martedì, Maggio 7, 2024

CLASSIFICHE

SUGGERITI

L’intervista, Jeson in “Solo un uomo” la sua esperienza di vita in capitoli musicali

Il 12 aprile scorso è uscito il nuovo EP di Jeson “Solo un uomo”, artista urban emergente ma che ha già all’attivo un feat. con Marco Mengoni nell’album “Materia Prisma”. Il mood dell’EP è fortemente intimo e personale, incentrato sul racconto che Jeson fa della sua vita e delle esperienze che ha vissuto fino ad ora, dividendole in capitoli per riflettere meglio su se stesso attraverso la musica e per trasmettere il valore importante dell’accettazione di se.

Abbiamo raggiunto Jeson in videochiamata e ci ha colpiti fin da subito per la sua disponibilità e per la sua voglia di proseguire musicalmente con un proprio discorso personale, un proprio racconto che lo faccia entrare a pieno titolo nel range di chi fa musica per mostrare qualcosa di sè e non per seguire il mainstream.

L’ INTERVISTA

Parliamo un pò di questo EP, parliamo un pò di te, cosa ti ha portato  a uscire con questo album?

“Guarda, l’intenzione era semplicemente di uscire con un progetto che parlasse della mia persona, perché è comunque un progetto di presentazione, di me artista, intendo. È comunque un viaggio introspettivo nella mia persona e volevo proprio uscire con questo EP come se fosse un biglietto da visita. come dire io faccio questa roba, parlo di questo e chi vuole seguire il mio percorso, il mio viaggio sia il benvenuto”

Ti sei rifatto a esperienze personali nella elaborazione dei testi?

“Sì, sì, sono tutte esperienze personali. Diciamo che io ho sempre avuto questo tipo di scrittura. Il lavoro che è stato fatto più che con la scrittura è stato fatto proprio per quanto riguarda la forma stilistica del progetto, nel senso che prima di arrivare a questo risultato abbiamo sperimentato, io intendo io e il mio produttore che saluto tra l’altro, con cui lavoro da anni ormai, abbiamo sperimentato molto dal periodo post-Covid fino ad oggi per arrivare poi a una formula nostra, che ci distaccasse da tutto il resto. Questo era il nostro obiettivo.”

I GIOVANI E LA MUSICA

Pensi che sia difficile, adesso per un ragazzo giovane come te, farsi largo nel
mondo della musica? Tu dici, giustamente, ho sperimentato e poi ho
proposto una mia idea, senti che invece molti seguono un pò la corrente stilistica, nel senso che seguono il mainstream, seguono l’ascolto facile e quindi poi per chi vuole veramente portare la sua musica, le proprie idee, diventi un pò difficile farsi notare ?

“Sì, è complicatissimo. Io sicuramente mi sono scelto un percorso più difficile rispetto ad altri. Io sono amante del rap, della trap, di tutto quello che oggi è in tendenza. Però il mio
obiettivo è quello di, ovviamente, di arrivare in alto, non lo nascondo, però è quello anche di restare. E per restare, secondo me, devi avere qualcosa di diverso rispetto agli altri, non devi seguire la massa. Sicuramente è più complicato, è molto più complicato, però ripaga a lungo andare. Quindi la risposta è sì, però preferisco così. Cioè, nel senso, preferisco faticare e dare tempo al tempo e maturare il mio percorso passo dopo passo per arrivare poi in cima e restarci negli anni, perché è poi quello che è l’obiettivo finale.

Cioè, il primo obiettivo è quello di arrivare in cima, il secondo obiettivo, che è ancora più
complicato, secondo me è quello di restare a galla a lungo andare. Avere un proprio percorso personale che ti permetta poi di essere te stesso, di essere la differenza, di essere riconosciuto per quello che hai fatto, per quello che hai portato di diverso, e non essere, passami il termine, la copia di qualcun altro.”

A PROPOSITO DEI TALENT

A proposito di copie, stiamo assistendo a dei talent che sono un pò la copia di se
stessi, in cui si cerca un pò il brano a effetto più che valutare il talento delle persone. Tu, rispetto ai talent, come ti poni? Faresti prima di tutto una esperienza del genere o la vedi lontana da te?

“Io in questo momento, ovviamente poi le cose possono cambiare a lungo andare, è un percorso che non ho scelto. Voglio puntare, come dicevo prima, nel seguire la mia visione sul crearmi un percorso che non so dove porterà, però io ce la metterò tutta per portarlo in alto. Credo che la vetrina del talent sia una vetrina importante, però secondo me è un’arma a doppio taglio, nel senso che può valorizzare l’artista quando ha già una visione di quello che vuole fare. Se l’artista non ha la visione e viene costruito all’interno del talent, allora potrebbe essere autodistruttivo per l’artista stesso. Poi magari no, nel senso poi a seconda dei casi, però io la vedo un pò così, bisogna avere chiaro il proprio percorso.
Comunque non ho niente in contrario a chi prova questa strada, ora come ora io la sento
lontana da me, però magari col tempo potrei anche cambiare idea.”

Nell’album c’è un brano a cui ti senti particolarmente legato?

“Diciamo che sono molto legato a tutti i brani. In particolar modo Se penso a me, che è un brano acustico che abbiamo praticamente lavorato al pianoforte ed è rimasto così. E’ bello perché il pianoforte sotto rende la mia voce praticamente la cosa più essenziale del brano, in quanto non c’è altro, valorizza molto me e valorizza quello che dico. E’ un brano a cui sono molto legato perché forse è uno dei più intimi. Poi c’è anche Solo un uomo che è la Focus Track, che secondo me ha un significato molto molto importante, a cui do un peso grande. In generale sono affezionato a tutti i brani che scrivo perché comunque sono
tutti brani in cui parlo di me, in cui rivivo determinate esperienze negative e positive che
siano, rivivo certi rapporti, certe cose che magari oggi giorno non ci sono più perché
comunque questi sono brani che ho scritto un anno, un anno e mezzo fa.

A riascoltarli mi emozionano ancora, sì a lungo andare ancora mi emozionano. Quindi mi viene da dire che sono legato a tutti quanti, non ce ne è uno che preferisco. Forse se penso a me è quello un pò che si distacca da tutto il resto perché è comunque un piano e voce e come dicevo prima valorizza un pochetto di più quello che dico.”

Un anno e mezzo per la realizzazione di questo EP e per i testi che ti appartengono, che senti fortemente tuoi. Nel di sentirne qualcuno ti sei sentito più grande? Come vedere un album di foto, che guardi e pensi ‘ho superato, sono un po’ cambiato, sono un pò cresciuto’. Ti senti maturato rispetto ad alcuni brani oppure ti senti ancora sulla stessa linea di quando li hai scritti?

“Sì, sì assolutamente sì, ma anche perché nel frattempo oltre alla musica che comunque per me è sempre stata una valvola di sfogo, ho iniziato anche una terapia. Ho cercato comunque di lavorare molto su me stesso, io tengo molto a questa cosa. Tra
l’altro ne parlo anche in un brano che è La cura sbagliata che avevo affrontato un periodo un po’ così in cui ho iniziato un percorso di terapia. È una cosa che secondo me
serve a tutti, che può servire a tutti, soltanto che tante persone magari non sono convinte
perché non l’hanno mai provato sulla propria pelle. Ne hanno sempre sentito parlare, ma è un argomento che è ancora un pò un tabù, stiamo uscendo un pochino.

Io ho sempre lavorato su me stesso e quindi sicuramente non dico di essere una persona perfetta oggi però sicuramente qualche lato che magari nell’EP è emerso di me ho cercato di migliorarlo. Quando li riascolto comunque vedo un’altra persona, certo, c’è sempre da fare quel passo in più, però per ora posso ritenermi soddisfatto di come ho lavorato su me stesso, sia a livello di Jeson come artista, sia a livello di Daniele (il suo nome di battesimo ndr). Io preferisco fare un percorso che mi rappresenti e che comunque mi porti avanti e mi faccia conoscere al pubblico per quello che sono e non perché seguo gli altri.”

A PROPOSITO DI FEATURING

Ora come ora però, una contaminazione con un altro artista la accetteresti o senti che è ancora presto? Ti confronteresti con qualcun altro? Un prodotto insieme? Una canzone insieme?

“Sì, sì, certo. Allora guarda, fino ad oggi l’unica persona con cui ho lavorato in featuring è stato Marco Mengoni per il disco suo. Però è una cosa che è nata un pò per caso, nel senso che io ero l’autore di quel brano. Quindi ho iniziato a lavorare come autore, poi lui si è preso bene perché gli mandai un provino cantato da me per farglielo ascoltare, per dargli un pò l’idea di quello che sarebbe stato. E lui si è fomentato, mi ha chiesto poi di cantarla insieme, per me questa è stata una grande soddisfazione.

In generale ho sempre non rifiutato i featuring, perché secondo me collaborare su un brano è una cosa bellissima se comunque mi piace anche la visione dell’ artista e ovviamente se io rispecchio la sua, ripeto, deve essere una roba reciproca. Se ci sono questi elementi, allora sì, mi prendo bene a lavorare con gli altri, anche perché facendo anche l’autore per altri artisti, questa cosa la provo in maniera diversa. La collaborazione, in studio, comunque in generale, quella fusione di idee mi piace, a me piace quello scambio di energie, quindi perché no, sì, mi piacerebbe.”

ARTISTI DI RIFERIMENTO

Hai un tuo artista di riferimento, nel senso che non che lo imiti, però a cui aspiri?

“Beh, in realtà ci sono vari artisti che seguo molto, che mi sono sempre piaciuti. Allora, uno meno conosciuto di cui dovevo andare pure al live a Copenaghen a vederlo, poi purtroppo è saltato e non sono più andato. Poi vabbè, ovviamente, sicuramente sono tutti artisti che sono legati un pò alla natura Black della musica, quindi a me piace molto quel tipo di musica. A me piace molto, per esempio, The Weekend, non piace molto solo a me, piace molto a milioni di persone, Post Malone, recentemente ho ascoltato molto il disco di Ray, comunque è tutto un genere che si fonde molto anche con il pop R&B, che poi alla fine sono
le influenze che mi hanno portato a scegliermi questo percorso.”

Senti, ci saranno delle date che lo porterai in giro, questo album? Farai qualche esibizione live?

“Allora, ancora non ho date, però sicuramente l’obiettivo adesso è quello di portarlo in
giro quest’estate, ci stiamo lavorando già, ci stiamo già mettendo d’accordo per portarlo live in diverse serate o eventi o anche aperture di altri artisti. Comunque sì, io conto molto sui live, l’ho sempre detto e continuerò sempre a dirlo, che per me il live è importante e secondo me il pubblico può capire meglio anche la mia visione artistica attraverso i concerti, sicuramente è un obiettivo fondamentale quello del live.”

RAPPORTO CON I SOCIAL

Senti, poi volevo farti una domanda, perché ci sono opinioni contrastanti tra i cantanti. Volevo sapere il tuo rapporto con i social, ma il rapporto con i social a livello professionale, nel senso,  pensi che sia un canale per farsi conoscere, il social tipo TikTok, o Instagram, o pensi che poi porti via tempo al talento e alla sala di registrazione pensare alla storia, al contenuto, eccetera ? Le due cose sono complementari, devono andare avanti o un cantante oggi ne può fare anche a meno?

” Secondo me non ne puoi fare a meno, nel senso che il social è una vetrina importantissima. Io penso che l’artista deve cercare di trovare il tempo per fare entrambe le cose. L’una non deve togliere niente all’ altra, quindi il processo di scrittura, di composizione, di comunque tutto quello che riguarda la sfera artistica deve rimanere intatta e non deve essere influenzata dall’ ‘oddio devo fare la storia, oddio devo fare il TikTok’. Sicuramente sono piattaforme che più andiamo avanti e più sono seguite da ragazzi molto, molto, molto, molto giovani.

Io per ora ho delle difficoltà nel pormi su TikTok, ma semplicemente perché io non voglio, e questa è una decisione mia, me ne rendo conto, non voglio seguire i trend, mettermi lì a fare, che ne so, balletti o cose, voglio cercare di trovare un modo intelligente per divulgare la mia musica o comunque creare contenuti anche che non riguardino la mia musica o che comunque riguardano la mia quotidianità. Soltanto che è una formula complicata da trovare su TikTok, già Instagram sono un pò più a mio agio, ma anche lì è un lavoro che ho cominciato a fare anni fa e di cui sto vedendo i primi risultati adesso nel parlare davanti a un telefono, nell’ essere un pò sciolto, come se stessi parlando davanti a un amico mio.

Alla fine è questo, cioè devi cercare di arrivare alle persone come se fossi uguale a loro, non ti devi mettere uno scalino sopra, devi cercare di essere il più spontaneo possibile sui
social e delle volte non è facile, per me non è stato facile. Sto facendo dei passi avanti e lo
sto prendendo come se fosse alla fine un gioco, perché alla fine è quello che deve essere,
non deve essere una cosa, oddio, devo fare la storia, oddio, devo fare questo, quest’altro. Deve essere una cosa tranquilla. Però sicuramente non deve impattare a livello negativo sulla sfera artistica. Quando io scrivo non faccio storia, quando scrivo, scrivo, questo è importante. Se magari sono in un momento che viene da fare la storia, la faccio, ma non perché è una forzatura, perché è una cosa che voglio fare, questo deve essere.”

Finiamo coi progetti futuri,  sogni nel cassetto o qualcosa che ti piacerebbe fare?

“Il sogno nel cassetto sicuramente è quello di portare, come dicevo all’inizio, in alto il mio progetto. Abbiamo appena iniziato, ma siamo belli carichi di idee. Sicuramente sono i concerti e comunque io ho avuto un momento di blocco ultimamente, perché comunque vengo da un periodo in cui ho scritto veramente ogni settimana e stava diventando veramente pesante, stava diventando un lavoro. Quindi mi sentivo come se stessi finendo le cose da dire. Mi sono fermato un attimo per mia scelta, adesso sto riprendendo, sto continuando ad andare in studio e mi sono sbloccato, sono come un fiume in piena in questo momento, io in realtà non mi fermo mai.

Dico che la musica è uscita un anno e mezzo dopo, semplicemente perché deve rispettare delle tempistiche per fare in modo che la gente la assimili e la capisca, per la comunicazione e tutto ciò che riguarda l’uscita di un pezzo. Se fosse per me io farei un brano e lo pubblicherai domani, questo l’ho sempre detto. Io mi diverto, mi fomento facendo musica e quindi è normale che sia così. Quindi delle volte aspettare è un peso. Per il futuro continuerò a fare quello che ho fatto adesso, certo cercando dei miglioramenti e cercando di ampliare il mio pubblico.”

Va bene Jeson ripetiamo il titolo dell’ EP

“L’ EP si chiama “Solo un uomo” è uscito ormai da qualche settimana, lo trovate sulle piattaforme digitali, Amazon Music, Spotify, lo trovate su YouTube, dappertutto. Quindi se lo volete ascoltare lo potete trovare qui.

VIDEO DELL’INTERVISTA