il perdersi per poi ritrovarsi, anzi è normale ad un certo punto dover affrontare la fase successiva all’innamoramento».
Quali sono gli aspetti che ti piacciono del tempo che stiamo vivendo e quali le cose che ti piacerebbe cambiare?
«Sicuramente l’aspetto tecnologico è una cosa che mi ha sempre affascinato, insieme alla scoperta di nuovi sistemi planetari in campo scientifico. Il progresso che c’è stato durante i decenni trovo che sia pazzesco, perché ci dà la possibilità di poter davvero pensare al futuro, pensare che certe cose siano realmente fattibili. Dall’altra parte, però, andrebbe capito come gestire tutti gli strumenti che ci vengono dati. Diciamo che dipende molto da come li utilizziamo per l’effetto che provocano di conseguenza, quindi dobbiamo capire prima i mezzi che abbiamo a disposizione per cercare di utilizzarli senza danneggiare nessuno. La cosa che cambierei, forse, è proprio questa. Cercherei di ritornare un po’ ad una comunicazione face to face, poiché determina completamente l’approccio di una determinata esperienza».
“Comete” segna l’inizio di una nuova fase del tuo percorso, in che direzione pensi stia andando la tua musica? C’è una linea precisa che hai in mente di seguire o ci sarà spazio alla sperimentazione?
«La verità è che mi piacerebbe sperimentare, in questa fase della mia vita voglio seguire l’istituto. Quindi, ci saranno molte cose anche apparentemente distanti che però fanno comunque parte di me, come le varie sfaccettature che compongono ogni persona. Alla fine c’è sempre un filo che collega tutto, ovvero quello esperienziale, oltre che il mood e il modo di esprimere determinati concetti. Sperimentare è sempre bello, anche perché è cambiato tanto il pubblico in questi ultimi anni, per cui è necessario trovare un linguaggio non soltanto dal punto di vista sonoro».
Per concludere, quali elementi e quali caratteristiche ti rendono orgoglioso di questo ritorno e di un brano come “Comete”?
«Sono contento e fiero del fatto che sia un brano molto sincero, questa è una prerogativa che cerco di mettere in ogni pezzo che pubblico. Anche questa volta ho trasmesso un’altra parte di me. Insieme a Roberto Guglielmi, autore e amico con cui ho scritto “Comete”, siamo riusciti a realizzare qualcosa di autentico. Mi piace prendere in considerazione più l’aspetto legato alla sincerità e la verità, rispetto a quello che poi può rappresentare un pezzo in questo momento della mia vita. Questo per me è il massimo».
Nico Donvito
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