giovedì, Marzo 28, 2024

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Letteratura a 45 giri: L’uomo che volle essere Re – Kipling e De Gregori

Un Libro, Una Canzone: Insieme

Viaggio verso il Kafiristan

I matti vanno contenti, tra il campo e la ferrovia.
A caccia di grilli e serpenti, a caccia di grilli e serpenti.
I matti vanno contenti a guinzaglio della pazzia,
A caccia di grilli e serpenti, tra il campo e la ferrovia.

Due uomini, Peachy Tagliaferro Carnehan e Daniel Dravot, protagonisti del racconto L’uomo che volle essere Re, di Rudyard Kipling, si recano una notte presso la redazione di un giornalista e gli raccontano di voler partire alla volta del Kafiristan, una remota regione afghana di cui hanno deciso di diventare re.

Così, visto come stanno le cose, noi lasceremo perdere e andremo via, da qualche altra parte, dove non si vive in mezzo alla folla e dove un uomo può essere sé stesso. Non siamo di piccola statura e non c’è nulla di cui abbiamo paura, eccetto il bere, ma a tal proposito abbiamo stilato un contratto. Quindi, partiamo con l’intenzione di diventare re.

Sono pronti: hanno un piano, hanno consultato mappe ed enciclopedie per prepararsi a ciò che li attenderà e hanno addirittura stilato un contratto tra loro per regolare le dinamiche dell’impresa.

Due matti

In poche battute i due personaggi provano al giornalista di essere abbastanza matti per imbarcarsi veramente e senza esitazione in un’avventura del genere.

Se potesse immaginarci ancora più folli, noi saremmo ancora più contenti.

“Sono o non sono matti?” – si chiede dunque il lettore del racconto. Forse, verrebbe da pensare dopo la lettura del piano strampalato dei due protagonisti, ma è assai più probabile che sia l’avventura narrata in seguito, la conquista del Kafiristan, ad aver spinto i due nel baratro della follia.

Un secondo colloquio, infatti, avvenuto a distanza di qualche anno, viene narrato poco dopo. Carnehan è tornato. È moribondo, farneticante, piegato dal tempo e dalle disavventure, ma è pronto a raccontare confusamente la propria rocambolesca avventura. Narra dunque al giornalista il viaggio, suo e dell’amico Dravot, verso la terra tanto bramata, il primo contatto con le popolazioni indigene, i contrasti, la loro ascesa al trono e la loro rovina.

Ascesa e rovina

Attraverso il racconto di questo viaggio Kipling indaga le dinamiche psicologiche individuali e sociali umane, fornendoci, tramite le parole di un Carnehan quasi delirante, un resoconto per nulla attendibile ma molto affascinante del viaggio fisico e “spirituale” dei due protagonisti. Carnehan e Dravot da poveri imbroglioni divengono invasori, re e divinità, per poi sprofondare nuovamente nella miseria, in una visione ciclica della vita umana che non può che far pensare alla propria esistenza e alle scelte facciamo ogni giorno. Come Francesco De Gregori afferma ne I matti, infatti,

I matti non hanno più niente, intorno a loro più nessuna città,
Anche se strillano chi li sente, anche se strillano che fa.

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Redazione

Imprenditore, Speaker Radiofonico. In vari anni ha sviluppato competenze in diversi settori specializzandosi nell’ambito editoriale e della sicurezza sul lavoro. Fondatore di MondoTV24, Spazio Wrestling, Tuttocalciomercato24. Appassionato del Festival di Sanremo da sempre, nel corso degli anni ha presenziato presso la Sala Stampa Lucio Dalla durante la manifestazione partecipando alle votazioni delle canzoni. Dal settembre 2023 proprietario di Recensiamo Musica, portale presente da anni nel mondo musicale al quale sta fornendo la sua esperienza per rilanciarlo in maniera incisiva nel mondo editoriale.
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