sabato, Aprile 27, 2024

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Levante, in un docu-film la sua caduta e la sua rinascita dalla depressione

Il successo, il parto, la depressione, un drastico cambio di look e la lenta rinascita, è il racconto che Levante fa di sè stessa nel docu-film di cui è protagonista e che sarà disponibile su Paramount+ dal prossimo 23 febbraio. Attraverso i concerti del 2023 viene raccontata la storia personale e intima dell’artista e la stesura del suo ultimo singolo “Mi Manchi” di cui nel film viene riprodotta la versione live all’Arena di Verona. Con un tour in partenza da Isernia il prossimo 10 marzo, Levante si è raccontata a La Repubblica, parlando della depressione che la ha colpita tempo fa e la sua risalita, ecco le sue parole :

Fin da piccola ho trovato il modo di spiegare me stessa attraverso la musica e non ho mai cambiato quella modalità. Però in questa intervista ho deciso di raccontare una parentesi della mia vita che nel 2023 ha trovato ostacoli molti alti. Sono sprofondata e risalita e ho sentito il bisogno di raccontare le mia depressione, il mio cambiamento estetico e quel Sanremo tanto strano dove ho cantato Vivo con quel look così spiazzante. Ho spiegato le canzoni perché mi sentivo in difetto nei confronti di tutti, ma ho parlato soprattutto di me”

Lei ha affermato che nessuna donna fa sogni erotici nel post parto :

Quella frase è vera. Non riguarda ovviamente tutte le donne, ma molte sì. E per molte il sogno erotico è un’utopia. Era quello che volevo raccontare con Vivo, ma sapevo che quel brano sarebbe stato un autogol: era difficile per me, figuriamoci per gli altri. Quando va in tv la musica ha bisogno di velocità. Mi sono trovata in difficoltà, la gioia di risalire sul palco era ancora sopita, ci ho messo tanto a uscirne e ho avuto bisogno di terapie e farmaci. Ma in quel momento non mi rendevo conto”

Ha detto che il suo momento di vita è l’opposto di quello in cui è nata “Alfonso”. Però c’è un’intera generazione che si è riconosciuta in quel “che vita di merda”:

È la canzone più bella che ho scritto. Non riuscirò mai più a scriverne una così: per l’idea, l’ironia, l’autenticità e la purezza. Poi ovvio che, una volta nel mondo della musica, io sia andata da un’altra parte. Però è stata una rivoluzione per il cantautorato femminile”

Quando ha capito che il brano stava avendo successo?

Facevo la barista. Una mattina è entrato il verduraio e mi ha detto “Guarda che su Radio Deejay stanno trasmettendo la tua canzone” “

Facciamo qualche altro passo indietro. Il primo provino con Teddy Reno per il festival di Ariccia:

Un’esperienza incredibile. Avevo tredici anni, mi iscrisse mia zia Tiziana, che si era resa conto che cantavo in un certo modo. Raggiungiamo lo studio per le selezioni, io portavo due canzoni da sei minuti ciascuna, troppo dense: capivo che non sapevano dove sbattere la testa. Teddy Reno mi disse che ero “troppo consoliana”: figuriamoci, Carmen era il mio mito. Però di quel provino ricordo tutto: la luce dello studio, i miei polpastrelli distrutti perché suonavo da poco tempo”

Poi con Carmen Consoli ha inciso “Lo stretto necessario” :

Quando mi è arrivata la sua versione mi sono accasciata sul tappeto e ho pianto mezz’ora. Pensavo che da Ariccia ero arrivata a cantare col mio mito. Ho pianto pure troppo poco”.

Oltre che con Carmen Consoli, ha lavorato con Negramaro, Tiziano Ferro e altri. Che ricordi ha?

Mi porto nel cuore un Giuliano Sangiorgi generosissimo, che nel 2013 mi disse: “Tu puoi cantare anche la lista della spesa”. Di Ferro ricordo la gentilezza: mi  fece il grande dono di cantare con lui”

In questi giorni Sangiovanni ha confessato il suo malessere. La musica è davvero un tritacarne?

Mi ha colpito tanto, è stato coraggioso. Non penso sia un tritacarne, penso però che sia importante circondarsi delle persone giuste. Lavorare 24 ore facendo musica è bello, ma il rischio è che si mostrino le proprie fragilità. C’è bisogno di qualcuno intorno che ti dica quando è il momento di fermarsi”.

A proposito di amore: qualcuno continua a vedere riferimenti a lei nelle canzoni di Diodato, con cui qualche anno fa ha vissuto una storia.

“Assolutamente no. Ma perché mai poi? La vita ci ha dimostrato che non è possibile”