All’indie italiano non rimane più nemmeno l’etichetta di ‘indipendente’
La notizia della settimana è che Tommaso Paradiso e soci hanno firmato. Nei corridoi della discografia non si parla d’altro: anche la bandiera rappresentativa del movimento indie italiano ha ceduto alle lusinghe della discografia che conta. E quindi, ha firmato.
Ovviamente ci riferiamo al nuovo contratto discografico che i Thegiornalisti hanno stretto con l’etichetta discografica Universal Music con la quale qualche giorno fa hanno già pubblicato il loro nuovo singolo radiofonico, ‘Maradona Y Pelè’.
La notizia non avrebbe poi chissà quale rilevanza in delle condizioni normali. Continuamente gli artisti firmano contratti, li rinnovano, li cancellano, passano nel roster del vicino di casa o, forti di un successo, pretendono di salire di livello. Il dato extra-ordinario, però, è il fatto che Tommaso Paradiso e soci sono i principi dell’indie-pop italiano, coloro i quali, senza girarci troppo intorno, per primi sono riusciti a venire al successo con una musica straordinariamente pop ma totalmente rivoluzionaria nel suo linguaggio musicale e testuale. La rivoluzione da loro incarnata, però, stava anche nel fatto che per essere indie occorreva essere “indipendenti” e, cioè, facenti parte di una casa discografica non internazionale, insomma non essere in una major. Che poi la loro musica stesse diventando via via sempre più pop poco importa, l’importante, per la definizione, era l’appartenenza di etichetta discografica.
Da questa settimana, insomma, i Thegiornalisti non sono più indie perchè, dopo aver lasciato l’etichetta che li ha lanciati (la Carosello Records) sono a tutti gli effetti membri di una casa discografica internazionale, la Island, succursale del gruppo Universal. Una major per l’appunto.
Ma poi, diciamocela tutta, Paradiso finora aveva tenuto il piede in due scarpe vantando la partnership con Universal Music Publishing che ne curava le edizioni. Che mica è cosa di poca cosa perchè sappiamo tutti come funzionano gli editori: io ti do qualcosa in cambio di qualcos’altro. Che vi credevate che i pezzi scritti per Ramazzotti, Ferreri, Noemi e soci fossero arrivati a caso?
Ma i Thegiornalisti di certo non sono i soli ad aver compiuto questo drastico passo. Negli ultimi mesi lo stesso hanno fatto anche Levante, finita da Carosello a Warner Music, i Fast Animals and Slow Kids, anche loro incasati da Warner Music, e i Pinguini Tattici Nucleari, ora in casa Sony Music Italy.
Ma poi, occorre, ricordare Calcutta, che vanta accordi di distribuzione con Sony ma che ha gli accordi editoriali con Universal Music Publish, o Niccolò Contessa, Gazzelle e Colapesce, legati alle edizioni Sony ATV per scrivere per Renga, Emma o Marco Menogni. E i vari Carl Brave, Rkomi (Universal) e Achille Lauro (Sony) dove li lasciamo?
Insomma, gli anticonvenzionali artisti indie oggi sono convenzionali esattamente come gli eterni pilastri del pop all’italiana e, in qualche modo, ne dettano le regole avendo contagiato in tempi record l’intero scenario discografico e musicale. Infondo sono i big della melodia italiana a cantare oggi le canzoni scritte da loro secondo i nuovi dettami musicali, mica il contrario… Ma è l’indie ad aver conquistato il pop e la discografia oppure è il pop ad aver assorbito la corrente indie trasformandola in un pop 2.0 che presto finirà per assomigliare a quello vecchio? Il tempo ci dirà.
Ilario Luisetto
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