Recensione del nuovo album d’inediti della cantautrice
Dopo tre album incisi e pubblicati come artista indipendente Levante sbarca sulla costa dell’isola del mainstream firmando un contratto con Warner Music Italy e pubblicando Magmamemoria, un disco destinato al largo uso pop. O almeno così ci si aspetterebbe. Tredici nuovissime tracce inedite che arricchiscono il percorso artistico della cantautrice sicula che, in questi anni, non si è mai risparmiata ed ha cercato sempre di portare avanti un proprio linguaggio musicale.
Il racconto parte non a caso da Magmamemoria, traccia che, pur apparendo come una sorta di intro, più di ogni altra ricostruisce il percorso tematico che questo disco si propone di affrontare in modo consapevole e unitario. Levante vuole dedicarsi ai ricordi, alla memoria di una vita vissuta realmente e di cui ora si vuole offrire un racconto preciso e intenso. La novità vera di questa traccia e dell’intero disco è l’utilizzo dell’orchestrazione che entra prepotentemente in scena presentandosi come il vero elemento innovatore rispetto a quanto messo in mostra finora dalla cantautrice sicula con la propria musica.
Le vere colonne portanti del lavoro sono, proprio, i tre singoli radiofonici che hanno anticipato, in tempi diversi, la pubblicazione dell’album a partire da quella Andrà tutto bene che sceglie di dedicarsi al racconto sociale citando la questione ambientale (“ti va di fare un tuffo in mare tra i tuoi rifiuti ma poi ti rifiuti”), morale (“la vita è un dono sacro, l’eutanasia un peccato”), dell’immigrazione (“se muore un uomo in mare è solo un immigrato“) o politica (“mi chiedo ancora quanti sogni devo allo Stato in questo stato”) arrivando alla provocazione finale che pare chiedere a ciascuno: “questo è il futuro che sognavi per te?”. Ci sono poi Bravi tutti voi, che continuando a far proprio un suono deciso si toglie qualche sassolino dalla scarpa nei confronti del mondo improntato all’apparenza e alla superficialità, e la dolce Lo stretto necessario, che si dedica al paesaggio meridionale sfruttando la preziosa ugola della Cantantessa Carmen Consoli che fin dalla prima nota incanta l’ascoltatore con le sue innate grazia e leggerezza che qui si mettono abilmente a disposizione di un brano che decolla con gli ascolti.
Levante canta e scrive ma, in questo disco, si fa aiutare più che in passato. Regno animale la presenta come interprete di un brano che cerca il segreto per la felicità e che è stato scritto a sei mani da Colpesce, Luca Serpenti e Antonio di Martino che, poi, ritorna anche per Reali, coscritta anche con Antonio Filippelli, che guarda, invece, alla verità delle cose e dei rapporti utilizzando qualche sporcatura di elettronica in un inciso potente. L’altra collaborazione autorale è con Dario Faini che compone Se ti vedo non esisti che si rivolge a degli ipotetici Francesco ed Anita per raccontare un rapporto a due al quale manca il giusto coraggio per continuare a viversi.
L’intimità non manca in brani come Questa è l’ultima volta che ti dimentico che con realismo ed il giusto animo struggente va a ricucire il ricordo di un doloroso addio che si consuma tra delle strofe quasi sussurrate ed un ritornello che, invece, ricerca un’esplosione sonora che si verifica quando ci si rende conto che “viaggi nelle mie orbite ancora”. Su questa scia si colloca anche Antonio, che concretizza il momento di una storia d’amore finita lasciando sospiri e lacrime per quasi 6 minuti in cui ricordi e attimi si confondono nella lunga striscia musicale finale, e la conclusiva Arcano 13, in cui la voce richiede qualche effetto in più del comune per reggere l’emozione suscitata da un addio alla vita che si è voluto raccontare tra i versi di una traccia che suona quasi come una ghost-track.
Il lato più sperimentale di questo album esce allo scoperto anche per Il giorno prima del giorno dell’inzio non ha mai avuto fine in cui torna protagonista l’elettronica e qualche effetto sulla voce che risulta metallizzata prima di dare concretezza ad una vocalità che si libera delle proprie catene dandosi potenza con un arrangiamento ritmico particolarmente sostenuto per sottolineare l’inutilità dei ricordi fini a se stessi. Concludono il viaggio Saturno, in cui l’amore vero viene ucciso con le proprie stesse mani, e l’energia di Rancore, che conclude liberandosi degli intriganti ricordi sentenziando “via il tuo nome, via ogni traccia di te”.
Questo Magmamemoria è un disco che malgrado si rivolga ad un pubblico potenzialmente mainstream ha il coraggio e la forza di non piegarsi alle logiche commerciali ma, piuttosto, di tentare di portare il pubblico verso il proprio linguaggio e universo musicale di riferimento. Levante canta e scrive come sempre con profondità e qualità un disco che sa suonare a tratti coraggioso e sempre spendibile nel segno della non banalità. La cantautrice siciliana vuole parlare e raccontare davvero di sè attraverso la musica e non lo vuole fare utilizzando i luoghi comuni e, per questo, sceglie di andare con competenza e musicalità in profondo.
Migliori tracce | Bravi tutti voi / Andrà tutto bene / Lo stretto necessario
Voto complessivo | 7.9/10
Tracklist |
- Magmamemoria
[Levante] - Andrà tutto bene
[Levante] - Bravi tutti voi
[Levante] - Regno animale
[Antonio di Martino, Colapesce, Luca Serpenti] - Reali
[Levante – Levante, Antonio di Martino, Antonio Filippelli] - Questa è l’ultima volta che ti dimentico
[Levante] - Se non ti vedo non esisti
[Levante – Levante, Dario Faini] - Il giorno prima del giorno dell’inizio non ha mai avuto fine
[Levante] - Saturno
[Levante] - Rancore
[Levante] - Lo stretto necessario con Carmen Consoli
[Levante, Antonio di Martino, Colapesce] - Antonio
[Levante] - Arcano 13
[Levante]
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Ilario Luisetto
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