A tu per tu con la giovane rapper romana, fuori dallo scorso 3 settembre con il singolo “Casinò“
Tempo di nuova musica per Eleonora La Monica, alias Leyla, rapper classe ’99 che ha da poco rilasciato per Honiro Ent l’inedito “Casinò”, prodotto da Rambla, brano che arriva a pochi mesi di distanza dal lancio del suo precedente singolo d’esordio, intitolato “Alberto Sordi”. In occasione di questa nuova uscita abbiamo incontrato la giocane artista romana per approfondire la sua conoscenza e la sua personale visione musicale.
Ciao Eleonora, “Casinò” è il titolo del tuo nuovo singolo, che sapore ha per te?
«Il sapore della rivalsa, che è fondamentalmente il concetto che ho cercato di sviluppare in tutto il testo. ‘Altri ce l’hanno fatta, perché non io?’».
Un pezzo che contiene un messaggio positivo, fondamentalmente invita chi lo ascolta a non smettere mai di lottare, di provarci e di insistere sui propri obiettivi. Quanto è importante, in questo preciso momento storico, infondere questo tipo di pensiero?
«Lo trovo importantissimo. Ad oggi è talmente facile buttarsi/farsi buttare giù! Durante questo percorso ho conosciuto persone pronte a qualsiasi cosa pur di demoralizzare gli altri. Io, al contrario, vorrei risvegliare un po’ di menti: siamo giovani, siamo forti e abbiamo tutto il tempo davanti a noi, possiamo farcela».
A livello musicale, invece, quali sonorità hai voluto abbracciare?
«Ho cercato di creare un sound molto ritmato, sicuramente diverso rispetto al pezzo precedente che dava, invece, più spazio alla voce. Qui ho usato una metrica più stretta che risaltasse il testo, soprattutto all’interno delle strofe, mentre nel ritornello ho voluto restituire un’idea più corale».
Facciamo un salto indietro nel tempo, quando e come hai scoperto la tua passione per la musica?
«La passione per la musica me la porto dietro sin da piccina, un po’ come tutti i miei parenti, mio padre era ballerino di break dance e chitarrista, mentre nella famiglia di mia madre ci sono moltissimi cantanti e musicisti. Inizialmente mi sono avvicinata a questo mondo tramite la danza, solo verso i 16 anni ho capito quanto avessi bisogno non solo di muovermi sulla musica, ma anche di farla. E’ nato come esperimento, in realtà ero alla ricerca di un modo costruttivo per sfogarmi e da lì non ho più smesso».
A cosa si deve il tuo nome d’arte? Tiro ad indovinare, c’entra qualcosa Eric Clapton?
«In realtà no, anche se (e qui devo ringraziare i miei genitori) sono una grande fan di Eric Clapton. Comunque c’entra una ‘Laila’ ed è la protagonista di ‘Mille Splendidi Soli’, un libro che mi ha segnata moltissimo; inoltre Leyla ricorda molto il nomignolo con cui mi hanno sempre chiamata in famiglia: Lila».
Quali ascolti hanno accompagnato e influenzato il tuo percorso?
«E’ una domanda a cui fatico sempre a rispondere perché in realtà non lo so precisamente. Ho sempre ascoltato tanta musica, tanti generi diversi, da quelli di nicchia ai più commerciali e ognuno mi ha insegnato cose diverse. Con il rap ho imparato a dire ciò che penso senza filtri, grazie al pop ho capito che ero in grado di cantare, reggae e rock mi hanno trasmesso il senso del ritmo. Entrando in casa potreste trovare vinili di Michael Jackson e dei Beatles accanto all’ultimo disco di Eminem e al primo di Pino Daniele (o di Eric Clapton!)».
Come descriveresti il tuo rapporto con i social network?
«Ambivalente. So quanto siano importanti e per questo cerco di non sottovalutarli, ma li trovo profondamente scomodi. Sanno farci sentire in dovere, in dovere di dire la nostra, di far vedere che ci siamo e che siamo importanti, ma non per noi, per gli altri, questa cosa la trovo di una tristezza infinita. Visti sotto un’altra luce però possono essere utili, basta ricordarsi che sono un mezzo, non devono diventare il fine».
Cosa aggiunge “Casinò” al tuo percorso rispetto al precedente singolo d’esordio intitolato “Alberto Sordi”?
«E’ un nuovo pezzo del puzzle. Sono convinta che ogni creazione (in questo caso ogni canzone) di un artista rappresenti o almeno dovrebbe rappresentare, una piccola parte di lui. In questo caso a venir fuori è ovviamente la parte più sfacciata e sicura di me, ma è solo un po’ di quello che sono».
Con quale spirito ti affacci al mercato e come valuti l’attuale settore discografico?
«Sono sicuramente molto eccitata, sto lavorando per portare prodotti sempre migliori e mi sento molto stimolata. Credo che manchino delle donne forti nell’ambito hip-hop, nonostante le attuali conquiste nazionali e internazionali credo che possiamo fare molto di più e spero di poter contribuire, anche in piccola parte, ad una rivalutazione del genere femminile in questo settore».
Quali sono i tuoi prossimi progetti in cantiere e/o sogni nel cassetto?
«Sto attualmente lavorando a nuovi brani e sono molto soddisfatta di ciò che ne sta venendo fuori, ma sono molto diversi dai lavori precedenti, quindi non voglio ancora svelare nulla, posso solo dire che sono emozionantissima».
Per concludere, dove desideri arrivare con la tua musica?
«Dovunque mi voglia condurre. Mi auguro che sia il più in alto possibile, ovviamente, e spero di poterne fare il mio lavoro, ma seppur non dovessi riuscirci starò bene finché avrò la mia musica con me, ovunque sia».
Nico Donvito
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