venerdì 22 Novembre 2024

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Letteratura a 45 Giri: Il porto proibito e Vivere la vita

Un Libro, Una Canzone: Insieme

Ispirazione e rimandi letterari

Quel che si appalesa ai miei occhi indagatori assomiglia a un diverso approdo… a un altrove appena intravisto in passato e, nonostante tutto, familiare. Solo ora mi accorgo di aver smesso di remare da un pezzo. Eppure, senza un alito di vento, la barca si sta dirigendo lentamente, inesorabilmente, verso quell’altrove. È il porto proibito.

Dalla felice comunione artistica tra Teresa Radice e Stefano Turconi nel 2015 è nata la graphic novel Il porto proibito, operazione artistico-letteraria che unisce l’espressione iconografica a una trama ricca di spunti letterari e liberamente ispirata a La ballata del vecchio marinaio di Samuel Taylor Coleridge. Nonostante tale ispirazione raffinata, Il porto proibito è un’opera apprezzabile da chiunque, ma è indubbio che i rimandi alla ballata inglese rendano l’opera fruibile a diversi livelli di lettura e strizzino l’occhio a chi la ballata di Coleridge l’ha letta e studiata.

La trama 

La trama della graphic novel è totalmente indipendente dal suo precedente letterario. Nell’estate del 1807 un naufrago di nome Abel viene ritrovato al largo del Siam da una nave della monarchia inglese, che lo riporta in Inghilterra. Il giovane si ritrova a fare i conti con un presente confuso e con un oscuro passato di cui non ricorda nulla. Il suo viaggio coincide con il viaggio del lettore, che pian piano ricostruisce insieme al protagonista vicende a lungo dimenticate.

Vita e Morte

Abel, ricostruendo la propria storia, scopre (o meglio riscopre) il suo compito, il compito che la vita e la morte gli hanno conferito. Come Rebecca, una prostituta a cui si trova inaspettatamente unito nello spirito e nel destino, il ragazzo si trova a fare i conti con quella che Coleridge chiamerebbe Vita nella Morte. Un’entità o una condizione? Forse entrambe le cose.

Il porto proibito

Il porto proibito, in questo senso, rappresenta la fine e il riposo, da cui Abel e Rebecca sono contemporaneamente attratti e spaventati.

Il porto proibito era là: inconfondibile, in attesa. Vestito di nebbia leggera, acquattato placido dalle parti della Smeatons Tower. Mi guardava. Ho chiuso gli occhi, li ho riaperti. Nulla era cambiato. Indefinito ma presente, il porto mi osservava, con paziente insistenza.

Il porto proibito racconta la vita narrandone tutti gli aspetti dal punto di vista di ciò che vita non è. Indaga vita e morte non presentandole come due realtà antitetiche, ma come elementi di un unico progetto, di un’unica storia.

In questo senso alcuni versi di Vivere la vita di Mannarino ricordano da vicino, nella filosofia e nella metafora marinaresca, la graphic novel:

Sei partito da un piccolo porto
Dove la sete era tanta e il fiasco era corto […]

Come Abel rimane senza memoria dopo il naufragio, così rimangono senza memoria il morto e l’ubriaco, tutti quanti ricordati da coloro i quali, ancora vivi, non vogliono e non possono lasciare andare i propri cari.

La vita è la più grande ubriacatura
Mentre stai bevendo intorno a te tutto gira
E incontri un sacco di gente
Ma quando passerà non ti ricorderai più niente
Ma non avere paura, qualcun’ altro si ricorderà di te.