giovedì 21 Novembre 2024

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Ligabue, trent’anni di “A che ora è la fine del mondo?”

Album Amarcord, i dischi più belli da riascoltare: un viaggio nel tempo nei ricordi di progetti che hanno lasciato il segno e che vale la pena riportare alla nostra attenzione

Tempo di celebrazioni per uno dei dischi più importanti della carriera di Luciano Ligabue, vale a dire “A che ora è la fine del mondo?”, quarto album in studio del cantautore di Correggio, che proprio oggi festeggia il suo trentesimo anno di vita.

Reduce dai non proprio esaltanti riscontri ottenuti con i precedenti “Ligabue” del 1990″, “Lambrusco coltelli rose & pop corn” del 1991 e “Sopravvissuti e sopravviventi” del 1993, questo progetto segna una sorta di transizione nel suo percorso, anticipando di dodici mesi la consacrazione sancita da “Buon compleanno Elvis” e dal singolo “Certe notti“, considerato uno dei suoi principali evergreen.

Rilasciato il 28 ottobre 1994, il disco viene accompagnato dalla pubblicazione dell’omonimo singolo “A che ora è la fine del mondo?”, cover di un pezzo dei R.E.M. datato 1987 intitolato “It’s the end of the world as we know it (and I feel fine)”. Il brano ironizza sulla potenza del mezzo televisivo, su come la gente sia stata plagiata da questo nuovo sistema di comunicazione, al punto da voler vivere l’apocalisse da casa, comodamente sul proprio divano.

A parte la piacevole versione live di “Urlando contro il cielo”, il resto del lavoro non lascia un vero e proprio segno, tant’è che lo stesso Ligabue definirà le tracce di questo disco come delle “schegge sparse”, poiché le canzoni erano state registrate in momenti diversi al punto da risultare piuttosto slegate tra loro, delle vere e proprie precedenti b-sides, come ad esempio “Gringo ’91” e “Gringo ’94”, versioni differenti di un brano che il rocker emiliano si porta dietro dagli anni ’80, riproposto in salse diverse.

Spulciando la scaletta, tra i titoli spiccano: “L’han detto anche gli Stones”, interpretata dai giovanissimi e ancora poco conosciuti Negrita, la ballad “Male non farà” già incisa precedentemente dai Timoria, proprio come “Fuoritempo”, scritta sempre da Luciano ma già cantata dai Rats. Tra i pezzi più riusciti, infine, troviamo “Cerca nel cuore”, che viene estratto come secondo e ultimo singolo commerciale del progetto. In conclusione, “A che ora è la fine del mondo?” è un album che si lascia ascoltare, ma che fatica a farsi ricordare.

Grazie mille | Tracklist e stelline

  1. A che ora è la fine del mondo?
    (Luciano Ligabue, Mike Mills, Bill Berry, Peter Buck, Michael Stipe)
  2. Gringo ’94 
    (Luciano Ligabue)
  3. Cerca nel cuore
    (Luciano Ligabue, Gianfranco Fornaciari)
  4. Fuoritempo
    (Luciano Ligabue)
  5. L’han detto anche gli Stones
    (Luciano Ligabue)
  6. Male non farà
    (Luciano Ligabue)
  7. Gringo ’91
    (Luciano Ligabue)
  8. Urlando contro il cielo
    (Luciano Ligabue)
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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.