S’intitola “Più giù” il nuovo singolo di Mezkal, il giovane cantautore romano che ha anche partecipato ad ‘Amici 2023’ di Maria De Filippi. Distribuito da Ada Music , la canzone è presente su tutte le piattaforme digitali dallo scorso 23 febbraio. Si tratta di un brano scanzonato, leggero e divertente, che ricrea un sound volutamente sporco e analogico tipico delle performance live, riportando l’ascoltatore a un immaginario 80’s ricco di chitarre indie rock e melodie orecchiabili. L’incontro tra due ‘amici’ che troppo ‘amici’ non sono, uno squallido motel, qualche bicchiere di troppo, e la scia di un ruvido romanticismo tipico della penna acuta di Mezkal: ecco ‘Più giù’.
Anche questo singolo, come i precedenti, è totalmente prodotto e arrangiato dall’artista che, in questa nuova fase del suo storico artistico e creativo, decide di portare al massimo delle sue potenzialità gli aspetti migliori del percorso che sta costruendo come performer e producer, creando una polaroid chiara e dettagliata di ciò che la musica è per lui in questo momento: qualcosa di intimo, rock, sporcato dai suoni crudi e voci riverberate, un mix di sensazioni moderne e antiche che coinvolgono l’ascoltatore, trasportandolo in un immaginario estremamente accattivante.
Abbiamo raggiunto Mezkal, al secolo Diego Taralletto, telefonicamente per parlare di questo ultimo singolo ma anche del suo percorso artistico compresa l’esperienza ad Amici 22, ecco cosa ci ha detto :
“Più giù”, il tuo nuovo singolo uscito il 23 febbraio, parla di una storia nata forse un pò per caso in un motel e poi diventata importante. Quanto c’è di personale al suo interno ?
” In Più giù c’è molto di personale, nel senso che è una versione un pò più romanzata di come è nata quella che è la storia più importante per me. Mi piaceva dare questa immagine un pò cruda, un pò ruvida, poco romantica per raccontare qualcosa che non è per forza romantico, ma ha sicuramente quel suo imprinting di unicità tra due persone. C’è molto di personale, ci sono sensazioni vere, poi il contesto non è effettivamente fedele a come è stata la realtà, ma c’è molto di sensazioni reali”
Il singolo ha un sound indie/rock, un suono volutamente un pò sporco tipico delle live anni ’80, è casuale l’accostamento a quel periodo storico ?
“Casuale non è perchè le mie reference sono quelle, io vengo da lì, da quel tipo di chitarra elettrica, ho voluto dare un suono a questo giro che si mischiasse meglio a quella che è la vibe del testo e della canzone in sè quindi volevo dargli quella sfaccettatura là, mi sono divertito molto a produrla “Più giù”, perchè nonostante ci siano pochi elementi, richiama un pò quel suono da band vera di quando suonavo con le prime band e in cui c’era quella base di semplicità, ma efficace allo stato puro”
Canti dal 2017 prima con le band poi come solista, da cosa è nata la voglia di continuare da solo?
“Ho iniziato con le band molto presto, purtroppo il problema di quella età soprattutto, dei primi anni del liceo per intenderci ma anche prima, è trovare gente che ci creda quanto ci credi te, quindi inevitabilmente molto spesso ci si ritrova a spingere il carretto da soli detto in parole povere, lì ho capito che c’era l’esigenza di prendere sul serio la cosa e renderla una professione. Per far sì che potesse succedere ciò, mi servivano persone a fianco che volessero la stessa identica cosa altrimenti conveniva continuare da soli, nel frattempo è scoppiato anche il Covid pertanto stare da soli era diventata un pò la prassi, da lì quasi naturalmente è nata la scelta di diventare solista. Non nascondo che spesso mi manca l’idea di band però so che così ho anche la libertà di poter essere me al 100%”
Il pubblico televisivo ti ha conosciuto ad Amici22, Rudy Zerbi ha riconosciuto in te il talento, ti ha fatto entrare nella scuola poi si è scusato e ti ha promesso il banco per questa stagione. Cosa è successo poi, sei stato tu a non sentirti più parte di quella esperienza, hai preferito non farla o sono sopraggiunti altri motivi?
“Quella di Amici è stata sicuramente una bellissima esperienza perchè mi ha dato la possibilità di capire tanto di me in primis e mi ha dato la possibilità di avere una crescita, li ringrazio perchè mi hanno insegnato un sacco di cose non solo dal punto di vista pratico musicale ma anche a fare televisione tutto sommato. I motivi per i quali i questo momento io non sia lì sono molto probabilmente meno emozionanti e avvincenti di quello che si possa pensare, da ambo i lati sono state fatte delle scelte e si è valutato cosa fosse meglio per tutti e due. Sono comunque contento di ciò che è successo e di come fila tutto sommato, detto ciò non sto sulla poltrona a raccontare con dolore questa esperienza anzi ne ho la massima stima e rispetto per chi ha lavorato con me e gratitudine per coloro che mi hanno fatto lavorare con loro, quindi nonostante tutto è un ricordo che porta un’aurea positiva”
Pensi che l’esperienza in un talent sia utile ai giovani che vogliono avvicinarsi alla musica ?
“Non penso che il talent sia il posto adatto per avvicinarsi alla musica, nel senso quando si parla di talent qualsiasi esso sia, si parla di un tipo di opportunità e un tipo di percorso che richiede che già si sappia cosa si stia andando a fare. Io prima di parteciparvi avevo 7 anni di gavetta alle spalle tra musica dal vivo e non. Non credo sia il talent un posto dove possa esserci un incipit, ma un luogo dove coronare il lavoro di anni, sono posti che ti offrono una grande opportunità ma che richiedono una grande professionalità e resistenza soprattutto allo stress. Sono piuttosto convinto che chi non abbia fatto mai nulla prima non per forza sia in grado in quel luogo di imparare un mestiere. Chi si vuole avvicinare alla musica è giusto che faccia la sua gavetta, che faccia i live soprattutto, abitudine che purtroppo si è persa negli ultimi anni, che scriva tanto, che non faccia cose che non gli piacciono e cose che gli piacciono ma provi tutto, che si incazzi che pianga perchè si senta frustrato, non può essere quello un punto di inizio”
Dopo Più giù ci sarà un EP o ci saranno delle date dove vederti dal vivo ?
“Sicuramente ci saranno delle date, ho intenzione di riprendere molto con la musica dal vivo perchè è un pò da dove vengo ed è un pò la parte che preferisco, quindi assolutamente ci stiamo già attrezzando per potere fare belle cose e ben strutturate. Onestamente dopo Più giù, sto decidendo io in primis che fare, mi sta piacendo andare un pò a sensazioni dell’ultimo momento, la trovo una cosa fortemente spontanea. Potermi permettere al momento di avere ancora la libertà di poter decidere tranquillamente come muovermi mi piace, devo valutare se produrre un nuovo singolo o buttarmi in qualcosa di più grande”
In Più giù racconti una tua storia, un pò romanzata come dici tu, ma pur sempre tua, reputi che musicalmente l’abitudine di parlare di sè stessi stia venendo meno e si punti un pò a snaturarsi andando incontro a ciò che vuole il pubblico?
“Io penso che questo sia un pò il carattere umano, nel senso che dipende dalle persone portate, indipendentemente da tutto, ad essere sempre fedeli a sè stesse, c’è chi lo è e chi invece no. Io sono una persona che purtroppo non riesce a prescindere da quello che pensa e da quello che vuole dire, che è sulla carta un bene poi nel pratico ti scontri con altre cose però importante è essere convinti delle scelte che si fanno. Penso che in questo momento la musica sia un pò in un punto fermo, anche inseguire regole di mercato in una canzone senza che ci sia una corrente e neanche una idea di corrente non porta a nulla. E’ sicuramente una cosa che uscirà da qui a breve con artisti forti, però penso che in questo esatto momento storico non ci sia neanche niente da seguire, ci stiamo muovendo un pò tutti quanti per inerzia secondo me e lo dico con tutta la tranquillità del mondo perchè penso sia un pò evidente a tutti e chi dice il contrario evidentemente o non vuole vedere la realtà dei fatti o non sta seguendo cosa sta succedendo in questo momento. A parer mio scrivere di quello che si vive, di quello che si è, di quello che si conosce, darà sempre una visione più vera di quello che si sta raccontando perchè inevitabilmente ci si sentirà partecipi di una storia raccontata da chi la vive”
Ultima domanda, ti piacerebbe una collaborazione con un artista che ti piace? Ti va di farci dei nomi ?
“Mi piacerebbe molto lavorare con altri artisti, ce ne sono tanti pensabili e impensabili, detto proprio fuori dai denti venendo io da un mondo musicale più indirizzato verso l’iindie/rock e le band inglesi ho anche poco la concezione di feat, di andare in studio a lavorare con un altro artista, però non per questo non ne farei. Ci sono molti emergenti che mi piacciono in questo momento, che secondo me stanno facendo roba molto ma molto valida sia come scrittura che come intuizioni musicali, senza pensare a feat ai limiti dell’impensabile. Sicuramente mi piacerebbe poter lavorare in futuro, con i Verbena che è una band italiana che mi ha lasciato molto, perchè è quella roba da cui vengo, sicuramente ci sarebbe una stima oltre limite.”
Giuseppe Scuccimarri
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